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7/10

Così Parlò Bellavista regia di Luciano De Crescenzo

Commedia
recensione di Enzo Barbato

Un fedele ritratto della napoletanità più recente, dipinto da verosimili personaggi pittoreschi e dalla filosofia spicciola ma efficace di Luciano De Crescenzo.

Una probabile o improbabile dedica via radio, munita di obbligatori "abbracci circolari", apre la prima esperienza cinematografica dell'ex ingegnere, allora astro nascente della scrittura contemporanea, Luciano De Crescenzo. “Così parlò Bellavista” è un omaggio alla napoletanità quasi attuale, una sorta di "Oro di Napoli" dei tempi recenti, che raccoglie le peculiarità e le tristezze dei personaggi partenopei, assolutamente unici al mondo. Se prima c'era 'o pazzariello, il guappo, il pizzaiolo a credito, il dispensatore di saggezza, ora c'è il vice del sostituto portiere, l'amico della Signora Rinascente, il venditore di bare a rate, l'assistito dei misteri, il cavaliere che si sveglia quando sente parlare di soldi, l'uomo dal cavalluccio rosso e il custode del parco dell’amore. Ad ogni modo, personaggi che solo a Napoli, grazie a Dio, si possono trovare.

Gennaro Bellavista, professore di filosofia in pensione, sposato, con una figlia, Patrizia, si ritrova quotidianamente a discutere della materia menzionata con Saverio il netturbino, Salvatore il vice del sostituto portiere, Luigino il poeta ed altri avventori. Tutto scorre tranquillamente fino all'arrivo a Napoli da Milano del Dottor Cazzaniga, nuovo capo del personale dell'Alfasud di Pomigliano d'Arco. Già nel taxi che lo accompagnerebbe alla sua nuova dimora si imbatte nell'originalità dei soggetti prima menzionati. Il tassista filo-Di Giacomo che non risparmia un "lievete 'a nanz" e un colorito "'o sang' e chi t'è 'bbive! Ma nunn 'a vid' a freccia e chi t'è 'mmuort?" intercalati tra i versi del massimo poeta napoletano. Il barista che acquisisce confidenza immediata sui dati antropometrici del dottore, il sarto che ne verifica lo stato in seduta stante, il vigile esasperato dal traffico generato dagli ingorghi a "croce uncinata". L'arrivo a casa non è dei migliori. Il portiere, a detta del professore Bellavista, una figura mitologica formata per metà sedia e metà persona, lo inoltra al sostituto portiere che lo spedisce al vice del sostituto portiere (per non parlare di Garibaldi, il pappagallo che conosce i nomi di tutti gli inquilini) nell'accompagnarlo all'appartamento assegnatogli e nel renderlo edotto sulle gesta del professore de quo.

Cazzaniga, milanese preciso e integerrimo, decide di mettere un pò d'ordine nel palazzo, prima obbligando una divisa al portiere, poi spostando il filo dell'antenna che batterebbe sulle sue persiane, poi ancora, mutando l'ordine delle cassette della posta, alimentando una certa antipatia in Bellavista e non solo, ancorato a decennali abitudini. Patrizia si frequenta con Giorgio, architetto disoccupato e quando scopre di essere incinta, contribuisce alle inquietudini del padre che fatica a concedere le nozze riparatrici in previsione di un futuro tutt'altro che roseo. Tra un aneddoto e una sortita, i ragazzi riescono a sposarsi e a guadagnare qualche spicciolo in un negozio di artigianato sacro "gestito" da troppe famiglie a cui pagare il pizzo. Bellavista e Cazzaniga si incontrano nell'ascensore del palazzo che si bloccherà permettendoli di chiarirsi e di trovare una sistemazione per Giorgio e Patrizia.

Più che un film, trattasi di una sequela di sketch perfettamente riusciti e interpretati da attori teatrali e cabarettisti davvero eccezionali. Il tassista Tommaso Bianco, il sostituto portiere Gigi Uzzo, il suo vice Benedetto Casillo, il netturbino Sergio Solli, l'avvocato Franco Javarone, il regista Vittorio Marsiglia e l'uomo del cavalluccio Riccardo Pazzaglia e del banco lotto Renato Rutigliano. Divertentissimi i dialoghi dell'assistito, l'esito della giocata al banco lotto, l'alternativa alla droga con l'abbonamento da Natascia. Impossibile non menzionare Isa Danieli, Renato Scarpa, Marzio Honorato, Geppy Gleiyeses e tutti gli altri validissimi interpreti di questa godibilissima commedia. De Crescenzo dipinge su pellicola i personaggi del suo libro omonimo e anima quelli fotografati nel ventre di Napoli e impossibili da scovare altrove. Esprime una interessante riflessione sulla camorra e con una dosata leggerezza, anche se non perfettamente strutturata ma comunque abilmente inanellata, gestisce il suo primo film che globalmente è buono.

Napoli era così una ventina di anni fa. Ora purtroppo è peggiorata e forse, una buona fetta di quei personaggi che popolano la realtà di Bellavista non esistono più o si stanno estinguendo velocemente. Quelli dell'opera di De Sica sono quasi totalmente scomparsi. Peccato. Ma per davvero.

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dalvans (ha votato 7 questo film) alle 16:50 del 12 ottobre 2011 ha scritto:

Discreto

Insomma...