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8/10

Tiny Furniture regia di Lena Dunham

Commedia
recensione di Claudia Mastro

Aura torna New York subito dopo la laurea in Ohio: a casa trova una situazione tragicomica in cui la madre e la sorella sembrano ben abituate a star senza di lei e fra loro due (Aura stessa le chiama "una gang"). Ri-trova anche una sua "migliore amica" che "cercava di evitare da 5 anni" e si riabitua ben presto al tran tran new yorkese, tra lavori che non pagano e ragazzi raccapricianti, al punto da dimenticare in pochissimo tempo le amiche fatte in quel della campagna e gli accordi presi con loro...

Esordio -se non si conta il collegiale "creative nonfiction",mai distribuito- di Lena Dunham, che a 23 anni fa uno spaccato magnifico e consigliatissimo della sua vita che è anche, prese le differenze (la madre è un artista, la casa un enorme loft bianco a Tribeca, la sorella una poetessa) quella di tutti noi, alla fine dell'università o di un qualsiasi percorso. Interpretato da veri amici e familiari, è un film molto divertente e che fa ridere senza prendere in giro o senza moralismi, senza neanche, cosa rara se non unica nel cinema americano, creare delle macchiette troppo assurde a fare da contraltare. Mamma Gracie Dunham produce, ma l'opera è costata solo 50,000 dollari: a parte i tecnici nessuno è stato pagato. E' davvero facile capire perchè Judd Apatow, dopo averlo visto per caso al south by southwest 2010-vincitore della miglior narrativa-, abbia subito contattata la Dunham e da li sia nata la loro collaborazione che ha poi famosamente portato a Girls alla in lavorazione serie Max (sempre per HBO) più a un altro paio di particine di Lena nei film di Apatow- In realtà Tiny Furniture è anche meglio dell opera espressa in seguito dalla dunham: è molto più compatto, onesto, basicamente divertente degli exploit a venire: ha l'aria di essere un sunto finale della sua poetica- anche perchè ci sono i suoi attori feticcio di sempre: Jemima Kirke, Karpowski-e non la pietra iniziale. Non che il suo talento sia rimasto inespresso ma accompagnato ad altri sceneggiatori addestrati a imitare il suo stile come è avvenuto per Girls si è ristretto invece che moltiplicarsi, è diventato un segnaposto, un auto-plagio. Da sola, era tutta un altra cosa, come mostra Tiny Furniture. Bravissima Jemima Kirke.

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