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7/10

The Angels Share regia di Ken Loach

Commedia
recensione di Giulia Coccovilli

Robbie è un ragazzo di Glasgow perseguitato dal suo passato da delinquente. Condannato ai lavori di pubblica utilità, incrocia la strada di Rhino, Albert e Mo. Harry, l’educatore che è stato loro assegnato, li inizierà a una bevanda che ha fatto la storia della Scozia: il whisky.

Nel gergo degli intenditori, “la parte degli Angeli” è quella piccola percentuale di prezioso whisky che si dissolve nell’aria al momento dell’apertura della botte. Un’anima invisibile che scalda il cuore degli appassionati e che segna la nascita di una bevanda che è il frutto di una minuziosa lavorazione e di anni e anni di invecchiamento.

Così Ken Loach ritorna sul familiare tappeto rosso della Croisette con una commedia, un genere che il cineasta afferma di aver scelto in contrapposizione alla storia che aveva scelto di raccontare, una storia dove il dramma della disoccupazione giovanile implica un rovescio della medaglia fatto di sogni e di aspettative a cui molti giovani tendono con energia e voglia di riscatto.

Facendo riferimento a Sweet Sixten (2002), che parlava di giovani che vivevano in un contesto drammatico e il cui arco evolutivo terminava in maniera tragica, Loach ci fa notare come nella realtà questi stessi giovani possano conoscere nel corso della vita situazioni divertenti e altre che non lo sono affatto. Angels' Share si concentra su una di queste situazioni divertenti.

Come nei film precedenti del regista, la ricerca della fedeltà alla realtà è prioritaria e avviene attraverso un attento studio dei personaggi, che in quanto persone reali, portano lo spettatore  a preoccuparsi istintivamente per loro.  Basti pensare alla scelta di prendere come protagonista un attore non professionista (Paul Brannigan) e alla scelta del linguaggio, uno slang incomprensibile che parlano i giovani di Glasgow.

Ne consegue come il cinema di Ken Loach offra un punto di vista sulla realtà contemporanea e, nonostante sia consapevole di non poter agire concretamente su di essa (come d’altra parte dovrebbe fare la politica), diventa necessario per identificare il punto di vista di molte persone che compongono la società.

Tra i messaggi che il regista e lo sceneggiatore Paul Laverty vogliono trasmettere con questo film, interpretando lo spirito del tempo, c'è  l'idea che nonostante la classe lavoratrice sia cambiata nel  corso dei decenni, quello che continua a chiedere è immutato: un lavoro che dia sicurezza e stabilità alla famiglia e una casa dove vivere. A questo si aggiunge la libertà di avere un’occasione per sfuggire a una condizione sociale di degrado per cambiare.

In Angels' Share, Robbie, il protagonista del film, incarna un giovanotto dall’infanzia tormentata, che ha ridotto in fin di vita un ignoto passante e che è comprensibilmente rifiutato dalla famiglia della fidanzata Leonie, ma che trova una via di scampo attraverso la scoperta di un suo talento nascosto: un naso finissimo capace di riconoscere i whiskey più prelibati.

Ed è così che Robbie, facendo tesoro della sua esperienza di delinquente di Glasgow, lavorando alla costruzione di una persona nuova e rispettabile con l’aiuto dell’educatore Harry e spalleggiato da una salda combriccola di colleghi condannati ai lavori di pubblica utilità, riuscirà a fare fortuna uscendo dalla gabbia di una condizione di emarginazione che lo avrebbe fatto sprofondare sempre più in basso.

Il whisky diventa per Robbie quello che per Billy era Kes (nel film omonimo), l’uccellino che rappresentava lo slancio verso la libertà. Grazie al whisky Robbie scopre il suo talento, la sua determinazione e quindi una possibilità di riscatto.

A fare da mentore al cineasta sulle strade della pregiata bevanda è stato il cognato Angus McConnell, assiduo frequentatore di celebri cantine scozzesi.

Infine, al di là della metafora sociale e dell’accenno critico a un microcosmo di snob che spendono cifre esorbitanti per deliziare i loro palati, quello che emerge nel finale è semplicemente il puro piacere di gustare qualche sorso di whisky. Ed è bello pensare che ci sia una speranza anche per persone comuni come Robby e Harry e come ne è pieno il mondo di godere dei piaceri della vita.

 

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Voto degli utenti: 7,7/10 in media su 3 voti.
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alexmn 8/10
FreakM 8/10

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