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4/10

Quell'Idiota di Nostro Fratello regia di Jesse Peretz

Commedia
recensione di Francesco Carabelli

Una famiglia: tre sorelle e un fratello. Le vicissitudini legate alla vita sregolata del fratello Ned che con il suo vivere fuori dagli schemi, crea subbuglio nelle vite delle sorelle, mettendo in discussione le loro esistenze.

Cosa ci lascia questo film dopo averlo visto? Poco direi. Seppur ben costruito, con una tempistica e un montaggio ben studiati (il regista viene dal mondo dei videoclip), il film in questione non fa altro che riproporre una serie di luoghi comuni sulla vita a New York ad inizio del nuovo millennio. Se il tema della famiglia è un tema già analizzato da molte sit-com, il film di Jesse Peretz non fa altro che aggiornarlo agli usi e costumi odierni. Ci saranno allora come protagonisti la donna in carriera, la coppia omosessuale, la coppia di adulteri , gli amanti della natura che sono tornati a vivere producendo ortaggi o vendendo prodotti di artigianato. Una serie di cliché che non ci racconta nulla di nuovo e non fa altro che riproporre dei personaggi rodati (tra i quali l’idiota del titolo) dosando i tempi e creando un mix che può, di primo acchito divertire, ma che, alla lunga, stanca, a meno che lo spettatore non si identifichi in qualche modo con questo mondo. Certo l’intento è quello di costruire una commedia che metta in ridicolo la vita dei newyorkesi di oggi, ma ci si aspetterebbe qualcosa di più, soprattutto da questo gruppo di attori (Paul Rudd, Elizabeth Banks, Zooey Deschanel, Emily Mortimer, Steve Coogan) che certo non è di second’ordine. Certamente l’aria familiare che si respirava sul set, ha aiutato a rendere più verisimile  l’interpretazione (Paul Rudd in primis), ma il critico non può non ribadire che, dopo tante commedie superficiali, gradiremmo una svolta: commedie capaci di far sorridere, ma anche di far riflettere, di smuovere lo spettatore prospettandogli un’alternativa a questo mondo finto ed idilliaco, che ci viene propinato di continuo dalla cinematografia americana mainstream. Certo la figura dell’idiota, della persona che con la sua semplicità va contro gli usi e i costumi dell’uomo medio e che, con il suo comportamento, mette in imbarazzo chi lo circonda, è una figura simpatica, che conquista lo spettatore e, in questo, il film può aiutare a rilassarsi il sabato sera, ma il tutto va preso in piccole dosi, soprattutto quando si cerca di sdoganare una certa mentalità e moralità come se fossero la normalità, assopendo con la risata  la coscienza dello spettatore e trattando certi temi in modo superficiale, come spesso capita al giorno d’oggi, imponendo un modo di pensare ormai alla moda, incapace però di andare in profondità nell’uomo.

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