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7/10

Un bacio regia di Ivan Cotroneo

Commedia
recensione di Erika Sdravato

Lorenzo, Blu e Antonio hanno molte cose in comune: hanno sedici anni, frequentano la stessa classe nello stesso liceo in una piccola città del nord est, hanno ciascuno una famiglia che li ama. E tutti e tre, anche se per motivi differenti, finiscono col venire isolati dagli altri coetanei. La loro nuova amicizia li aiuta a resistere, fino a quando le meccaniche dell'attrazione e la paura del giudizio altrui non li colgono impreparati...

Un bacio è un film sull'adolescenza, sulle prime volte, sulla ricerca della felicità. Ma anche sul bullismo e l'omofobia. Sui modelli e sugli schemi che ci impediscono, e che impediscono soprattutto ai ragazzi, di essere felici, di trovare la strada della loro singola, particolare, personale felicità. Abbiamo a che fare, ad onor del vero, con un'opera che funziona, che comunica molto facilmente con il teenager pop e liber(tin)o che convive col nostro Io, che si lascia ricordare, ma che purtroppo si lascia scartare come un pacco regalo a tratti un po' raffazzonato: sembra di manipolare una scatola meticolosamente imballata sè, con una carta colorata stravagante e per certi versi originale, ma è a ben vedere - con il nastro adesivo che tiene uniti i lembi laterali rubato ad un altro dono, il fiocco riciclato ma ripiegato con cura e dovizia, il contenuto che soddisfa ma che non fa gridare di sorpresa ed emozione. Apriamo insieme questo cadeaux cinematografico e scrutiamolo a fondo. All'interno possiamo riconoscere un veridico scorcio di contemporaneità da cui chiunque può trarre insegnamento (e questo non è mai male): siamo in una scuola, c'è il belloccio un po' disadattato, la ragazza sveglia intraprendente e fintamente sicura di sè, il trascinante secchioncello omosessuale e, come contorno, una sfilza di compagni di classe pronti a deridere e schernire chiunque. Ciascuno dei tre ragazzi, rispettivamente Antonio Lorenzo e Blu, ha alle spalle delle famiglie di tutto rispetto: comprensive, talvolta fallaci, ma nel complesso presenti nelle vite dei figli. Il resto è una bellissima amicizia, con alti, bassi e complesso epilogo; è amore vissuto come fulmine al ciel sereno e, per altri, maturato in anni ed anni di banchi affiancati; è mancanza di sensibilità di alcuni insegnanti ottusi e distruttivi; è perdita dei propri cari e della propria dignità sessuale; è risate musica commerciale vernice bianca farfalle disegnate nell'aria bagni nudi capelli biondi caccia alle lepri cene da falsi ricchi partite di basket pistole che sparano. È, in breve, l'adolescenza così come tutti l'hanno vissuta: unica, travolgente, indelebile, in cui chiunque, a suo modo, si è sentito diverso in un mondo di falsi uguali. Inevitabile e stringente, il richiamo a Noi siamo infinito (2012): come Chbosky era autore del libro e del film, anche Cotroneo assurge agli stessi ruoli; se nell'italianissimo Un bacio i protagonisti sono tre giovani liceali, anche nel cugino straniero la triade rimane inalterata e, per giunta, i personaggi hanno le medesime caratteristiche e funzioni drammaturgiche (chiaramente individuabili nelle dicotomie Charlie/Antonio, Sam/Blu, e Patrick/Lorenzo). Davvero brava Valentina Romani, costantemente lucida all'interno del suo personaggio, e Thomas Trabacchi, grande esempio di adultità nonchè padre (adottivo) di Lorenzo e di due dialogiche scene memorabili, in cui difende a colpi di intelligenza il ragazzo (e, al contempo, la sua indiscutibile capacità di apportare un'ondata di vero emotivo del racconto alla finzione del film). Complimenti a Cotroneo, che ha saputo parlare ai ragazzi di oggi con un linguaggio sì ben conosciuto e riconoscibile, ma sicuramente deciso ed esplicitamente anti-omofobo come quel suo bacio rubato del titolo.

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