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8/10

Scialla! (stai sereno) regia di Francesco Bruni

Commedia
recensione di Matteo Triola

Bruno Beltrame è un ex insegnante disilluso, che trascorre le sue giornate all’insegna di pigrizia e sciatteria, tra pranzi frugali e lezioni private impartite con poca voglia e molta superficialità. La convivenza forzata con un suo allievo quindicenne inquieto - e decisamente non amante dello studio - resa ancora più pesante e problematica dalla scoperta del fatto che si tratti in realtà di suo figlio, porterà ovviamente a grandi cambiamenti nella vita sia dell’uomo che del ragazzo.

Pilastro portante della maggior parte dei film di Paolo Virzì – ha co-scritto per lui, tra gli altri, Ferie d'agosto (1996), Baci e abbracci (1999), Tutta la vita davanti (2008) e La prima cosa bella (2010) – lo sceneggiatore Francesco Bruni fa il grande salto e passa dietro la macchina da presa per dirigere Scialla! (Stai sereno). Applaudito dal pubblico e decisamente apprezzato dalla critica all'ultima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, il film di Bruni porta un'abbondante boccata d'aria fresca in quella che, da qualche anno ormai, è la cantina stantia e muffita della commedia italiana.

Senza alcuna pretesa moralistica o campanilismo dell'ultima ora, quello che ci troviamo davanti è il racconto di due vite totalmente agli antipodi – Bruno (Fabrizio Bentivoglio), professore svogliato, che ha scelto di ritirarsi dall'insegnamento più per pigrizia che per protesta, e Luca (Filippo Scicchitano), borgataro di prim'ordine, sempre pronto a scappare dalla scuola a suon di rap – fatalmente destinate a incontrarsi. Bruno tira a campare come può, facendo ripetizioni di epica e latino a studenti somaroni, e con metodi diciamo pure non troppo sofisticati. Nel tempo che gli rimane, scrive biografie di personaggi famosi dello show-biz, anche se al momento è alle prese con le memorie bollenti della pornostar Tina (alias Barbara Bobulova), sua ottima compagnia di chiacchiere. Luca, invece, è uno dei ragazzi che prende ripetizioni da Bruno: spensierato e facilone, il ragazzo non sembra prendere troppo seriamente il ruolo del suo insegnante in pectore. I momenti trascorsi insieme sono più simili a delle occasioni conviviali tra amici che non a ripetizioni in senso stretto. Entrambi se ne fregano abbondantemente dei ruoli e dei doveri. “Scialla”, “stai sereno”, come ripete spesso Luca. Ma la musica cambierà presto.

Ad interrompere la monotonia e il piattume della vita di Bruno ci penserà Marina (Arianna Scommegna), la madre di Luca, che una sera approfitta dell'uscita di casa di Bruno per rivelargli che Luca è suo figlio, avuto insieme a lui 15 anni prima, senza che Bruno ne fosse a conoscenza.

Presa più dal bisogno che dal senso di colpa, Marina chiede a Bruno di occuparsi del figlio finché sarà via, a patto di non rivelargli quale sia il loro vero legame. Il richiamo del sangue vince, e Bruno è costretto a dare il via a quella che sarà una convivenza forzata, chiamato ad assolvere a quei “doveri paterni” dai quali per tanti anni è stato esentato. Bentivoglio riesce alla perfezione nell'interpretare questo professorino veneto, esile e canuto, che con una punta di cinismo guarda da lontano alle vicende del mondo di tutti i giorni, senza azzardarsi a mettere il piede troppo fuori dall'uscio di casa. Il film non perde di continuità al passaggio successivo, quando Bentivoglio diventa anche genitore in incognito, e anzi acquista in comicità grazie a una verve tipicamente romanesca. Luca è un ragazzo irrequieto e baldanzoso, con una naturale propensione per cacciarsi nei guai, come presto scoprirà – a spese della sua salute malandata – il neo genitore. Nel disperato tentativo di tenerlo lontano dalla strada e di non farlo bocciare a scuola, Bruno tenterà di insegnargli i rudimenti dei grandi classici, l'epica, il latino e tutto il resto. Quello che ne viene fuori è un esilarante minestrone cultural-provinciale, e Bruno è costretto a sfatare molte leggende “letterarie” radicate nella mente del giovane alunno.

E così, tra insulti e battute sull'omosessualità diffusa tra i greci, che non possono certo reggere il confronto con gli eroi della contemporaneità ai quali si rifà Luca, c'è tempo anche per uno sguardo fugace e divertito sul mondo della criminalità, dipinta tra realismo e farsa dal regista. Lo stereotipo del bullo/boss di quartiere serve qui come spunto per introdurre la redenzione finale di Luca, che si deciderà a riprendere in mano libri e quaderni per affrontare lo scoglio della scuola, con tutte le responsabilità che ne conseguono.

Fabrizio Bentivoglio sarebbe certamente in grado di reggere da solo tutto il film, sebbene sia studiata molto bene l'interazione comica tra alunno e docente prima, e genitore e figlio poi. Le esigenze della sceneggiatura mettono inevitabilmente in ombra le interpreti femminili di questo film, in primis la Bobulova, anche se la professoressa di italiano nelle brevi sequenze in cui appare è determinante nel processo di formazione di Bruno, più che del giovane Luca, con il suo violento e glaciale j'accuse sul senso di irresponsabilità dei genitori d'oggi.

La scrittura del film è decisamente fresca e ben congegnata. Il suo ritmo non rischia mai di annoiare lo spettatore; nella sua semplicità - e talvolta prevedibilità - la storia procede inevitabilmente come un doppio romanzo di formazione, che accompagnerà padre improvvisato e figlio inconsapevole ad una crescita personale e ad un arricchimento reciproco, senza scadere mai nel paternalismo spicciolo o nella facile strumentalizzazione emotiva. Un'ottima prova per Bruni, dal quale ci aspettiamo un apporto qualitativo fondamentale al nostro cinema.

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Voto degli utenti: 7/10 in media su 4 voti.

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alexmn (ha votato 7 questo film) alle 11:18 del 21 novembre 2011 ha scritto:

non ero convintissimo se vederlo, però dalla recensione mi sembra ne esca bene questo scialla! vedrò di recuperarlo al cinema!

giuliabramati (ha votato 8 questo film) alle 12:30 del 30 novembre 2011 ha scritto:

bellissimo film, fondamentale per rivalutare il cinema italiano contemporaneo