Quel Bravo Ragazzo regia di Enrico Lando

Il premiato Team del giro di Maccio Capatonda (ovvero Marcello Macchia) torna "a far danni". La comicità del gruppo di "flop tv"- Maccio, Ivo Avido, Herbert Ballerina etc etc- che da anni imperversa tra radio 105 tv e ora anche il cinema (L'italiano Medio come primo exploit) é, nonostante la grana molto meno grossa di altri comici nati sul piccolo schermo, poco esportabile su quello grande. Stringi stringi le opere migliori del suddetto clan sono quelle nate proprio ai tempi di "Mai dire gol" quando presentavano, ancora sconosciutissimi, improbabili trailer cinematografici. Sembra strano a dirsi, ma quello fu non solo il loro momento migliore nonostante il primissimo tentativo, ma anche quello meglio costruito. E' come se l'esperienza (a cui va aggiunta la sitcom su mtv "Mario") l'avesse peggiorati. Se il mondo di tanti comici é lo sketch, quello del giro di Capatonda è lo sketch di uno sketch, ed ogni migraggio ad altro diventa complicatissimo.

La storia é quella già vista in tante e tante opere: un uomo eredita un impero di cui non sa nulla. Ovviamente lo migliora (in questo caso, essendo la mafia, c'era poco da peggiorare) instillandogli anche valori di cui nessuno a quanto pare aveva mai sentito parlare.

Herbert Ballerina - che ha partecipato anche alla sceneggiatura - riesce a non far sembrare il suo personaggio uno stupido coi fiocchi, memore forse della lezione di Franco e Ciccio (che in lui convergono in un unico ibrido, anche se in una versione decisamente di serie B), nonostante non sia un' eccellente interprete. E' quasi una sorta di dono. Ma è anche l'unico. La sua presenza monolitica si regge a fatica per 90 minuti, il carisma è pochetto anche per un film così blandino e lineare. Buone risate, comprimari divertenti e divertiti. Enrico Lo verso in inedita veste comica.