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6/10

The English Teacher regia di Craig Zisk

Commedia
recensione di Gabriella Massimi

Linda Sinclair è una quarantacinquenne single che insegna inglese nel liceo di Kingstone, in Pennsylvania.

La sua tranquilla routine è sconvolta dal ritorno a Kingstone di un suo ex-studente, Jason Sherwood, amareggiato dal fallimento come drammaturgo a New York.

Linda, proteggendo il suo pupillo da un padre che lo vuole avvocato, lo spinge a non abbandonare il proprio sogno mettendo in scena con la compagnia di teatro della scuola una sua opera. L'avventura artistica porterà Linda ben oltre la sua confortevole soglia di normalità, aiutandola però a trovare la giusta conclusione alla sua personale storia.

Carino. Oltre non posso osare spingermi. Così infatti si può definire l'ultimo e primo lungometraggio di Craig Zisk, che fino a questo momento era conosciuto quasi solo dagli spettatori di serie televisive, vero e proprio campo di addestramento per il regista statunitense.

Ma bando alle ciance, parliamo del perno attorno al quale ruota l'intera pellicola: Julianne Moore. Eh si, senza la brava attrice americana, il film probabilmente non se lo sarebbe sognato nessuno; fin troppo peso però le è stato poggiato sulle spalle.

Già solo leggendo il pressbook in sala, in quei doverosi minuti di concentrazione che anticipano la visione, il ruolo dell'attrice salta subito all'occhio.

Oltre che essere protagonista di una storia completamente centrata sul suo personaggio, l'insegnate Linda Sinclair, la Moore è stata molto probabilmente il primo cavallo trainante del carro. Tutti, dagli attori di secondo grado ai produttori, dal regista agli sceneggiatori, elogiano la bravura e le grandi capacità dell'attrice dai capelli rossi. Di sicuro le loro non sono parole gettate al vento, ma nel corso della visione pian piano lo spettatore si rende conto che senza la Moore il film scade; nelle scene, pochissime, in cui manca la sua figura, tutto si rallenta. E' probabile che ciò sia andato anche a scapito dell'attrice stessa, ma questo è un'altro discorso.

Non intendo certo dire che il resto degli attori sia da buttare, ma di sicuro si nascondono nell'ombra, abbagliati dalla splendente luce che invece avvolge l'attrice protagonista.

Accanto infatti a un meno conosciuto Michael Angarano (Ceremony, Haywire, Seabiscuit), troviamo un ben più famoso Greg Kinnear ( Little Miss Sunshine, As godo as it' gets, C'è posta per te) nei panni del dott. Sherwood, uomo incompreso dal figlio, dalla ex-professoressa del figlio e dalla ex-moglie, ma in fondo un brava persona con un alto grado di sopportazione.

Da non dimenticare anche Nathan Lane, nel ruolo del professor Kapinas, attore quasi più teatrale che cinematografico.

Una pellicola quindi alla fine un pò troppo ingenua e sempliciotta; ma con alcune trovate comiche e divertenti, come ad esempio l'ossessione, resa grazie a una grafica particolare sullo schermo, della protagonista di dare dei voti e dei giudizi a tutti coloro che incontra, come se stesse correggendo la verifica su Shakespeare di qualche suo studente.

Un primo piccolo passettino quindi per il nostro regista ancora in erba che avrà sicuramente ancora altre e numerose occasioni, speriamo, per far decollare la sua carriera da autore di lungometraggi.

La prossima volta magari senza infarcire la pizza di così tanto buonismo.

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