Solomon Kane regia di Michael J. Bassett
AvventuraXVII secolo: Solomon Kane è un guerriero sanguinario che riesce a sfuggire alle forze dell'inferno. Giura di intraprendere la via della pace per redimere l'anima ma si ritroverà costretto a tornare a prendere le armi contro un nemico partorio dal Male.
Si accendono le luci della sala deserta. In mezzo al silenzio, con un bicchiere di plastica vuoto in mano e un mezzo stimolo ad andare in bagno, un dubbio mi blocca sulla poltrona: chi è riuscito a fare una roba del genere a Hollywood? Nell'ignoranza più totale rispetto alla saga letteraria da cui è tratta (dello stesso autore di Conan, Robert Ervin Howard) e non avendo letto nulla prima della visione della pellicola l'interrogativo era quello di uno spettatore ingenuo e disinformato.
La crudeltà di alcuni passaggi e le tinte horror con cui si sviluppa l'epica della narrazione hanno ben poco di scontato e colpiscono piacevolmente, inchiodando l'occhio sullo scorrere delle scenografie e cullando lo spettatore in una colonna sonora (di per sè poco significativa) perfetta per l'ambientazione.
Pacchiano? Probabilmente, soprattutto per i dialoghi imbarazzanti, alcuni passaggi scontati, altri superficiali (scappare dal male non è mai stato così facile) e il finale (poco in linea con il resto).
Vero che ci sono scene rubate da altri film ma alla fine conta il risultato. La produzione europea, ambiziosa e lanciata su una trilogia (questo è solo il primo capitolo), osa e coraggiosamente unisce ingredienti abbondantemente utilizzati alla voglia di restare fedeli alla corrispondente opera letteraria. C'è voglia di fare cinema e di riuscire al botteghino. Le due cose non vanno quasi mai nella stessa direzione e la tensione è percebibile anche in questa pellicola.
Buona parte dei meriti si può ascrivere all'interesse e alla capacità del personaggio/protagonista, oscuro cavaliere che si mostra a proprio agio tanto in strutture gotiche quanto piantato su un crocifisso. Muscoli e fascino, accompagnati da un volto che ispira la stessa simpatia dell'attuale volto di Wolverine (Hugh Jackman).
Non che ci siano particolari elementi degni di nota. Un perfetto videogioco che si è preferito sviluppare come film, senza però allontanarsi molto dalla struttura dell'opera per console, con un protagonista che si muove all'interno di un artificiale e curato mondo oscuro, ritrovandosi ad affrontare livelli sempre più complessi e imprese ardue che al termine svelano qualcosa sulla trama.
C'è di che rimanere piacevolmente colpiti per come tutto si riesca a tenere insieme: sviluppo narrativo, recitazione, effetti speciali, scenografie e regia. Un film tra lo storico e il fantasy, perfetto per fuggire dal reale e denso di fascino.
Non resta che attendere i prossimi capitoli, confidando che sapranno mantenersi più fedeli all'opera letteraria (che appena accennava alle origini di Solomon) e superare i limiti mostrati in questo primo episodio (superficialità della sceneggiatura e dei dialoghi, scarsa profondità dei personaggi secondari).
Una piacevole risposta al cinema hollywoodiano e al russo I Guardiani della Notte.
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