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9/10

Ex Drummer regia di Koen Mortier

Grottesco
recensione di Alessandro Pascale

Ogni villaggio ha la sua banda di pazzi, che cercano di arrivare in cima, seguendo i loro idoli nel consumo di droga, ma rimanendo perdenti fino alla fine dei loro giorni patetici. Lo fanno tutti, in nome del rock & roll. Tre musicisti rock disabili sono alla ricerca di un batterista. Dries, un famoso scrittore, sembra l'uomo giusto per il lavoro, se non fosse per il fatto che il suo handicap è che egli non sa suonare la batteria. Si unisce al gruppo come un ideale dio malvagio che cammina in mezzo al suo popolo solo per prendersi gioco degli uomini. Con l'arrivo di questo nuovo membro controversie di vario genere iniziano a mettere in pericolo il futuro fragile della band. Dries saprà manipolarli in modo tale da disintegrare l'unità del gruppo, fino a raggiungere un finale di nero pessimismo, come scritto in molti testi di canzoni Punk: "No Future"

Ex Drummer è un film da lasciare a bocca aperta tanto è spregevole, visionario, violento e iconico. Iconico di che, direte voi? Della no wave rispondo io, e se non mi capite pazienza, perchè sono ben conscio della profonda ignoranza che impera l'Italia in campo musicale. Tanto è vero che la prima recensione decente trovata del film in questione parla di un film che piacerà agli "amanti del punk-rock". Stronzate ovviamente, qui di punk-rock (ma che è? I Nirvana?) non c'è assolutamente nulla.

C'è piuttosto un film ideale per il movimento no wave più becero e rozzo mai esistito. Non quello dei fighetti accademici che si divertivano a fare i bohémiens della New York degradata ma quella della gente davvero stronza, squallida, disadattata, opportunista e inopportuna che quando incrociate per caso per strada fate finta di non vedere girando la testa o credendo ad un'allucinazione. Quelli che attaccano briga senza motivo e magari ammazzano di botte gli amici senza rendersene conto, che sporcano di sangue i pavimenti fregandosene di pulire, che sputano e bestemmiano con lo stesso ritmo del respiro e che di fatto vivono secondo tutto quello che può essere considerata la convenzione del mondo borghese. Ecco quindi che il film è una galleria di morte, sangue, impudicizia, violenza, stupri, calvizie, sesso triviale omosessuale e plurimo, cazzi enormi, cazzi piccoli, scene di sesso ben visibili, e via dicendo.

Ma Ex Drummer non è solo questo: è anche musica, che non ha certo una parte secondaria. Metal, punk-core, no wave, new wave grezzissima, industrial, festival punk zozzi e truculenti con canzoni che spaccano. E sprazzi di cover di Mongoloid che sono una goduria...

E la regia... qualcuno ha parlato di nuovo Trainspotting ma si è sbagliato di grosso. Qui siamo quindici anni avanti cronologicamente ma almeno 50 anni luce avanti per tutto, a cominciare dai dialoghi fino ai personaggi surreali, passando per scelte registiche da far impazzire di gioia tanto sono ben riuscite: come la capacità di uscire dal frastuono di uno scontro incrociando musiche leggere con scene di lotta fisica. Oppure come quella ripresa sempre un pò disturbata, a volte alla rovescia, a volte in diagonale, a lasciare scorci di visione (buon vecchio Tarantino...) o a farlo partecipare attivamente con scene in cui il movimento è tale da non capirci niente. 

E poi i primi 5 minuti. faccio fatica a ricordare un incipit di film così incantevole, "indie" e potente. Forse Natural born killers aveva un impatto simile...

Che poi non si può omettere il messaggio principe di tutta la bambagia: il fatto che nonostante tutto questo mondo di depravazione sta bene con sè stesso, magari non è perfetto certo, e i suoi casini ce li ha, ma ha talento e sa come vivere alla giornata. Un equilibrio che viene sconvolto dall'ingresso del giovine borghese sicuro di sè che riesce a imporre la sua figura su tutto il resto. E riesce a sconvolgere e portare all'autodistruzione un equilibrio precario e fragile. E la cosa più irritante è che lo fa per trovare ispirazione al suo lavoro di scrittore. E forse lo fa per divertimento. O magari anche solo per calarsi nella parte. E potrà vendere il suo libro scritto con il sangue della lurida plebaglia. 

La cosa più entusiasmante di tutto ciò è che Mortier neanche per un momento inserisce elementi moralistici. Ti lascia tutto nudo e crudo e tenta di sfinirti, di spaventarti, o di eccitarti. Francamente io sono rimasto incazzato. E non penso di aver ancora ben capito con chi di preciso.

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