Roman Polanski

"Senza dubbio in Polanski si avverte un fascino per l'oscurità del mondo, si percepisce una ricerca in questo senso. Anche la sua vita testimonia questo fascino e questa ricerca." (K. Zanussi)
Roman Polanski è un regista francese di origine polacca ed è considerato uno dei più grandi registi internazionali viventi. Ha girato molteplici pellicole sia in Europa che negli Usa e ha ottenuto fama in tutto il mondo grazie alle sue capacità registiche, al suo inconfondibile stile e al forte impatto che i suoi film da sempre provocano. Roman Polanski ha infatti una grande attenzione per gli stati di alienazione sociale e individuale che possono facilmente condurre al disagio mentale e psichico. Gli horror di Polanski infatti sono psicologici in quanto in essi realtà e ossessione si fondono cinematograficamente fino a essere quasi indistinguibili: si segue passo passo, spesso dal punto di vista stesso del protagonista, una lenta discesa verso la malattia mentale, la cui apoteosi e picco massimo hanno luogo in un "interno", ovvero in un isolamento totale o parziale dal mondo esterno.
Roman Polanski nasce nel 1933 a Parigi ma dopo pochi anni, a causa del crescente antisemitismo, la sua famiglia, si trasferisce nel paese d'origine, ovvero in Polonia, che sarà invasa dai nazisti due anni dopo. In seguito all'occupazione del ghetto di Cracovia, la sua famiglia viene smembrata e deportata in diversi campi di concentramento, tra cui Auschwitz, dove sua madre morirà. Il piccolo Roman riesce però a nascondersi e scappare, vivendo parte della sua infanzia come un orfano, fino a quando alla fine della guerra si ricongiugerà con il padre e potrà dare libero sfogo alla sua passione per il cinema, frequentando una scuola apposita. Già nel corso della travagliata infanzia, i pochi soldi che riusciva a raggrenellare li usava per entrare in sala e godersi film di ogni tipo, da cui era affascinatissimo.
Intorno ai trent'anni, Polanski gira il suo primo lungometraggio Il coltello nell'acqua (1962). Esso viene subito notato diventando un grande successo in occidente e regalandogli la sua prima nomination all'Oscar come Miglior film straniero. Seguiranno a breve, girati però in Inghilterra, tre lungometraggi: Repulsion (1965), primo film della "Trilogia dell'appartamento", un horror psicologico con Catherine Deneuve che tratta della repulsione di una ragazza nei confronti del genere maschile, Cul-de-Sac (1966), un lavoro estremamente surreale a metà tra Beckett e Pinter, e di seguito il farsesco e vampiresco Per favore non mordermi sul collo! (1967), sul set del quale conosce Sharon Tate, che Polanski sposerà qualche tempo dopo.
E' in America che però avviene la sua consacrazione come regista di grandissima fama grazie a Rosemary's Baby (1968) con Mia Farrow, futura moglie e musa di Woody Allen. Poco dopo, la bella moglie Sharon Tate, che era incinta di otto mesi, viene brutalmente assassinata nella sua villa di Los Angeles ad opera della setta di Charles Manson, mentre Polanski era fuori a Londra. Il fatto di non esser stato presente quella notte e di non essere tornato prima a casa è il più grande rimpianto della sua vita.
Polanski abbandona i progetti che aveva in corso ed entra in una forte depressione per la gravissima perdita. Il primo film che affronta dopo l'assassinio della moglie riguarda proprio il mondo della violenza: si tratta di Macbeth, un adattamento cinematografico dell'omonima tragedia di Shakespeare, caratterizzato da cupi paesaggi, castelli e presagi. I suoi film successivi sono: Che? con Mastroianni, un divertissement onirico e grottescamente erotico, ma soprattutto Chinatown con Jack Nicholson, film candidato a 11 nominations e vincitore di un premio Oscar. Alcuni critici affermano che sia uno dei migliori film mai fatti da Polanski. L'anno seguente passa da Hollywood alla Francia, dove gira il celebre L'inquilino del terzo piano, con lui stesso in veste di protagonista: un horror che è anche un thriller di altissimo livello basato sulla tensione e sull'imprevedibilità dei limiti che il protagonista potrà superare sempre più in preda a allucinazioni, gravi crisi d'identità e atti di autolesionismo. I suoi successivi film sono: Tess (1979) con Nastassja Kinski, pellicola concernente una "sindrome da destino" prettamente femminile, Pirati (1986) con Walter Matthau e il thriller di suspence Frantic (1988) con Harrison Ford e Emmanuelle Seigner, che diventerà sua nuova moglie e musa.
Negli anni Novanta dirige tre pellicole: Luna di fiele (1992), segnalato da Laura Kipnis come film sulla trasformazione dell'amore in odio, e, oltre al famosissimo La nona porta (1999) con Johnny Depp, ricordiamo La morte e la fanciulla (1994) con Sigourney Weaver e Ben Kingsley, riguardante un singolare processo per stupro. Infatti alla fine degli anni Settanta Roman Polanski è stato accusato di stupro a danno di una modella minorenne, motivo per cui viene arrestato in Svizzera nel 2009 per poi essere rilasciato per un vizio di forma, ovver che la pena fu già scontata ai tempi dell'accaduto. Per la possibilità di essere ancora estradiato e arrestato, Polanski dunque tutt'oggi evita paesi come gli Usa e l'Inghilterra: quando infatti vinse il meritatissimo Oscar alla regia per Il pianista (2002) fu l'attore e amico Harrison Ford a ritirarlo in sua vece. Il pianista ha vinto moltissimi premi, tra cui la Palma d'oro a Cannes, ed essendo in parte ambientato in un grande ghetto polacco, pur non essendo direttamente autobiografico, ha inevitabili rimandi alle atrocità che fu costretto vedere e subire Polanski in tenera età. Oliver Twist (2005) è un film scelto dal regista per mostrare ai figli lo spirito con con cui visse la sua vita da orfano. Chiudono, per ora, questa lunghissima e feconda carriera L'uomo nell'ombra (2010), thriller hitchockiano con Ewan McGregor e Pierce Brosnan, con cui ha vinto un Orso d'oro e conquistato pubblico, seguito dal recente Carnage (2011), presentato e acclamato al 68esimo Festival di Venezia. Qui Polanski, grazie all'aiuto di quattro splendidi attori, mostra l'ipocrisia della società borghese, in particolare americana, la quale è tanto civile all'esterno, quanto falsa e votata al litigio e al dio della carneficina quando costretta in un interno.
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