A SHORT FILM CORNER - L’angolo del Festival di Cannes dimenticato dai media che rappresenta però il futuro del cinema

SHORT FILM CORNER - L’angolo del Festival di Cannes dimenticato dai media che rappresenta però il futuro del cinema

Quando si parla del Festival di Cannes spesso si dimentica uno degli aspetti più vivi e interessanti che caratterizzano la celebre manifestazione: il marché. Cannes non è solo una mostra del cinema, ma anche un grande mercato, dove diversi distributori - soprattutto europei – si contendono titoli da diffondere nelle sale nei prossimi mesi.

Non solo i lungometraggi sono oggetto di questo speciale mercato. Nel piano sotterraneo del Palais des Festivals, infatti, si nasconde lo Short Film Corner, l’angolo del cortometraggio appunto. In questo vivace ambiente, dove giovani e talentuosi registi presentano i loro lavori attentamente selezionati dal Festival di Cannes, si sono fatti notare molti italiani.

Sono 43 i corti italiani selezionati per l’ultima edizione dell’iniziativa, nata nel 2004 con l’obiettivo di promuovere giovani talenti provenienti da tutto il mondo, favorendo incontri con professionisti del settore.

Alla visione dei cortometraggi italiani presentati in questa nona edizione, emerge una preponderante attenzione nei confronti di questioni di attualità spesso ignorate dai canali di informazione mediatica. Integrazione, ecologia, arte, fantascienza, infanzia, riscatto. Sono alcuni dei numerosi temi affrontati da questi giovani registi e presentati nel corso del Festival.

È Dario Samuele Leone a portare in primo piano una realtà in fieri che gran parte del nostro Paese ignora. Nel suo bellissimo cortometraggio “Dreaming Apecar” - prodotto dalla Redibis FILM di Daniele Segre e Daniele De Cicco – egli racconta la storia di una donna italiana, interpretata da Lorenza Indovina, che si ritrova a lavorare come badante a casa di un anziano rumeno, ponendo con delicatezza davanti agli occhi dello spettatore il radicale cambiamento che la nostra società sta vivendo negli ultimi anni. Spesso sono proprio gli immigrati – ancora oggi ingiustamente trattati con riprovevole disprezzo da molti nostri connazionali – a farsi imprenditori e dare lavoro agli italiani. Questa realtà è sempre più presente nelle grandi città, un esempio è proprio Torino, città in cui è ambientato il corto.

Anche Isabel Achaval pone attenzione al tema dell’immigrazione nel suo corto “Nel mare dove sono nata io”. La regista racconta l’odissea di una giovane donna incinta fuggita dall’Africa attraverso gli occhi della sua bambina, nata appunto in mare durante la traversata. Colpisce la semplicità con cui la bambina vede il difficile viaggio della madre e la naturalezza con cui la regista affronta una questione tanto delicata.

Un altro tema che affiora in questo cospicuo gruppo di cortometraggi è l’interesse ecologico-ambientale, ben presente in particolare in due opere, “Dust to dust” di Francesco Paolo Paladino – ambientato in un futuro lontano, in cui la Terra è duramente colpita da disordini ambientali e morali - e “Corso Dante” di Gianni Saponara – dove il regista denuncia il coinvolgimento di una politica corrotta nella diffusione di discariche tossiche abusive nel nostro Paese. In entrambi i casi, la prevalenza di long shots a camera fissa viene scelta come metaforica rappresentazione di una realtà che cambia lentamente, recando inevitabili conseguenze per il futuro dell’uomo e del pianeta.

Un altro cortometraggio molto interessante e tecnicamente ben realizzato è “41° Parallelo”, diretto da Davide Dapporto. Il regista prende in considerazione due realtà apparentemente distanti, Napoli e New York, mostrando quanto in realtà le due città siano vicine, essendo entrambe collocate sulle carte geografiche nel 41° parallelo. A Napoli è ambientato anche “La strada di Raffael” di Alessandro Falco, un corto che racconta la storia di un ragazzino che commette piccoli crimini nella periferia della città. Come in questo cortometraggio, in molti lavori presentati allo Short Film Corner i protagonisti sono bambini. Tra i tanti, cito i lavori di due giovani registi piemontesi, “Titanio” di Elisa Micalef – ispirato ad un racconto di Primo Levi – e “Shame and Glasses” di Alessandro Riconda. In entrambi i casi, i registi lavorano con dolcezza, soffermandosi sugli sguardi e i silenzi dei giovani protagonisti, che risultano spesso più eloquenti ed efficaci di lunghe sequenze dialogiche. Un simile impatto viene adottato da Margherita Spampinato nel suo “Segreti”, dove la regista mostra la realtà vissuta dal punto di vista di una bambina.

Accanto ad Elisa Micalef e Margherita Spampinato, Cristina Puccinelli è una delle poche registe donne italiane ad aver portato il suo cortometraggio a Cannes. “Eppure io l’amavo” racconta con leggerezza la storia di un abbandono e delle conseguenze che esso comporta nella vita della energica protagonista.

A Cannes sono stati presentati anche alcuni cortometraggi realizzati grazie al supporto di grandi produzioni, che hanno sostenuto ingenti spese tecniche, ripagate dal buon risultato raggiunto. L’associazione Cinema Giovane, insieme a Diego Biello, ha prodotto “The Beginner”, diretto dal regista Pierluigi Ferrandini. Il cortometraggio vanta una splendida ricostruzione storica della Venezia del 1909 per quanto riguarda costumi, trucco e scenografia. Soggetto del corto è l’incontro tra Rodolfo Valentino e Lady B, una giovane vedova inglese che cambierà le sue prospettive, insegnandogli l’arte della seduzione.

Anche “Genesi” di Donatella Altieri mostra un’attenta cura nella scenografia. Ambientato nell’entroterra pugliese, il cortometraggio ripercorre il passato di un uomo - interpretato da Roberto Herlitzka – mettendo in evidenza le dimensioni della solitudine e del ricordo, della morte e della vita. La natura e l’antica tradizione pugliese si mescolano in questa interessante pellicola, prodotta da Intergea, che ha già conquistato numerosi premi in diversi festival.

Franco Nero è invece il protagonista di “The Last Alchemist”, diretto e prodotto da Michele Massari. L’avvincente thriller gode di un’ottima sceneggiatura, che cattura l’attenzione dello spettatore, coinvolgendolo in una dimensione esoterica e magica.

Aldo Iuliano dirige Alberto Di Stasio e Andre de Rosa nel suo simpatico cortometraggio ”Fulgenzio”, dove un’assurda verità affiora durante un matrimonio, provocando una feroce discussione tra i due quasi sposi. È buona la regia di questo cortometraggio prodotto dal regista stesso Aldo Iuliano e Andrette Lo Conte in collaborazione con Redigital e Menteplastica. Un matrimonio è elemento centrale anche in “Meglio se stai zitta” di Elena Bouryka e Betta Boni. Il corto, che ha già trovato distribuzione sul canale Diva, annovera nel cast Donatella Finocchiaro, Claudia Pandolfi, Valeria Solarino e Claudia Potenza.

Tra i lavori più interessanti, va annoverato il corto “Vicino a te” di Giovanni Sinopoli. Il regista affronta il tema dell’aldilà in modo originale, facendo rincontrare una giovane coppia in una dimensione altra, dove la verità sulle rispettive morti riesce finalmente ad affiorare.

Diversi sono i cortometraggi di genere fantascientifico e thriller. Michele De Angelis presenta il suo thriller claustrofobico “Doors”, mentre Luca Caserta ricrea un’atmosfera da mystery film nel suo “Dal profondo”. Accanto a questi due cortometraggi, spiccano anche “La meccanica della coscienza” diretto da Giuliano Braga e “Piccoli Dei” di Daniele Lince. Più sperimentali risultano “The Escape” di Alessandro De Vivo e Ivano Di Natale, “War Zone” di Marco Marchesi e “LV-225” di Ettore Biondo. Più vicini al genere fantastico sono i lavori di Giulio Mastromauro e Matteo Balzaretti. Il primo dirige “Carlo e Clara”, una tenera storia d’amore ambientata nell’aldilà, mentre il secondo si cala in una dimensione fantasy realizzando “Felici e contenti”. Interessante sono anche i cortometraggi dei giovanissimi registi Cristian Iezzi e Chiara De Marchis, che con il “Last Far West” partecipano per la seconda volta partecipano allo Short Film Corner, Mario Vezza con il suo “Sento” e Enrico Iannaccone con “L’esecuzione”.

Non solo cortometraggi di fiction sono stati presentati a Cannes. Due splendidi documentari meritano di essere ricordati. Il regista Paolo Buatti dirige un cortometraggio di grande importanza culturale, portando a conoscenza del suo pubblico la figura di Fausto Delle Chiaie, artista e poeta che merita certo grande attenzione per originalità inventiva. “Il museo è chiuso quando l’autore è stanco” è un viaggio all’interno dell’open air museum dell’artista di strada, che espone le sue opere all’esterno dell’Ara Pacis di Roma.

Come Buatti, anche Giovanna Taviani focalizza la sua attenzione nei confronti di un uomo insolito. Salvatore Striano è un detenuto che grazie alla cultura ha trovato un riscatto, arrivando a recitare nel film Orso d’Oro a Berlino “Cesare deve morire” di Paolo e Vittorio Taviani. Il breve documentario, che si intitola proprio “Il riscatto”, mostra quanto il teatro, l’arte, la poesia possano cambiare la prospettiva di un uomo e renderlo migliore.

Non è mancata l’occasione per riaprire il dibattito tra pellicola e digitale all’interno della sezione italiana dello Short Film Corner. Camillo Valle nel suo documentario “The Art of Super-8: the Analogic Revolution” pone a confronto le due diverse realtà, mostrando il punto di vista di diversi esperti del settore. E mentre professionisti e critica discutono su quale delle due opzioni sia la migliore per il cinema del futuro, il regista Luca Gennari mostra con coraggio la sua scelta per il cortometraggio “Le tette di una diciottenne”, vincitore di numerosi premi in festival internazionali. Dopo aver lavorato per diverso tempo in Super-8, Gennari ha deciso di tentare un esperimento risultato senz’altro vincente. Egli ha girato il suo cortometraggio, ambientato all’interno di un taxi, con un Iphone. Il regista ha spiegato che in realtà “i due mezzi hanno una cosa molto importante che li accomuna: sono entrambi molto leggeri” e gli consentono dunque “un approccio molto diretto e intimo al soggetto e alla materia filmata”. Un punto di vista interessante, che apre a nuovi sperimentalismi (e a nuove discussioni).

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ledari alle 0:02 del 13 giugno 2013 ha scritto:

bellissimo articolo!!