A Sergio Leone - Monografia

Sergio Leone - Monografia

"-Che cos’hai fatto in tutti questi anni?

- Sono andato a letto presto"

(S. Leone- C’era una volta in America)

Sergio Leone è stato un grandissimo innovatore per il genere western che alla sua epoca era ormai in decadenza dopo i fasti di fine anni cinquanta. Egli è da considerarsi l’inventore dei cosiddetti spaghetti western o western all’italiana che hanno avuto come principali esponenti oltre a lui Duccio Tessari e Sergio Corbucci. I film di Leone sono riconosciuti a livello mondiale e diversi registi di fama internazionale come Sam Peckinpah, Stanley Kubrick e Quentin Tarantino hanno dichiarato di aver preso ispirazione dai suoi western nella realizzazione di alcune loro famose pellicole. La sua produzione è limitata a soli sette film: dopo l’iniziale Il colosso di Rodi (1961) appartenente al genere peplum si suddivide in due trilogie: la trilogia del dollaro, costituita da Per un pugno di dollari (1964), chiaramente ispirato a La sfida dei samurai di Akira Kurusawa, Per qualche dollaro in più (1965) e Il buono, il brutto e il cattivo (1966) e la trilogia del tempo che comprende C’era una volta il west (1968), Giù la testa (1971) e C’era una volta in America (1984), quest’ultimo unico a non appartenere al genere western e considerato da molti il suo capolavoro assoluto.

La principale innovazione introdotta dal regista romano consiste nel superamento della simbiosi western-patriottismo americano per quel che riguarda le tematiche della vicenda, che nei classici di questo genere si basava su una caratterizzazione dei personaggi limitata al facile stereotipo di eroe/antagonista, con il contenuto non molto diverso da quello di una favoletta a lieto fine; Leone ha avuto il merito di rendere protagoniste personalità complesse con tratti molto più realistici, mosse da emozioni incontrollabili e peccaminose come la vendetta, il rancore e la sete di denaro. I personaggi descritti da Leone sono ignoti, trasandati, sporchi sia nell’animo che nell’aspetto, difficilmente definibili come positivi o negativi in senso assoluto; in molti casi sono esempi di un particolare tipo di umanità che lo spettatore coglie lentamente nel corso del film e si presentano nella loro solitudine e nell’assenza di comunicazione, che spesso nasconde un passato oscuro, con ferite che vengono nascoste dietro una calma apparente e una serie di gesti ritualizzati. Tra i tanti personaggi emblematici di questi stati d’animo così complessi ci sono il colonnello Douglas Mortimer in Per qualche dollaro in più o Armonica in C’era una volta il west mentre in altri casi Leone caratterizza le personalità dei protagonisti in modo volutamente eccessivo ed esagerato come nel caso di Tuco ne Il buono il brutto e il cattivo o Juan Miranda in Giù la testa; i personaggi più famosi dei western di Sergio Leone sono però quelli interpretati da Clint Eastwood nella trilogia del dollaro e sono diventati famosi per la loro freddezza e poca espressività amplificata dal modo di recitare del famoso attore americano tanto che lo stesso Sergio Leone in una celebre frase disse che egli aveva due espressioni, una con il cappello e una senza cappello.

I western di Leone hanno un intreccio molto complesso, che coinvolge un gran numero di personaggi ed è basato su un gran flusso di eventi che riesce a mantenere il film avvincente per tutta la sua durata. Leone alterna ritmi lenti caratterizzati da enigmatici zoom sui volti dei protagonisti e da campi lunghissimi che rappresentano il vero e proprio tratto distintivo del cinema del regista romano con combattimenti frenetici e sorprendenti che raggiungendo l’apice dell’emotività nel finale, quando finalmente si scoprono le reali motivazioni delle azioni compiute dai protagonisti. Hanno poi una grande importanza le ambientazioni scarne del deserto dell’Andalusia, dove sono state girate le scene principali di tutti i suoi western, a parte C’era una volta il west e soprattutto le inconfondibili musiche del maestro Ennio Morricone. Un esempio su tutti che può descrivere perfettamente la suspence creata da Leone del momento cruciale della vicenda è il combattimento finale tra lo straniero e Ramon in Per un pugno di dollari , in cui tutti questi fattori si combinano creando un effetto inconfondibile e inimitabile.

I sentimenti che acquisiscono maggiore importanza nei film di Leone sono l’amicizia e il rispetto, che nascono da incontri casuali nell’immenso west; non di rado i personaggi su cui si intreccia la vicenda sono almeno inizialmente contrapposti, come nel caso di Juan Miranda e John H. Mallory in Giù la testa ma può nascere anche un rapporto di intima collaborazione utilitaristica che può variare nel corso del film, come nei continui e vicendevoli torti tra Tuco e Il Biondo ne Il buono, il brutto e il cattivo. Il rapporto che si viene a creare si basa più sugli atti che sulle parole, ma sono proprio le azioni e i gesti il linguaggio comune di questi uomini che condividono lo stesso mondo e per questo hanno la capacità di comprendersi in fretta con un linguaggio comune. Tra i vari rapporti significativi merita una citazione particolare quello tra Armonica, Cheyenne e la bella Jill in C’era una volta il west: i tre provengono da mondi completamente diversi ma condividono il fatto di essere stati ingannati dallo stesso personaggio. Il finale non darà loro redenzione o consolazione, vista anche la scomparsa di Cheyenne, indubbiamente il più sfortunato dei tre, e il sentimento centrale sarà la malinconia per la fine del vecchio west e l’arrivo della modernità. L’amicizia tra Max e Noodels è uno dei temi principali anche dell’ultimo film di Leone, C’era una volta in America; in particolare tra i tantissimi spunti di riflessione che ci offre il finale di questo stupendo gangster movie c’è il comportamento di Noodles che piuttosto che arrendersi all’evidenza dei fatti e uccidere l’amico per un’inutile vendetta, preferisce pensare che sia morto anni prima, lasciando così intatto il ricordo di quello che avevano condiviso.

I flashback sono utilizzati da Leone in modo talvolta enigmatico, come in Giù la testa, quando vengono mostrati alcuni episodi della vita di John H. Mallory in Irlanda, in particolare sul suo rapporto con l’amico Sean, mentre in Per qualche dollaro in più e C’era una volta il west questa tecnica narrativa rappresenta il culmine dal punto di vista drammatico e la chiave di volta per comprendere fino in fondo la vicenda che è stata narrata. Un caso a parte è C’era una volta in America, la cui vicenda è ambientata in quattro diversi periodi (1933, 1968, 1921, 1932) con un intreccio assai particolare che contribuisce a rendere questo gangster movie ancor più affascinante, soprattutto nell’interpretazione degli eventi che accadono. La distribuzione negli Stati Uniti d’America ridusse notevolmente il film mostrando la vicenda in ordine cronologico e chiaramente si rivelò un fiasco.

I lungometraggi del regista romano vengono poi spesso ambientati in un preciso periodo storico nel quale si inserisce la vicenda e questa diventa l’occasione per Leone di porsi in un determinato modo di fonte a questioni universali; ne Il buono il brutto e il cattivo c’è sullo sfondo la guerra di secessione americana in cui il cineasta romano sceglie una prospettiva diversa, mostrando gli stermini all’interno dei campi nordisti con la chiara intenzione di evidenziare la propria repulsione per ogni conflitto bellico, giudicato come apoteosi dell’assurdità sia per i vincitori che per i vinti. La storia ha un ruolo fondamentale anche in C’era una volta il west in cui la costruzione della ferrovia rappresenta la fine di un’epoca, come manifestato dal cantiere che c’è alla fine del film e dal malinconico addio dei protagonisti. Anche in C’era una volta in America sono presenti vari riferimenti delle diverse epoche e in particolare l’avvento del proibizionismo è un momento cruciale nello svolgimento della vicenda. Giù la testa è invece ambientato nel 1913 in Messico nel’epoca di Emiliano Zapata e permette al regista si esprimere il suo pensiero riguardo alla rivoluzione nella celebre frase detta da Juan Miranda a John Mallory:

 

Quelli che leggono i libri vanno da quelli che non leggono i libri, i poveracci, e gli dicono: Qui ci vuole un cambiamento! e la povera gente fa il cambiamento. E poi i più furbi di quelli che leggono i libri si siedono dietro un tavolo e parlano, parlano e mangiano, parlano e mangiano; e intanto che fine ha fatto la povera gente? Tutti morti! Ecco la tua rivoluzione!”

È il personaggio del dottor Villega a rappresentare “quelli che leggono i libri” e non a caso sarà lui a tradire durante le torture; Leone gli riserva però una sorta di redenzione facendolo morire da eroe pentito sul treno a fianco dei suoi compagni, mentre rimarrà vivo il solo Juan Miranda, il personaggio che durante tutto l’intreccio ha maggiormente preso coscienza della propria condizione; il centro del film è l’assalto alla banca di Mesa Verde è ciò che unisce i protagonisti tra di loro e allo stesso tempo viene visto come l’atto rivoluzionario in sé, simboleggiato con l’attacco al centro del potere economico. Emblematica da questo punto di vista la citazione della frase di Mao Tse Tung a inizio film:

« La Rivoluzione non è un pranzo di gala, non è una festa letteraria, non è un disegno o un ricamo, non si può fare con tanta eleganza, con tanta serenità e delicatezza, con tanta grazia e cortesia. La Rivoluzione è un atto di violenza »

Mentre in Giù la testa l’assalto alla banca significa quindi sovvertire l’ordine sociale, in C’era una volta in America rappresenta la definitiva separazione tra Noodles e Max che si manifesta con un tentativo suicida da parte di quest’ultimo, annoiato dalla propria vita criminale e bramoso di potere. Noodles invece non si riconosce in quello che l’amico vuole fare e in generale in tutta l’organizzazione: il carcere da ragazzino l’ha cambiato, è un gangster in chiara decadenza, ancorato a un ideale di criminalità più romantico e non più attuale e deciderà quindi di denunciare il colpo alla polizia, pensando di salvare in qualche modo la vita dei suoi amici. Max si realizzerà in ogni ambito mentre Noodles dopo il terribile shock della scomparsa dei suoi complici nel tentativo di colpo alla Central Bank, deciderà di ritirarsi “andando a letto presto” dopo aver provato a dimenticare il passato fumando oppio. La dignità con cui egli risponde all’ultima, assurda, richiesta di Max dopo tantissimi anni lo lascia nell’immutabilità dei suoi sogni e dei suoi ideali: si può infatti dire che una parte di Noodless viene uccisa alla fine di ogni epoca del film, dal momento della sua incarcerazione, alla scomparsa degli amici in cui metaforicamente muore anche il Noodles criminale.. paradossalmente solo l’ultimo, quello del ’68, andrà avanti in qualche modo, credendo che forse è meglio che tutto si sia concluso in un passato che nonostante tutto rimarrà il culmine della sua esistenza.

Nei film di Sergio Leone i protagonisti sono tutti maschili e soprattutto nella trilogia del dollaro le donne hanno un ruolo assolutamente marginale. Fanno eccezione il personaggio di Jill in C’era una volta il west interpretato da Claudia Cardinale che dimostra grande coraggio e dignità, comportandosi in un certo senso come un vero e proprio protagonista del west mentre in C’era una volta in America è fondamentale il personaggio di Deborah sia come oggetto del desiderio di Nooodles che come donna capace di raggiungere l’obiettivo che si era prefissata; nell’innamoramento di Noodles per lei c’è tutto: attrazione, provocazione, desiderio, vergogna fino ad arrivare alla drammatica scena del ristorante prenotato e dello stupro in taxi, forse la più grande descrizione cinematografica di come la passione possa essere un sentimento incontrollabile che può talvolta degenerare in violenza.

Il merito più grande di Sergio Leone è stato quello di saper dire cose molto profonde in un modo estremamente semplice; il suo cinema parla un linguaggio universale e accessibile a tutti, apprezzato più dalla gente comune che dai critici cinematografici. Delle produzioni dei film di Leone si ricordano molti aneddoti come le liti burrascose sul set con gli sceneggiatori e con gli attori nel bel mezzo delle riprese a causa del suo perfezionismo e della tendenza ad accentrare su di sé ogni aspetto della produzione, limitando notevolmente la professionalità altrui, tant’è che anche con il maestro Ennio Morricone (anch’egli personaggio molto orgoglioso e poco disposto ad accettare intromissioni nel suo lavoro) ebbe più di un contrasto pur riconoscendo l’importanza avuta dalle sue musiche nel successo degli spaghetti western. Anche con Clint Eastwood ebbe un rapporto di amore/odio ma nonostante questo l’attore americano gli sarà eternamente riconoscente per averlo lanciato e per gli insegnamenti impartiti che ha utilizzato nella sua carriera da regista, tanto da ringraziarlo pubblicamente sia all’inizio del suo western Gli spietati che dopo aver vinto l’oscar per Million dollar baby. Tra gli episodi incredibili delle sue produzioni c’è anche il suicidio dell’attore Al Mulock in Spagna durante le riprese di C’era una volta il west e un aneddoto riguardante Robert De Niro che alla fine delle riprese di C’era una volta in America regalò una targhetta d’argento a tutte le persone che avevano partecipato alla lavorazione del film

Sergio Leone è però universalmente conosciuto per la sua genuinità che l’hanno reso un vero “uomo del popolo” e personaggio unico nella storia del cinema italiano; nei suoi film hanno recitato grandissimi attori di fama internazionale: oltre al già citato Clint Eastwood (Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più, Il buono, il brutto e il cattivo ) Klaus Kinski (Per qualche dollaro in più) Lee Van Cleef (Per qualche dollaro in più, Il buono il brutto e il cattivo), Eli Wallach (Il buono, il brutto e il cattivo),Charles Bronson (C’era una volta il west), Henry Fonda, Rod Steiger e James Coburn (Giù la testa), Robert De Niro, James Woods, Elisabeth Mc Govern e Joe Pesci (C’era una volta in America). A questi si sono affiancati alcuni tra i più grandi attori del cinema italiano come Gianmaria Volontè (Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più), Aldo Giuffrè (Il buono, il brutto e il cattivo), Claudia Cardinale (C’era una volta il west) e Romolo Valli (Giù la testa). Da segnalare la presenza in quasi tutti i suoi lungometraggi del caratterista romano Mario Brega che avrà poi un ruolo importante anche nei film di Carlo Verdone, che a sua volta era stato scoperto da Leone agli inizi della sua carriera. Sarà proprio il creatore degli spaghetti western a fare da aiuto regista al giovane comico nelle sue prime opere.

Sergio Leone è morto per un infarto a soli 60 anni, nel 1989, mentre stava lavorando su un progetto di film sull’ assedio di Leningrado durante la Seconda Guerra Mondiale, dopo aver rifiutato di dirigere Il Padrino. È stato premiato nel 1972 con un David di Donatello con Giù la testa e nel 1985 un Nastro d’argento al regista del miglior film con C’era una volta in America.

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