A Recensione DVD - Le diavolesse

Recensione DVD - Le diavolesse

 

Regista prevalentemente televisivo, Bruno Gantillon nel 1971 realizzava il suo secondo lungometraggio, Le diavolesse (Morgane et ses nymphes), presentando al pubblico un’opera inconsueta, non esente da difetti (la dilatazione dei tempi, in particolare), eppure affascinante, giacché, senza utilizzare alcun effetto speciale, ma facendo ricorso alla sola immaginazione, la storia messa in scena evocava una dimensione altra, in cui poter fare esperienza dell’eterna giovinezza e dell’immortalità.

Sebbene il titolo italiano dia un’indicazione precisa, nel film le ninfee (come da titolo originale), capitanate dalla sensuale Morgana (Dominique Delpierre), precisano di non avere nulla a che fare con il maligno, laddove il mondo in cui vivono è frutto di una sorta di incantesimo, vi è in esso una magia che lo separa da quello della quotidianità, in cui vige l’impietoso scorrere del tempo cronologico. Le due ragazze protagoniste, Françoise (Mireille Saunin) e Anna (Michèle Perello), le quali, dopo una notte trascorsa in un pagliaio a causa di un guasto alla macchina, si ritrovano all’interno di un castello medievale, pur essendo state, in un certo senso, sequestrate, non subiscono violenze vere e proprie, semmai viene loro caldamente consigliato di scegliere la vita eterna. A rendere più inquietante la storia concorre il deforme Gurth (interpretato dall’attore francese Alfred Baillou, volto che difficilmente si dimentica), il quale, al servizio di Morgana, di cui è segretamente innamorato, trama nell’ombra per diventare il padrone del castello. Non mancano scene erotiche saffiche, ma l’occhio della macchina da presa sta addosso ai corpi in maniera elegante, ne restituisce la purezza, non scade mai in una prospettiva voyeuristica da commedia sexy. Colpisce, anzi, del film di Gantillon la cura della forma, dalla fotografia con neri intensi e colori saturi ai costumi sgargianti, che risplendono in particolare nelle sequenza girate all’esterno, nel bosco adiacente al castello.

Il finale del film, che ovviamente non sveliamo, restituisce, retroattivamente, un nuovo e più intenso colpo d’occhio sull’insieme, in quanto, come si diceva all’inizio, rivela l’esistenza di due mondi separati da una sottilissima soglia, che li rende quasi distinguibili (e nel film questo gioco di apparenze viene adeguatamente rappresentato). Insomma alla prosaicità della vita quotidiana viene giustapposta una dimensione in cui c’è una diversa percezione del tempo; si tratta di uscire fuori da sé, come in una sorta di ‘soggettività eccentrica’, e delirare, ma non in senso negativo, semmai come conseguenza di una gioia difficile da contenere. Certo, ne Le diavolesse, prende corpo la tipica trama (abusata) della vendita dell’anima per accedere alla nuova condizione, ma, ripetiamo, lo spiazzante finale rimodula sensibilmente il senso della narrazione, provocando interessanti suggestioni e un’inversione di segno di tutta la storia.

Questo è quanto basta per consigliare la visione della pellicola, che necessita di una pronta rivisitazione.

Pubblicato da Sinister Film e distribuito da CG Entertainment, Le diavolesse è disponibile in dvd, in formato 1.66:1 con audio in italiano e originale (DD Dual Mono) e sottotitoli opzionabili. Nei contenuti speciali, oltre alla galleria fotografica e al trailer cinematografico, è presente l’interessante (e inquietante) cortometraggio di Bruno Gantillon Un Couple d’Artistes.

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