A Recensione DVD - I diabolici

Recensione DVD - I diabolici

 

“Un quadro è immancabilmente morale quando è tragico e quando riflette l’orrore delle cose che rappresenta”: così nei titoli di testa è annunciato quello che è lo spirito che anima il celebre lungometraggio di Henri-Georges Clouzot, I diabolici, tratto dall’omonimo romanzo di Pierre Boileau e Thomas Narcejac, in cui viene riformulato lo stile del genere thriller, grazie ad un innovativo utilizzo della suspense e a una caratterizzazione inedita dei personaggi, che per l’intera durata del film paiono assumere determinati connotati, smentiti rocambolescamente dall’epilogo, spiazzante e annichilente, all’insegna della totale sfiducia per l’essere umano, dipinto come animato dall’unico intento di perseguire i propri interessi, giungendo, per tale motivo, a compiere i più efferati delitti.

Il film, sceneggiato dallo stesso Clouzot e da Jérôme Géronimi, è assai efficace nel tenere sempre desta l’attenzione dello spettatore, cui vengono parsimoniosamente fornite indicazioni circa i fatti che si susseguono sullo schermo, in special modo in riferimento al legame che unisce le due protagoniste, Nicole Horner (una glaciale Simone Signoret) e Christina Delasalle (Vera Clouzot), entrambe impiegate, l’una come insegnante, l’altra in qualità di direttrice, in un collegio, dove il dispotico preside, Michel Delasalle (Paul Meurisse), detta legge sui ragazzi e il corpo insegnante, e in particolare sulle due giovani donne, l’una sua amante, l’altra sua moglie. Le due organizzano un sofisticato piano per sbarazzarsi del tiranno, attirandolo a Niort, città natale di Nicole, dove, dopo averlo drogato, lo annegano in un vasca da bagno con una freddezza all’altezza del più navigato killer. Christina, però, debole di cuore, accusa tutto il senso di colpa per aver compiuto il mostruoso gesto, e vive con grande ansietà gli sviluppi successivi della storia; le fa da contraltare la smaliziata Nicole, che contiene, con la sua determinazione, la fragilità della compagna. Il problema sorge quando, dopo aver gettato il cadavere nella piscina dell’istituto, il corpo misteriosamente sparisce, gettando nel panico Christina che, per la scossa emotiva, è costretta a letto sedata da un medico. A ciò si aggiunga l’intervento di un commissario in pensione che vuole aiutare la direttrice nella risoluzione dell’intricato caso, col risultato di innervosirla ancor di più. Per non rovinare la visione del film a chi non l’avesse mai visto, interrompiamo la narrazione della trama, che, nonostante i tanti anni passati, non mancherà di turbare lo spettatore contemporaneo.

I diabolici, d’altro canto, mostra una notevole modernità soprattutto per il montaggio dinamico, che movimenta non poco l’evoluzione della storia, la quale si articola in quasi 115 minuti di durata, a dimostrazione della ricchezza di una trama che necessitava di un tempo ragionevole per una fisiologica articolazione. La recitazione degli attori, poi, è assai riuscita, e, a parte le due incontrastate protagoniste che dominano la scena, Paul Meurisse si dimostra davvero abile, in particolare nel mostrare una sfrenata tendenza, nonostante la giovane età,  a prevaricare chiunque si relazioni con lui, dai ragazzi agli insegnanti, fino alle due donne che tratta come propri oggetti, con cui intrattiene un rapporto fisico di sopraffazione, e la sua brutalità disturba non poco chi avesse una concezione vagamente democratica dell’esistenza. Per non parlare della sua performance ‘acquatica’, laddove patisce un violento annegamento in cui lo vediamo immerso in una vasca senza respirare per diversi secondi.

Ma è l’atmosfera generale del film a turbare: a prescindere dalle specifiche tinte thriller-horror, tutto ne I diabolici è angosciante, a cominciare dai personaggi minori (gli insegnanti e gli impiegati del collegio) che, pur solo gravitando intorno alla vicenda principale, tradiscono una mancanza di umanità, una grettezza e una meschinità che davvero indispongono e tratteggiano un mondo claustrofobico, dominato da rapporti di forza miserabili, in cui si tende sistematicamente alla prevaricazione (il preside nei confronti degli insegnanti, e quest’ultimi nei confronti dei ragazzi), in una spirale di violenza psicologica che restituisce in pieno lo spirito che animava quelle che Gilles Deleuze denominò ‘società disciplinari’, a tal punto da far quasi preferire le postmoderne ‘società del controllo’, in cui si coltiva, per lo meno, l’illusione di poter, in un futuro prossimo, innescare un reale movimento di liberazione, aspirazione che nel modello precedente è assolutamente interdetta.

Un film, dunque, I diabolici, che, come tutte le vere grandi opere, solleva diverse questioni, dimostrando un’acutezza di sguardo che va ben oltre la limitativa etichetta di film di genere. Un affresco di un epoca, in cui prende corpo una vicenda che getta una luce inquietante sull’aggressività dell’essere umano, precipitato in una spirale di insuperabile decadenza. Per questi e per gli altri motivi elencati, se ne consiglia caldamente la visione.

Pubblicato in versione restaurata in HD da Sinister Film, e distribuito da CG Entertainment, I diabolici è disponibile in dvd in formato 1.33:1 con audio in italiano e originale (DD dual mono) e sottotitoli opzionabili. Nei contenuti speciali il trailer originale dell’epoca.

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