A Recensione DVD - Gli occhi della notte

Recensione DVD - Gli occhi della notte

 

Sarebbe davvero ingeneroso ridurre la ricca e prolifica carriera di Terence Young ai tre film capostipiti della saga di James Bond, giacché il regista britannico ha ripetutamente dimostrato di saper realizzare pellicole assai interessanti, partendo il più delle volte da un’iconografia di genere ben codificata per affrontare questioni importanti, profonde, filosofiche. Chi scrive lo sostenne già quando si ritrovò ad analizzare il bellissimo Il mistero degli specchi (1948, secondo lungometraggio di Young), raffinata incursione nel thriller psicologico, con tanto di riferimenti all’Arte, alla Storia, al valore della Bellezza, in cui si evinceva chiaramente la caratura di chi si trovava dietro la macchina da presa. Dello stesso tono sono le considerazioni da farsi per il ricercatissimo Gli occhi della notte (1967), tratto dall’omonima pièce teatrale di Frederick Knott, in cui un’inedita Audrey Hepburn, smessi i panni della bambolina sorridente, interpreta superbamente una donna non vedente che si ritrova, suo malgrado, in un pasticcio, dovuto al casuale scambio di un cospicuo quantitativo di droga che tre malviventi (Richard CrennaAlan Arkin e Jack Weston) tentano in tutti i modi di recuperare, sfruttando l’assenza del marito della signora. Il maltolto è nascosto all’interno di una bambola, e assistiamo, dunque, alle ingegnose messe in scene dei tre uomini, che si intrufolano con scuse varie e assumendo diverse identità nella casa di Susy Hendrix (Hepburn), architettando un’iperbolica storia per arrivare a tornare in possesso del prezioso giocattolo.

Girato completamente in un interno, Gli occhi della notte risulta efficacissimo nella misura in cui si assiste al crescendo di una tensione che, senza mai calare d’intensità, cattura lo spettatore, il quale s’immedesima completamente nella protagonista, cercando con lei, attraverso i suoni, le incongruenze delle storie raccontate e, non ultima, l’affilatezza del suo cervello, di venire a capo di un groviglio d’informazioni che frastorna per la sua complicazione (apparente). A parte la bellezza della sceneggiatura, dei dialoghi, del raffinato intrigo e delle interpretazioni, ciò che rende Gli occhi della notte un unicum, da inserire saldamente nella lista dei film da considerare capolavori, è il modo in cui, man mano che la trama si dipana, ci si inabissa nel buio in cui vive la protagonista, e, dunque, si accetta insieme a lei di rinunciare alla vista e di venire comunque a capo della vicenda. Fenomenali, in tal senso, gli ultimi sei minuti, in cui Young ci ‘condanna’ ad un lungo intervallo di schermo nero, scaraventandoci in situazione, costringendoci ad acuire il senso dell’udito per comprendere quanto sta accadendo. Non c’è un fuori campo, non c’è proprio più il profilmico, l’immagine si riduce a suono, in una trasformazione che scompagina la prosopopea intenzionale di chi guarda, esponendo all’accadere degli eventi, senza che sia più possibile prevedere l’esito finale. Da antologia il sussulto finale del signor Roat (Arkin) che, quando uno spiraglio di luce riprende ad illuminare flebilmente il quadro, dopo essere stato pesantemente atterrato, spicca un prodigioso balzo per afferrare Susy, nel disperato tentativo di cambiare un finale a quel punto segnato. Ottima la prestazione di Crenna (prima che divenisse il celebre colonnello di First Blood – Rambo), che duetta con Hepburn in maniera impeccabile, reggendo ‘il palcoscenico’ per quasi l’intera durata del film. Hepburn, infine, si cala prodigiosamente nei panni di Susy; per preparare al meglio il proprio personaggio frequentò a lungo una scuola per ciechi, e, visti gli ottimi risultati, non si può che ammirare tanta solerzia.

Gli occhi della notte è un film che non risente del passaggio del tempo, i suoi quarant’anni non li dimostra, capace come è ancora oggi di stregare chi guarda, alla stessa stregua di un riuscito thriller hitchcockiano. Da vedere per chi non lo conoscesse, da rivisitare per chi l’avesse (ingiustamente) dimenticato. Caldamente consigliato l’acquisto del dvd, dotato di una ricca sezione extra con interviste ai protagonisti e a chi pensò e realizzò l’opera.

Pubblicato da Sinister Film e distribuito da CG EntertainmentGli occhi della notte è disponibile in dvd, in formato 1.78:1 con audio originale e in italiano e sottotitoli opzionabili. Nei contenuti extra: Featurette – A look in the dark; Trailer cinematografico; Galleria fotografica.

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