A INTERVISTA A STEPHEN FINGLETON, REGISTA DI “SHIRIN”, E SATSUKI OKAWA, REGISTA DI “TIDY UP”

INTERVISTA A STEPHEN FINGLETON, REGISTA DI “SHIRIN”, E SATSUKI OKAWA, REGISTA DI “TIDY UP”

Il CCA é sede di un incontro tra i filmmaker, autori dei cortometraggi in concorso, e il pubblico. È qui che incontro Stephen Fingleton, giovane e promettente regista, in concorso al Glasgow Short Film Festival con Shirin. Filmmaker alla nona prova registica - ma la seconda ben riuscita, sottolinea lui - partecipa al Festival scozzese, primo di una serie di festival dove il suo corto sarà proiettato, nonostante sia stato molto difficile trovare concorsi disposti ad accettare un corto dal soggetto tanto delicato quanto attuale. La prima domanda che rivolgo a Fingleton è il motivo della scelta del bianco e nero nel suo corto. Il giovane filmmaker mi spiega che è stata una decisione presa in post-produzione per motivi di genere, in quanto il soggetto trattato nel corto assume risvolti orrorifici e drammatici, soprattutto nel finale. Il regista ha deciso di scrivere questo corto in seguito alla vicenda di Tulay Goren, giovane brutalmente uccisa dalla famiglia a Londra. Quando ha pensato a come realizzare il corto, ha deciso di mostrare il punto di vista della ragazza, vittima innocente, in modo che sia pubblico che protagonista non sappiano che cosa stia per accadere. Chiedo a Fingleton di spiegarmi meglio il ruolo del padre nella vicenda: all'inizio del corto sembra una persona tranquilla, alla fine si rivela un mostro. Il regista dice che ad una seconda visione del corto, è evidente che il padre sa che la ragazza non uscirà mai più dalla casa, ed è proprio questa l'ironia tragica che caratterizza il cortometraggio. Shirin non riflette una cultura e una religione specifiche. Questo fattore non ha quindi influito nella scelta del cast; infatti gli attori appartengono a culture completamente diverse: l'attrice che interpreta Shirin ha origini nel sud dell'India, mentre l'attore che veste i panni del padre è greco. Questa sera verranno nominati i vincitori della competizione. Augurandogli un meritato riconoscimento, saluto Fingleton, per parlare con Satsuki Okawa, giovane filmmaker giapponese. Dopo aver frequentato la Film School in Giappone nel 1998, ha lavorato come giornalista in ambito musicale, non perdendo mai la passione per l'arte cinematografica. Negli ultimi anni ha realizzato quattro cortometraggi e ha partecipato a diversi festival dislocati in tutto il mondo, dal Texas al Giappone; il Glasgow Short Film Festival è il suo primo concorso europeo, dove è in gara con il corto Tidy up. La regista, che è anche sceneggiatrice del cortometraggio, mi spiega che la storia è tratta da un fatto a lei realmente accaduto: come i protagonisti, anche lei si è ritrovata a dover pulire la casa di un defunto. La particolarità della pellicola che Okawa vuole sottolineare è che l'humor dei dialoghi sovrasta il dramma dell'intreccio: i personaggi hanno l'intento di divertire e di creare un'atmosfera sorprendente, in quanto il pubblico in procinto di vedere il corto si aspetta lo sviluppo di una tematica triste. Questa scelta rispecchia il suo stile registico, che non dipende dal contesto culturale in cui è cresciuta; la regista si accinge a realizzare un nuovo corto, anch'esso ricco di dialoghi umoristici. Oltre al GSFF, Tidy up ha partecipato al Short Shorts Film Festival, al LA EigaGest e al Lone Star International Film Festival.

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