A Giganti e giocattoli. Il cinema di Yasuzo Masumura - un libro di Beniamino Biondi

Giganti e giocattoli. Il cinema di Yasuzo Masumura - un libro di Beniamino Biondi

Per Aracne, piccola ma intraprendente casa editrice romana con vocazione accademica, esce nella collana Cinema ed estetica cinematografica un utile volumetto che si propone di portare a un più ampio pubblico cinefilo una presentazione del regista giapponese Yasuzô Masumura. Il prolifico autore nipponico comincia la sua produzione artistica negli anni '50, dopo alcuni anni trascorsi in Italia a studiare presso il Centro Sperimentale di Cinematografia, periodo che ebbe una notevole influenza sulla sua elaborazione sociopolitica e la definizione del suo stile. In particolare fu il soggiorno europeo a far maturare in lui un netto rifiuto di quelle componenti della cultura giapponese, come il conformismo e il senso di rassegnazione, a cui ascriveva la responsabilità dell'infelicità dell'individuo ed anche la sua disponibilità a servire poteri reazionari e disumani. Il titolo del libro è preso in prestito da uno dei suoi primi film, risalente alla fine degli anni 50, in cui si denuncia il potere di corruzione morale del capitalismo sfrenato che s'era insediato in Giappone dopo il secondo conflitto mondiale. Masumura realizza un cinema in cui ogni elemento, dalle inquadrature, che sfuggono i primi piani, alla recitazione, “eccessiva”, è messo al servizio della sua idea di cambiamento sociale e per questo si attira la disapprovazione di numerosi critici connazionali ma non di Nagisa Oshima che in lui individua sin da subito un forte potenziale di trasformazione, salvo poi riservargli alcune critiche di inadeguatezza politica, quando lo stessa Oshima passò dietro la macchina da presa. La produzione di Masumura si estende fino alla metà degli anni '80, alternando film fortemente autoriali ad altri più commerciali, non escludendo il medium televisivo, ma è forse negli anni sessanta che realizza le sue opere più innovative e maggiormente diffuse anche da noi, portando a maturazione i suoi stilemi e contribuendo significativamente alla creazione della cosiddetta Nouvelle Vague giapponese. Sono di questo decennio Nuda per un pugno di eroi (1966) e La bestia cieca (1969), due opere che ridefiniscono i contorni dei generi, interconnettendo e superando sia il Pinku eiga sia il Roman porno e, secondo alcuni critici, fornendo materiale per lo sviluppo anche di cinematografie distanti, come l'horror nipponico e il cinema di Quentin Tarantino. Nel primo di questi due film assistiamo ad una cruda denuncia degli orrori della guerra, che passa attraverso l'esibizione plastica delle atrocità, facendo ricorso anche ad una rappresentazione della violenza nei rapporti sessuali. Sul tema eros-tanathos s'era già espresso l'anno prima con La moglie di Seisaku, narrando una relazione simile a quella cui si ispirerà Oshima in Ecco l'impero dei sensi (1976). L'altro titolo è riferito ad un'opera di grande impatto visuale in cui viene messo in scena un triangolo i cui protagonisti si relazionano attraverso le più profonde deviazioni indotte dai desideri sadomasochistici e da irrisolti rapporti edipici. I temi prescelti da Masumura e la modalità di trattarli hanno fatto parlare di affinità con l'esistenzialismo sartriano e con l'universo di Bataille, confermandone la dimensione di autore ponte tra occidente ed oriente che ha fatto parlare anche di una sua influenza sul primo Lynch.

Il volumetto include alcuni testi elaborati dallo stesso Masumura, in cui espone le sua idea di società e di cinema e comprende la sua filmografia completa ed un riferimento bibliografico che lo rendono un testo che, pur nella sua brevità, costituisce un valido strumento di accesso ad uno straordinario regista che merita attenzione e approfondimento. Il linguaggio utilizzato nella stesura del saggio è avvincente e testimonia del grande vigore intellettuale del regista e della estrema potenza evocativa del suo cinema; auspicabile un'ulteriore ristampa del testo che potrebbe eliminare qualche refuso ed errore di troppo.

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