A Ghost Cam: quando una app è protagonista.

Ghost Cam: quando una app è protagonista.

 

Ghost Cam è una web serie girata da Valentina Bertuzzi (scritta a quattro mani insieme a sua sorella Francesca), pensata e realizzata proprio per il web e il social network: tratta di una applicazione che può preannunciare la propria morte nel momento in cui la app mostra il proprio fantasma (o “pre-morto”). L’atmosfera che offre la web serie è un mix di gotico e di contemporaneo, che spinge lo spettatore a riflettere su quanto si percepisce della realtà e ai messaggi sottostanti che bisogna essere in grado di captare. In una sorta di simbolismo 2.0, Ghost Cam porta all’estremo alcuni aspetti della società del web; li approfondiamo insieme alla regista, Valentina Bertuzzi:

 

Da dove nasce il progetto di “Ghost Cam”?

Ghost Cam è un’idea che nasce da un sogno premonitore. Quand’ero bambina mi hanno raccontato la storia di una persona che aveva sognato di chiedere aiuto, perché si trovava in pericolo, e il giorno dopo quella persona è deceduta. Poiché si tratta di un membro della mia famiglia, questa storia mi ha sempre colpito moltissimo, e da lì ho iniziato a riflettere sui segnali e sui simboli che ci vengono trasmessi da qualcosa che non è percepibile direttamente.

 

Perché offrire una storia di “pre-morti” (soon to die) ad un pubblico italiano, che non è così avvezzo a questo genere di leggende? (Penso più ad una tradizione nordica o anglosassone, ad esempio).

Anche se non vi è una vera e propria tradizione, ho sentito molte persone raccontare di aver avuto esperienze di questo genere o in ogni caso molto simili. Più che una tradizione mi verrebbe da dire che c’è un “istinto popolare” rispetto a queste forme di paranormale. Poi in realtà va anche detto che c’è anche una buona tradizione italiana di leggende popolari legate a questo tipo di spiritualità in qualche modo pagana o atea, ma forse oggi meno note.

Le location sono molto suggestive. Dove avete girato?

Abbiamo girato nella Tuscia viterbese, anche sul lago di Vico. Sono luoghi davvero suggestivi e carichi di quello spiritualismo che volevamo si percepisse all’interno della serie.

Il progetto non riguarda solo la web serie, ma comprende anche un gruppo facebook in cui il pubblico si confronta direttamente con i personaggi della serie. Ci sono stati dei riscontri a livello social? C’è stata partecipazione?

Tutto il progetto nasce come un fake per la rete ed è stato creato appositamente per il web. Abbiamo avuto molti riscontri, specialmente dall’estero (anche perché abbiamo girato in inglese, quindi era pensata anche per un pubblico straniero) e tutt’ora alcuni scrivono chiedendo informazioni sulla app o commentando le puntate non capendo che si tratta di una web serie di finzione. La puntata in cui ad esempio Pier cammina sulle rotaie [GhostCam puntata 7 n.d.r] è stata commentata da molti con affermazioni quali: “Ma che fa?”, “Ma è pazzo?”. Ci è voluto un po’ prima che si capisse che si trattava di finzione, ma c’è stato in generale un buonissimo riscontro. 

L’idea della app “post your ghost, save your life” può essere considerata come una parodia di molte applicazioni che oggi ci sembrano utili ma che di fatto non lo sono? O anche un ribaltamento di molte di quelle iniziative dei social in cui mettendo un “like” si può salvare la vita a migliaia di bambini che muoiono in Africa?

Non ci avevo pensato, però ci può stare. Noi volevamo soprattutto prendere di petto la tendenza che vige oggi del selfie, del guardare e dell’essere guardati. L’idea era quella di ribaltare questo aspetto della vetrina di sé stessi, anche attraverso la condivisione del proprio fantasma premonitore, e abbiamo voluto portare all’estremo questo atteggiamento.

Avete progetti per il futuro? Pensate di continuare con questa serie?

Io e mia sorella [Francesca Bertuzzi n.d.r.] pensiamo di portare avanti questo progetto (o con una serie vera e propria o con un lungometraggio), ma ne stiamo ancora parlando con la produzione. Nel frattempo però abbiamo in ballo un altro progetto, sempre di genere giallo, un po’ alla Agatha Christie e con toni simili a questa serie, e speriamo di realizzarlo!

 

Allora in bocca al lupo e buon proseguimento.

Grazie, anche a voi.

Maria Vittoria Novati

                                                  

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