A Festival du Nouveau Cinéma: 46esima Edizione

Festival du Nouveau Cinéma: 46esima Edizione

 (4-15 Ottobre 2017)

L’attesissimo Blade Runner 2049 del Québécois Denis Villeneuve non poteva che inaugurare la 46esima edizione del Féstival du Nouveau Cinéma di Montréal, al via il 5 ottobre nella capitale culturale franco-canadese baciata da temperature insolitamente miti (da imputare, ahimé, agli effetti del riscaldamento globale piuttosto che alla cosiddetta “estate indiana”).

All’agenzia di design montrealese Ottoblix–già autrice della grafica per le tre precedenti edizioni–si deve l’iconografia stilizzata ma giocosa del poster 2017, in cui si congiungono le anime cinefile, tecnofile, sognatrici e intellettuali di questo festival sempre più variegato che raccoglie il meglio di Cannes e TIFF ma apre anche spiragli su mondi meno conosciuti. Un festival che si proclama innanzitutto all’insegna “della buona compagnia e del divertimento,” in cui il senso di comunità (spettatoriale e cittadina) passa attraverso una line-up eterogenea e ricchissima, e che ai grandi nomi del cinema internazionale (Les Incontournables) accosta le produzioni locali di Canada e Quebec (Focus), i deliri di genere di Temps Ø e le sperimentazioni interattive in piattaforma 3D e realtà virtuale (FNC Explore).

Avviato dal sci-fi imponente e nostalgico di Villeneuve, e concluso dall’animazione olio-su-schermo di Loving Vincent (lungometraggio pittorico di Dorota Kobiela e Hugh Welchman), il percorso dell’FNC 2017 si snoda lungo undici intense giornate, dodici sezioni, e undici locations sparse tra il centro e il “quartiere latino” della città, con l’aggiunta di consueti eventi collaterali e party di rito.

Sono più di trenta le nazionalità in concorso nella sezione Competizione Internazionale, tra lungometraggi, medio e cortometraggi di finzione e animazione, e cinema di (ogni) genere. Manca solo il Leone d’oro di Guillermo del Toro, The Shape of Water nella selezione degli Incontournables, gli “irrinunciabili” del panorama festivaliero, dove figurano Ruben Ostlund (palma d’oro a Cannes con The Square), il prolifico sud-coreano Hong Sang-soo (con ben due pellicole), Sean Baker (The Florida Project), Joachim Trier (Thelma), Todd Haynes (Moonstruck), Aki Kaurismaki (The Other Side of Hope), Faith Akin (In the Fade), Andrey Zvyagintsev (Loveless), Yorgos Lanthimos (The Killing of a Sacred Deer) e un immancabilmente assurdo Bruno Dumont con un musical su Giovanna d’Arco.

Non si disperi tuttavia chi sperava di gustarsi in anteprima gli accoppiamenti inter-specie del film di Del Toro: tra i gangster sanguinari di Takeshi Kitano (Outrage Coda), i cannibali di Robin Aubert (Les Affamés), l’erotismo queer di Yann Gonzalez (Les Îles) e HPG (Marion), e la pornografia femminista e taboo di Ovidie (Les Prédatrices) e Su Hui-Yu (Super Taboo), il programma di Temps Ø promette di placarne i bollenti spiriti. Per i minori di diciotto anni (e annessi genitori), la selezione de Les P’tits Loups si presenta invece più accessibile. 

Se vi sembra manchi qualcuno all’appello, non lasciatevi fuorviare, gli organizzatori di FNC hanno pensato a tutto: Call Me By Your Name del nostro Luca Guadagnino, potenziale Oscar contender 2018, approda al festival in Presentazione Speciale insieme a Borg/McEnroe di Janus Metz e all’ultimo cortometraggio di Michel Gondry interamente girato con un iPhone7.

On y va!

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