A Festival du Nouveau Cinéma: 45esima Edizione (5-16 Ottobre 2016)

Festival du Nouveau Cinéma: 45esima Edizione (5-16 Ottobre 2016)

 

Nel 2015 era stata la lupa, animale-totem della kermesse, a campeggiare sulle locandine del Festival du Nouveau Cinéma (FNC) di Montreal. Quest’anno é invece l’artista e filmmaker canadese Caroline Monnet a prestare il proprio volto al poster della 45esima edizione, al via il 5 ottobre prossimo. Sospesa nel tempo e nello spazio, tra presente, passato e futuro, pensiero nostalgico e progresso tecnologico, l’immagine-simbolo dell’FNC 2016 sintentizza ed esprime il desiderio al cuore del festival: un invito all’integrazione, all’innovazione, e all’immaginazione. 

“Per ricordare che il cinema é innanzitutto un atto di impegno e di apertura sul mondo; un’arte che incoraggia la parola e la condivisione, l’incontro e l’accettazione dell’altro.”

Ed é proprio a questo testamento di fede e di passione nei confronti della settima arte che si consacra il programma dell’imminente edizione del Festival, svelato in anteprima alla conferenza stampa del 27 settembre. In un viaggio lungo undici giorni e tredici sezioni, con piú di 300 proiezioni tra lungometraggi, cortometraggi, documentari, installazioni, e opere interattive sparse per la cittá, la kermesse cinematografica piú attesa di Montreal si preannuncia intensa ma senza dubbio ricca di soddisfazioni.

Festival inclusivo, eterogeneo e d’afflato trans-nazionale prima ancora che inter-nazionale, FNC non dimentica tuttavia le proprie radici geografiche e culturali. Non é dunque un caso che ad aprire le danze sia Two Lovers and a Bear, storia d’amore e inquietudine sui ghiacci diretta dal montrealese Kim Nguyen (candidato all’Oscar per il miglior film straniero con Rebelle nel 2013) e interpretata dalla Tantiana Maslany della serie canadese di culto Orphan Black. In chiusura arriva invece fresco di TIFF Maliglutit del regista canadese-inuk Zacharias Kunuk (Atanarjuat: The Fast Runner), racconto di vendetta artica in lingua Inuktitut ispirata a Sentieri Selvaggi di John Ford.

Film provenienti da piú di venti nazioni diverse si susseguono in Competizione Internazionale, con Toni Erdmann della tedesca Maren Ade—sensazione a Cannes 2016—come titolo di punta. Il meglio del cinema canadese di sponda anglofona e francofona debutta invece nella sezione Focus Québec/Canada con alcune onorevoli eccezioni—Weirdos di Bruce McDonald (Hard Core Logo, 1996, Ponty Pool, 2008) ne Gli Inevitabil e il monumentale Ceux qui font les révolutions à moitié n'ont fait que se creuser un tombeau di Simon Lavoie e Mathieu Denis (Laurentie, 2011) in  Presentazione Speciale. Al regista belga-fiammingo Felix Van Groeningen (The Broken Circle Breakdown, 2012) e al polacco Krzysztof Kieslowski—il cui Decalogo é stato recentemente restaurato—sono dedicate le retrospettive godardiane di Histoire(s) du Cinéma. La follia continua invece a regnare sovrana nella selezione di Temps Ø—che l’anno scorso aveva ospitato le eiaculazioni 3D di Gaspar Noé (Love)—con un occhio di riguardo ancora una volta per il tema amoroso nelle sue declinazione erotiche soft e hardcore. Ad altissimo coefficiente salivare sono infine gli iscritti alla sezione Gli Inevitabili/Les Incontournables! Tra i titoli piu’ attesi (tutti?): Frantz di François Ozon, Mademoiselle del coreano cult Chan-wook Park, Neruda del cileno Pablo Larraín, Daguerrotype del maestro J-horror Kiyoshi Kurosawa, The Ornithologist del portoghese queer João Pedro Rodrigues e naturalmente le quattro ore del Leone d’oro filippino The Woman who Left di Lav Diaz.

 

C Commenti

Non c'è ancora nessun commento. Scrivi tu il primo!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.