A Festival du nouveau cinéma: 42nd Edition – 9th-20th October, Montréal

Festival du nouveau cinéma: 42nd Edition – 9th-20th October, Montréal

A più di cinquant’anni dall’emersione del fenomeno, parlare oggi di cinema “nuovo” potrebbe sembrare quanto mai anacronistico. Il senso di rottura e sperimentazione incarnato dalle molteplici manifestazioni del “nuovo” in ambito cinematografico a partire dagli anni ’60 - Nouvelle Vague, Neue Deutsche Filme, New Hollywood, Cinema Novo e Novo Cinema, per citarne alcune – si stempera oggi in una concezione differente e meno sovversiva di ciò che la “novità” della settima arte aveva rappresentato per i cineasti della generazione sessantottina. E così, anche le piattaforme festivaliere che in seno a tale rivoluzione cinematografica avevano visto la luce – a partire dal Festival del Nuovo Cinema di Pesaro (1965) – riadattano le proprie esigenze (e quelle del proprio pubblico) allo spirito dei tempi che corrono, continuando tuttavia a promuovere talenti emergenti ed opere concepite al di fuori degli standard e delle condizioni produttive più largamente mainstream.

Al via il 9 ottobre prossimo, il Festival du Nouveau Cinéma (http://nouveaucinema.ca/) rientra senza dubbio nella categoria sopracitata. Fondato nel 1971 da Claude Chamberlan – allora con il titolo di Montreal Festival of New Cinema and New Media (qui la timeline completa: http://www.nouveaucinema.ca/en/about/history) – la kermesse lunga dieci giorni e collocata nel cuore del Quartiere Latino di Montréal, non rappresenta soltanto l’evento cinematografico più importante della capitale culturale quebecchese, ma anche il tentativo costante di proporre un’idea non elitaria del mezzo cinematografico, volta a stimolare il dibattito e la partecipazione del pubblico, nonché a promuovere nuove tecnologie e modi di fare cinema (come da “visione artistica” del suo direttore: http://www.nouveaucinema.ca/en/about/artistic-vision).

Fondato in un periodo di primitivo sviluppo della doppia cinematografia canadese (la cui emergenza in ambito non documentaristico risale soltanto ai tardi anni ’60), il Festival raggiunge oggi la sua 42esima edizione, e con più di 270 titoli spalmati in sette sezioni (qui la line-up completa: http://nouveaucinema.ca/en/2013/), tra lungometraggi, cortometraggi, documentari e film d’animazione arrivati da ogni angolo del mondo, nonché dai più prestigiosi festival internazionali (“Première mondiale ou pas, on s’en fou. On a toujours choisi pour vous the best” è il motto di Chamberlan), la manifestazione non ha certamente nulla da invidiare al “rivale” di sponda anglofona, il Toronto Film Festival.

Il cineasta e drammaturgo québécois Robert Lepage, tornato al grande schermo dopo dieci anni di assenza, apre le danze con Triptyque, miscela di neuropsichiatria, linguaggio e identità sullo sfondo di Quebec City, mentre l’ultima fatica del franco-cileno Alejandro Jodorowsky, La danza de la realidad, chiude il Festival il 20 ottobre. Portate principali di quello che Montreal Gazette definisce “a high-quality, boutique buffet of world-class cinema”, alcuni titoli caldi della stagione cinematografica corrente e molto cinema made in Canada.

Giocano in casa il 24enne monrealese Xavier Dolan, che presenta in anteprima nella città natale il thriller psicologico Tom à la ferme – trionfo di pubblico e critica a Venezia -, e il controverso porn-film-maker Bruce La Bruce con il suo Gerontophilia (film d’apertura delle scorse Giornate degli Autori). In concorso per la “Louve d’or” (la lupa simbolo del Festival) anche Miss Violence del greco Alexandro Avranas (miglior regista a Venezia 2013), L’inconnu du Lac di Alain Guiraudie (Queer Lion 2013), Heli di Heimat Escalante (palma per la miglior regia), Ilo Ilo di Anthony Chen (Golden Camera a Cannes) e Salvo degli italiani Fabio Grassadonia e Antonio Piazza. Alla “vitalità del cinema canadese e québécois” è dedicata invece la sezione Focus, vetrina di promozione dei talenti locali, o per meglio dire nazionali, di entrambe le anime linguistiche, mentre gli appassionati di avant-garde, sperimentazione e stravaganza troveranno pane per i proprio denti nella selezione di Temps Ø, Sion Sono in testa con Why don’t you play in hell?.

La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino, Stray Dogs di Tsai MinLiang, Tel Père, Tel Fils di Hirozaku Kore-Eda e il Leone d’oro 2013 Sacro Gra di Gianfranco Rosi approdano a Montréal direttamente da Cannes e Venezia, nella sezione Présentation Spéciale, tra cui figura anche l’opera ultima del pittorialista britannico Peter Greenaway, Goltzius and the Pelican Company. Focus, infine, sugli anni ’60 per le retrospettive dedicate al documentarista lituano Jonas Mekas, al produttore quebecchese Jean Dansereau e all’attrice americana Karen Black.

Insomma, per proseguire nel solco della metafora gastronomica sdoganata da T’cha Dunlevy nel suo articolo su Montreal Gazette, “piatto ricco, mi ci ficco”.

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