A Cronache di Week-end Bobbiesi

Cronache di Week-end Bobbiesi

Bobbio Film Festival 2013 – 27 luglio/10 agosto

Esistono poche rassegne cinematografiche come il Bobbio Film Festival. Nato per volontà del regista Marco Bellocchio, il Bobbio Film Festival prende vita tra le strade strette di un borgo medioevale adagiato sui colli piacentini, ripercorrendo alcune tra le pellicole più interessanti del panorama nazionale in due ricche settimane di cinema. All’interno della suggestiva cornice dell’Abbazia di San Colombano, si sono susseguiti film dei più svariati generi e autori: da Reality di Matteo Garrone a Appartamento ad Atene di Ruggero Dipaola, da Bella Addormentata di Marco Bellocchio a Mi rifaccio vivo di Sergio Rubini. Tutte pellicole con un unico obiettivo: intrattenere e godere di cinema di ottima fattura. Ma non solo: punto di forza del festival piacentino è la possibilità di interagire ogni sera con un artista diverso che, ospite della giornata, incontra sia giovani aspiranti critici e filmmakers (in quei giorni, infatti, prende vita il prestigioso “Fare Cinema”, corso di regia diretto proprio dallo stesso Bellocchio), ma soprattutto la gente comune (amateur, semplici curiosi) con cui discutere, spiegare e analizzare il proprio film.

Ho avuto il privilegio di assistere ai primi due week-end del Bobbio Film Festival, in chiusura il prossimo 10 agosto. Ad inaugurare la serata, c’era Miele di Valeria Golino, ospite in compagnia delle sue co-sceneggiatrici Francesca Marciano e Valia Santella. Tralasciando la mia impressione sul film - un’opera prima di grande interesse, soprattutto per la delicatezza con cui la Golino ha raccontato un tema importante come il rapporto dell’essere umano con la morte – l’aspetto che mi ha più di tutto colpito è stato il dibattito con il pubblico che n’è susseguito. Pubblico non solo composto da grandi esperti, come ci si aspetterebbe nei canonici festival del cinema – che spesso rendono fin troppo elitarie determinate discussioni sull’argomento, scoraggiando magari chi ha meno competenze tecniche – ma soprattutto da semplici spettatori, dagli abitanti del luogo ai turisti in vacanza, che hanno avuto la possibilità di porre domande alla regista, dare le proprie impressioni sul film, condividere con una platea le proprie emozioni. Stesso discorso con altri due grandi del cinema italiano: Sergio Rubini, che ha strappato diverse risate nel corso del suo dibattito con il pubblico (e regalando, invece, nel pomeriggio alcuni consigli preziosi agli aspiranti critici e cineasti, raccontando loro la sua esperienza di attore prima e regista poi); ma soprattutto, l’incontro che mi ha entusiasmato è stato quello di domenica 4 agosto, in compagnia di Matteo Garrone.

Nella cornice del Cinema Le Grazie – unico e solo cinema monosala presente a Bobbio, che conta appena un centinaio di posti – ha preso vita un lungo e interessante incontro con il regista di Gomorra, che ha raccontato il suo approccio al cinema (non tutti forse sanno che Garrone nasce come pittore), la sua esperienza e i timori derivanti dal confronto con una pellicola, tratta da un bestseller, come Gomorra e il suo rapporto con il film che ha presentato nel corso della serata, ossia Reality. È questo, forse, uno degli aspetti che rende imperdibile il Bobbio Film Festival: i registi, gli attori, gli sceneggiatori smettono i panni di artisti di rilievo, discendono dalla loro metaforica Torre d’Avorio, per tornare a riscoprire il loro rapporto con il pubblico, scoprendo le proprie debolezze artistiche, le proprie paure, dispensando validi consigli a chi, inspirato dai loro lavori, vuole iniziare a muovere i primi passi nella settima arte. In altre parole, la piccola kermesse piacentina permette di riscoprire il valore umano dell’artista, che troppo spesso in cornici glamour come festival internazionali come Venezia, Cannes, Roma e Berlino (giusto per citarne alcuni) tendono a disperdere.

Siamo alle battute finali: sabato sera verrà proclamato il vincitore della diciassettesima edizione del Bobbio Film Festival, scelto ovviamente da una giuria più che mai popolare. E chi sa mai sarà ad aggiudicarsi il Gobbo d’Oro 2013: non voglio sbilanciarmi a riguardo, preferisco rimanere neutrale e scoprirlo con voi tra un paio di giorni. Semmai vi capiterà il prossimo anno di passare, a metà luglio, dalle parti di Bobbio – che, oltretutto, è un cittadina medioevale davvero incantevole – fateci un pensiero: tra l’altro, il paese è talmente piccolo, che rischierete di incrociare Marco Bellocchio (bobbiese di nascita) dal panettiere, qualche regista in piazza a sorseggiare in caffè, un attore famoso a mangiare piatti tipici della tradizione piacentina al tavolo di fianco al vostro. Quando mai potrebbe ricapitarvi?

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