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8/10

Kubo e la spada magica regia di Travis Knight

Animazione
recensione di Alberto Longo

 

Nell'antico Giappone, il giovane Kubo si prende cura della madre, guadagnandosi di che vivere come raccontastorie. Desideroso di conoscere di più sul suo passato e su suo padre, il guerriero Hanzo, il ragazzino evoca per errore un antico spirito che da sempre gli dà la caccia. Per Kubo, armato del suo magico shamisen,  ha inizio un'avventura fantastica in compagnia di Scimmia e Scarabeo per salvare la sua famiglia e svelare il mistero che aleggia riguardo Hanzo e la sua armatura.

 

In questo periodo di colossi animati che propongono lungometraggi in 3d o reboots in live action di grandi classici, sembra ergersi in silenzio, ma coriaceo come un guerriero solitario, un altro studio che molti conosceranno per il primo capolavoro prodotto: Coraline e la porta magica diretto da Henry Selick nel 2009. Da allora la casa di produzione di Hillsboro  non si è fermata, sfornando anno dopo anno lungometraggi in stopmotion certosini e qualitativamente validi.

Inutile girarci attorno: Kubo e la Spada Magica, quarto film della Laika  Entertaiment è un buon e bel film, indubbiamente. Visivamente ce ne sarebbe da raccontare: la scelta stilistica sembra attingere a piene mani al mondo nipponico con delicatezza, lasciando che sia vera e propria ispirazione invece che trasformarlo in un diktat narrativo. Lo spettatore assiste così ad una carrellata di immagini e scenari che spaziano dai tramonti arancioni, battaglie e valorose gesta di origami, alle tempestose nottate in oceano aperto, senza lasciarsi scappare una tona vagamente dark con  notte buie e nebbiose in cui spiriti e pericoli si palesano. La scelta, inoltre, di combinare alcuni elementi digitali e tridimensionali in alcune scene è gradevole, azzeccata e aggiunge ulteriore godimento alla vista.

Pensare a come siano state idealizzate e poi realizzate alcune scene lascia facilmente basiti sia spettatori occasionali dell'animazione che estimatori: aspettate i titoli di coda per confermare quanto scritto!

A livello narrativo la storia percorre il classico filone della crescita, ma con personaggi di rilievo ben costruiti: il trio del protagonista e i personaggi di supporto (Scimmia e Scarabeo) funziona a dovere e il coraggio da loro mostrato non lascia indifferente il pubblico. I villains suscitano un certo timore ma un grandissimo fascino: eterei, freddi, vagamente disperati fanno di loro personaggi sicuramente interessanti. Unica pecca di cui si potrebbe parlare è una certa prevedibilità della storia, nonché un'impennata narrativa da metà film che sembra risolvere troppo velocemente alcuni snodi, lasciando una certa insoddisfazione.

Ma sarebbe assurdo bocciare un film davvero così valido:  Kubo e la spada magica (traduzione incomprensibile oltre che superficiale del titolo originale Kubo and the two strings) conferma come questo gigante artigianale abbia ancora da mostrare tanto e dire altrettanto, senza che debba vergognarsi degli altri colossi americani o europei che invece sembrano ultimamente accontentarsi del successo al botteghino sacrificando creatività e coraggio di proporre storie nuove.

Kubo e la spada magica è un prodotto fresco, genuino, come lo sono stati altri che mostra come ancora esista il coraggio di prendere strade già battute, ma facendole proprie, proponendo dei veri e propri gioielli artistici e potenzialmente commerciali.

In breve...

Solitario samurai, la Laika ci porta nel lontano giappone tra spiriti e shamisen fatati con i loro pupazzi animati per travolgerci ancora. Scene di maniacale bellezza, spiriti malvagi nell'ombra donano a noi spettatori un'avventura godibile per tutti. Qualche affanno in chiusura, ma nulla di cui preoccuparsi: il film è un nuovo gioiellino di creatività.

Molossi animati, tornate a farci sognare: guardate e imparate dai più “piccoli”. Se così possiamo chiamarli.

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