Ralph Spaccatutto regia di Rich Moore
AnimazioneRalph Spaccatutto è l’antagonista di un videogioco arcade anni Ottanta dal titolo “Felix Aggiusta-tutto”. Stanco del suo status di “cattivo”, Ralph decide di abbandonare il gioco ed entrare in un altro titolo, lo sparatutto “Hero’s Duty”, per conquistare una medaglia e il conseguente titolo di eroe. Ma la sua scelta porta confusione nella sala giochi dove “lavora”: scappato con una navicella da “Hero’s Duty” portando con sé un famigerato scarafoide, una vera e propria minaccia per tutti i videogiochi – Ralph finisce nello zuccheroso mondo del videogioco “Sugar Rush” per recuperare la sua medaglia. Qui incontra un presunto glitch, la maldestra Vanellope von Schweetz, mentre il suo amico-nemico Felix Aggiusta-Tutto e il sergente Tamora Jean Calhoun sono sulle sue tracce…
Quei favolosi anni Ottanta. Cinquantaduesimo classico secondo il canone ufficiale Disney, “Ralph Spaccatutto” di Rich Moore si colloca perfettamente in quell’operazione definita retrogaming – vero e proprio revival dei videogiochi del passato – molto in voga negli ultimi tempi. Non manca nessuno: da Pac-man a Street Fighter (dove nel tempo libero, Ken e Ryu vanno a bersi una birra da Tapper, altro titolo pienamente anni Ottanta), da Sonic a Frogger, la pellicola scorre disinvolta, confezionata ad arte da chi conosce bene l’universo virtuale che racconta e omaggia. Accanto ai divertenti camei dei personaggi cult del mondo videoludico, Moore analizza con sapienza e ironia quella dimensione-oltre-lo-schermo che tanto ci affascina da oltre trent’anni, diventata parte integrante del nostro intrattenimento quotidiano e nuovo territorio di esplorazione del nostro “io interiore”. Chi di noi, imbracciando un fucile virtuale, non si è sentito eroe per qualche ora in una missione di Call of Duty, non si è massacrato le dita per sferrare le fatality in Mortal Kombat, non ha esultato sconfiggendo Bowser in un capitolo qualsiasi di Super Mario Bros…?
In un’operazione da “nostalgia canaglia”, “Ralph Spaccatutto” dimostra ancora una volta quanto l’animazione sia divenuta ormai cinema in senso lato, e non più solo una mera tecnica per raccontare fiabe ad un pubblico più giovane: pur mantenendo di contorno una trama che sprizza buoni sentimenti e uno scontato lieto fine (un non plus ultra di casa Disney), il film di Moore compie un passo avanti rispetto alle pellicole più edulcorate del passato, avvicinandosi maggiormente ai prodotti Dreamworks e ad un concetto di cinema d’animazione più “adulto”. Strizzando l’occhio ai nerd – che ameranno il film e usciranno dalla sala con le mascelle slogate a furia di ridere, me compresa – “Ralph Spaccatutto” si rivela una piacevole sorpresa natalizia per chi ha trascorso parte della sua infanzia a rimpinzare di monete gli enormi cabinati delle sale giochi, o ha consumato i bottoni dei propri gamepad a furia di giocare. Ma che al tempo stesso, si rivela anche il suo più grande limite, rischiando di lasciare a bocca (quasi) asciutta chi è a digiuno di materia videoludica o chi, generazioni più “giovani” in primis, non conosce per nulla il vasto apparato di guest-star virtuali che costellano la pellicola.
Tuttavia, per chi scrive, imperdibile.
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