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5/10

Cars - Motori ruggenti regia di John Lasseter

Animazione
recensione di Alessandro Giovannini

Saetta McQueen è un auto da corsa di sesso maschile (???!!!) che vuol vincere l'ambita Piston Cup. Siccome arriva primo a parimerito con altri due, la giuria decide di indire una nuova gara di spareggio in California. mentre, trasportato dal fido amico-camion da rimorchio Mack, Saetta sta attraversando l'Arizona, per una serie di circostanze finisce solo e sperduto nel deserto. Qui incontra un piccolo villaggio dimenticato dal mondo, Radiator Springs, popolato da una schiera di curiosi autoveicoli. Saetta deve affrettarsi a recarsi presso il luogo della gara, ma ha accidentalmente devastato la strada principale del paese, perciò è costretto a rimanere lì riparando al suo danno. Nel corso della permanenza, la semplicità della "gente" del luogo e lo stile di vita umile ma dignitoso della comunità lo porterà a perdere buona parte della sua boria da primadonna viziata e a ridefinire le sue priorità.

Belle musiche, grafica eccelsa, intrattenimento assicurato per i più piccoli....però.

Il film soffre dello stesso problema di Monsters & Co., solo esponenzialmente maggiore: il non aver adattato il mondo della vicenda (che in questo caso coincide con il nostro) ai personaggi della stessa, con un'incoerenza di fondo che stavolta nemmeno un bambino può non notare; ambienti adatti agli umani popolati di macchine antropomorfe: ma per quale assurdo motivo fare una cosa simile? Non solo la disposizione di spazi ed architetture appare del tutto illogica, ma ovviamente sorgono una serie di domande ovvie che smontano la credibilità del film (questioni banalissime tipo: "ma chi costruisce le macchine?" "Come nascono i figli?"). Semplicemente viene meno la sospensione dell'incredulità, proprio come nell'altro film. A ciò aggiungiamo l'antipatia del protagonista e la semplicistica riduzione dei comprimari a profili stereotipati (il deficiente, l'arrivista, il "vecchio pieno di rimpianti" etc.) e così avremo il cast virtuale più scadente di tutte le produzioni Pixar. Questa volta le sfavillanti risorse tecnologiche dell'azienda non sono bastate a portare in secondo piano i difetti dell'operazione, che eclissano l'eleganza grafica e la pregevolezza estetica con un vuoto sostanziale inaspettato.

Altra questione: come mai proprio i due film più deboli della casa sono gli unici (a parte Toy Story) ad aver avuto dei seguiti (il già realizzato Cars 2 ed il  Monsters University di imminente uscita)? Che sia una presa di coscienza da parte dei realizzatori della debolezza di questi film, con il conseguente tentativo di riscattarli con sequel dalle idee migliori?

Ho dimenticato di citare un altro grave problema: la prolissità. Da metà in poi questo film diventa uno dei più noiosi che mi sia capitato di vedere da molto tempo...

In tutto ciò, almeno un'intuizione geniale: mettere gli occhi dei personaggi nel parabrezza e non nei fari, come in generale si faceva nell'animazione, ha permesso di ottenere una grande espressività, almeno per delle macchine.

In generale però Cars rappresenta il primo vero passo falso nella storia dei lungometraggi Pixar.

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