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4/10

I 7 nani regia di Boris Aljinovic, Harald Siepermann

Animazione
recensione di Ivana Mette

Dopo tanti anni, in cui la principessa Rose fu costretta a vivere con indosso un armatura per evitare di essere punta dall'ago della strega Perfidia, il giorno del suo diciottesimo compleanno , ciò che tutti temevano si verificò e la principessa, insieme al resto della sua corte, cadde in un profondo sonno. Solo la volontà  di sette piccoli nani sarà in grado, dopo mille avventure, di sottrarre la principessa al suo triste destino e a farla ricongiungere col suo amato.

Unendo insieme varie fiabe del folclore a cui tutti, grandi e piccoli, sono affezionati, i registi Boris Aljinovic e Harald Siepermann, realizzano questo lungo metraggio di animazione, che tuttavia non soddisfa le aspettative di chi rimane legato a tali personaggi così come ci sono stati mostrati dalla Disney o dai loro creatori. Mossa azzardata quella dei due cineasti tedeschi, che nell'intento di voler realizzare un mix divertente e innovativo delle fiabe dei fratelli Grimm, si è ritrovato a generare un prodotto che, neanche i bambini delle nuove generazioni si sono ritrovati ad apprezzare più di tanto. Il che è un peccato se si pensa ai precedenti lavori, soprattutto di Siepermann, che sono sicuramente degni di nota oltre che amati dal pubblico di tutto il mondo (Mulan, Tarzan, Come d'Incanto). Idea positiva seppur rischiosa, anche se attualmente poco originale, visti già gli esperimenti, soprattutto americani, che si sono susseguiti negli ultimi anni, di ibridazione fra le varie storie fiabesche e i loro personaggi, i quali si sono ritrovati ad interagire gli uni con gli altri in prodotti mediali di vario tipo, che spaziano da libri a film e serie tv (l'esempio più eclatante è ovviamente il serial Once Upon a Time aka C'era una volta). In ogni caso, rimane un'idea apprezzabile, ma purtroppo mal riuscita, seppur il personaggio di Biancaneve fosse spiccatamente divertente e facesse sorridere, anche se la sua apparizione occupa solo due minuti all'interno del film. Il calderone di favole, intervallato da qualche citazione più o meno esplicita a grandi pellicole cinematografiche Hollywoodiane (vedi Titanic per i nomi dei due innamorati, Rose e Jack, con tanto di ciondolo a forma di cuore; e Matrix per un rallenty con acrobazie in volo e schivo di proiettili in un guerra alimentare causata della distruzione di una torta, che vede protagonista Nuvolo, uno dei 7 nani), è inoltre farcito da un pessimo risultato per quanto riguarda, non soltanto il 3D che risulta molto scarso e poco realistico, ma anche l'animazione che si presenta piena di pecche e scatti. Dunque inutile affermare che, dalla combinazione di diverse società di animazione, con a capo la Trixter, la quale ha gestito l'animazione di grandi Blockbuster Hollywoodiani (vedi Iron Man 3, Captain America 2 e The Avengers, solo per citarne alcuni), ci si aspettava molto di più. Per non parlare del concept dei diversi personaggi, protagonisti e non, che per quanto possano ispirare tenerezza, rimangono comunque poco originali anche se presentano degli elementi contemporanei che, tuttavia, risultano inadeguati al contesto e non necessariamente richiesti dall'ambientazione. Un ulteriore appunto da fare riguarda la sceneggiatura e in parte la storia. Quest'ultima, per quanto non brilli di audacia, si presenta come adatta a tutti e di media apprezzata dal piccolo pubblico, in particolare da quando va di moda l'amore proibito tra una principessa e uno sguattero, che potrebbe dare adito a ragionamenti psicologici che sarebbe meglio discutere in separata sede. Della sceneggiatura invece è bene sottolinearne la banalità, messa in evidenza anche dall'apparente e, non eccessivamente nascosta, stupidità d'azione e parola di certi personaggi, i quali senza remore e senza rendersi conto dell'interlocutore, rivelano dettagli segreti o si limitano semplicemente a raccontare tutto ciò che non dovrebbero raccontare. Visionando questo film, non ci si stupisce del fatto che le nuove generazioni di età  compresa tra i cinque e i dieci anni in particolare, non sappiano giudicare la qualità artistica anche solo di un prodotto d'animazione indirizzato specificatamente a loro. Vengono visivamente educati da realizzazioni scarse e artisticamente poco produttive, atte forse più a generare prototipi di esseri umani sciocchi e superficiali piuttosto che capaci di ricordare quel prodotto anche da adulti traendone insegnamenti duraturi. Il che è poi ciò che qualunque figlio della multimedialità dovrebbe fare, fornire degli insegnamenti, che siano essi morali, sociali o puramente artistici, capaci di perdurare nel tempo e non soltanto essere dimenticati alla fine della proiezione. Dopo un forse non troppo adatto sproloquio, tornando al film, in conclusione, I 7 Nani, si presenta come una pellicola piatta e forse a prezzabile solo da una fascia d'età  eccessivamente bassa e dal suo organico familiare. Un film apprezzabile se lo si guarda con gli occhi di chi non è cinematograficamente e forse cinefilicamente educato ad una visione tecnica ed analitica precisa o semplicemente a chi ancora vede il cinema come puro passatempo e l'animazione come prodotto puerile. Prodotto legato ad un pubblico che ancora non ha superato l'età infantile, e in questo modo confinandola ancora, nell'epoca della multimedialità dove i prodotti digitali stanno sempre più invadendo la nostra quotidianità, in una nicchia ristretta da cui le è difficile uscire.

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