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7/10

Slow Food Story regia di Stefano Sardo

Documentario
recensione di Giulia Bramati

Carlo Petrini nasce a Bra, un paese in provincia di Cuneo. Ed è proprio qui che inizia il percorso che lo porta a fondare Slow Food, un’associazione no profit con l’obiettivo di difendere l’alimentazione buona pulita e giusta.

Lo sceneggiatore Stefano Sardo torna nel suo paese natale Bra per raccontare la straordinaria storia di vita del suo illustre concittadino Carlo Petrini. Il breve documentario “Slow Food Story” si pone l’obiettivo di ripercorrere i momenti più significativi della vita di Carlin, dalla fondazione di Radio Bra Onderosse – emittente che faceva riferimento al Partito di Unità Proletaria – alla nascita dell’inserto eno-gastronomico del Manifesto Gambero Rosso e infine alla creazione di Slow Food.

Ciò che emerge maggiormente dal documentario di Sardo è l’incantevole personalità di Petrini, uomo geniale che riesce a realizzare progetti apparentemente impossibili grazie al suo spirito e alla sua grande forza di volontà. Il regista lascia ampio spazio alle interviste fatte ad amici e collaboratori, che raccontano con entusiasmo i progetti che Petrini ha sviluppato negli ultimi anni.

Slow Food è l’apice di un percorso che inizia proprio a Bra nel 1986, quando Petrini fonda Arcigola, un’associazione senza scopo di lucro che si pone l’obiettivo di difendere un’alimentazione buona pulita e giusta. Già nel 1989 organizza il Movimento Internazionale per la Difesa e il Diritto al Piacere, il cui manifesto viene presentato a Parigi e sottoscritto da numerosi Paesi. In un mondo affetto da frenesia e ossessionato dalla velocità, si enuncia la necessaria riscoperta del piacere del lento godimento, partendo proprio dalla tavola. “Noi siamo quello che mangiamo” viene detto all’inizio del documentario “Ma il modo in cui mangiamo sta uccidendo il nostro pianeta. Molti scienziati dicono che se non corriamo ai ripari la razza umana si estinguerà tra due secoli, forse meno. E la colpa del disastro sarà in larga parte dovuta alla produzione industriale di cibo”. Ed è per questo, allora, che – come scrivono i 13 firmatari del manifesto - da oggi i fast-food vengono evitati e sostituiti dagli slow-food, cioè da centri di goduto piacere. In altri termini, si riconsegni la tavola al gusto, al piacere della gola.

Sardo delinea con attenzione il percorso di Slow Food, che, nato come una rivoluzione, è diventato una vera e propria impresa, coinvolgendo imprenditori come Oscar Farinetti, fondatore della catena alimentare Eataly. Tra i diversi traguardi raggiunti da Petrini nel corso della sua vita, vengono mostrati nel documentario la fondazione della Banca del Vino e dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche.

Traspare in questo documentario la grande umiltà che caratterizza Carlo Petrini. Nonostante i numerosi successi, Carlin ha mantenuto il suo carattere gioviale, dando importanza alle sue idee più che a se stesso.

Co-prodotto dalla Indigo Film – la casa di produzione di tutte le pellicole di Sorrentino – “Slow Food Story” è un documentario interessante, leggermente approssimativo per alcuni aspetti. Questo non è però un elemento negativo, perché l’obiettivo del documentario è quello di sensibilizzare lo spettatore alla causa di Carlin e renderlo partecipe delle conquiste rivoluzionarie che ha compiuto nel corso della sua vita. Sta poi allo spettatore curioso approfondire gli spunti che Sardo ha fornito attraverso il suo lavoro.

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