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5/10

Oasis: Supersonic regia di Mat Whitecross

Documentario
recensione di Claudia

La storia del gruppo degli Oasis: com'è nato, come si è sciolto, Il fanatismo, gli incredibili dati di vendita.

Proprio in queste ore è girata la notizia che il regista di Oasis: Supersonic, Mat Whitcross, ha come prossimo obiettivo quello di riunire la band separata da quasi ormai 10 anni e le cui preziose e influenti gesta hanno portato oltre  alla creazione e la proliferazione del successo del brit pop.

Il film, prodotto da Mint Pictures e distribuito dalla Lucky Red, si basa sul montaggio di moltissimi video d'epoca prevalentemente personali, sia editi che inediti, del quartetto, commentati dalla loro viva voce. Il gruppo di Manchester è raccontato come talentuoso quanto irascibile, contaminato dall'energia che creava ai sold-out concerti quanto spesso innervosito da alcuni fan, totalmente “into” il mondo delle rockstar ma non molto preso dalle dinamiche dei “ricchi e famosi”.

Manca purtroppo, in questo potentemente editato e costruito film, il distacco: gli Oasis vengono descritti come l'unica band esistente all'epoca, la rivalità con i Blur tutt'al più un sogno fervido di Damon Albarn, i toni sono spesso vittimistici, quasi a voler sviluppare nello spettatore l'idea che dietro la caduta delle rockstar di Manchester ci sia stato un disegno e non una fisiologica impasse creativa.

Si, ma perchè un documentario sugli Oasis nel 2016? In parte perché c'è un vero e proprio revival dei documentari, probabilmente mai come ora approdati nell'olimpo del “vero” cinema e in parte anche perché il documentario musicale, con o senza protagonista presente - vedere Amy, sulla vita della ahinoi defunta Amy Winehouse - è ormai un contendente sicuro nella cinquina degli Oscar, da quasi un lustro.

Oasis: Supersonic - dal titolo di una famosa canzone del gruppo - ha una struttura prettamente da tubo catodico riassumibile nella formula “lungo commento dei protagonisti su immagini casalinghe fornite da loro”. A differenza di documentari musicali con trama (quello su Janis Joplin, presentato a Firenze l'anno scorso, partiva dalle lettere che Janis scriveva alla madre), questo è più semplicemente un flusso di coscienza collettivo sui e con i Gallagher, catalogandosi per questo come prodotto prevalentamente per fan. Si presume che chiunque si approcci alla visione del film sappia già chi sono gli Oasis e voglia solo conoscere alcuni dettagli aggiuntivi, dettagli tra l'altro interessanti solo per i fan. Anche se l'ambizione è ovviamente quella di creare un prodotto-testamento che spieghi tutto il mito e la poetica del gruppo, in realtà appare un po' macchinoso per chi non ne sappia granchè a prescindere.

E d'altronde é difficile che chi vada a vedere un documentario il cui punto d'onore e di forza sono degli sgranati filmini amatoriali, lo faccia per il puro amore del medium in sè. il desidero di Oasis: Supersonic  è quello di ricordare quanto influenti e popolari furono gli Oasis nei '90 e come le future incarnazioni infelici - dischi non riusciti, i Beady Eye - vadano del tutto accantonati in memoria dei cari bei vecchi e gloriosi tempi.

I noti litigi tra i fratelli Gallagher sarebbero quindi scaturiti da nervosismo per la poca conoscenza e ammirazione del mondo “celebrity”, e, per quanto questi dovrebbero sottolineare la tristezza di un impero - gli autori lo vedono proprio così - che si accinge a finire risultano solo comici siparietti tra due adulti che pur se fondatori di un gruppo di stratosferica levatura e successo non possono vedersi.

É in definitiva un documentario che cerca di sfruttare il buon periodo per i documentari musicali biografici, che non aggiunge molto alla conoscenza ma che può risultare interessante anche per i non fan vista la narrazione semplicistica e non pedante.

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alexmn 8/10

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alexmn (ha votato 8 questo film) alle 16:03 del 3 dicembre 2016 ha scritto:

"Manca purtroppo, in questo potentemente editato e costruito film, il distacco": tralasciando la poca pertinenza dell'avverbio legato all'edit del film, per quale motivo la mancanza di distacco dovrebbe essere un problema per un'opera di questo tipo? sia chiaro, non contesto il giudizio - pur non condividendolo - quanto la mancanza di argomentazioni (oltre che una conoscenza stereotipata e lacunosa della storia della band).