Oasis: Supersonic regia di Mat Whitecross
DocumentarioLa storia del gruppo degli Oasis: com'è nato, come si è sciolto, Il fanatismo, gli incredibili dati di vendita.
Proprio in queste ore è girata la notizia che il regista di Oasis: Supersonic, Mat Whitcross, ha come prossimo obiettivo quello di riunire la band separata da quasi ormai 10 anni e le cui preziose e influenti gesta hanno portato oltre alla creazione e la proliferazione del successo del brit pop.
Il film, prodotto da Mint Pictures e distribuito dalla Lucky Red, si basa sul montaggio di moltissimi video d'epoca prevalentemente personali, sia editi che inediti, del quartetto, commentati dalla loro viva voce. Il gruppo di Manchester è raccontato come talentuoso quanto irascibile, contaminato dall'energia che creava ai sold-out concerti quanto spesso innervosito da alcuni fan, totalmente “into” il mondo delle rockstar ma non molto preso dalle dinamiche dei “ricchi e famosi”.
Manca purtroppo, in questo potentemente editato e costruito film, il distacco: gli Oasis vengono descritti come l'unica band esistente all'epoca, la rivalità con i Blur tutt'al più un sogno fervido di Damon Albarn, i toni sono spesso vittimistici, quasi a voler sviluppare nello spettatore l'idea che dietro la caduta delle rockstar di Manchester ci sia stato un disegno e non una fisiologica impasse creativa.
Si, ma perchè un documentario sugli Oasis nel 2016? In parte perché c'è un vero e proprio revival dei documentari, probabilmente mai come ora approdati nell'olimpo del “vero” cinema e in parte anche perché il documentario musicale, con o senza protagonista presente - vedere Amy, sulla vita della ahinoi defunta Amy Winehouse - è ormai un contendente sicuro nella cinquina degli Oscar, da quasi un lustro.
Oasis: Supersonic - dal titolo di una famosa canzone del gruppo - ha una struttura prettamente da tubo catodico riassumibile nella formula “lungo commento dei protagonisti su immagini casalinghe fornite da loro”. A differenza di documentari musicali con trama (quello su Janis Joplin, presentato a Firenze l'anno scorso, partiva dalle lettere che Janis scriveva alla madre), questo è più semplicemente un flusso di coscienza collettivo sui e con i Gallagher, catalogandosi per questo come prodotto prevalentamente per fan. Si presume che chiunque si approcci alla visione del film sappia già chi sono gli Oasis e voglia solo conoscere alcuni dettagli aggiuntivi, dettagli tra l'altro interessanti solo per i fan. Anche se l'ambizione è ovviamente quella di creare un prodotto-testamento che spieghi tutto il mito e la poetica del gruppo, in realtà appare un po' macchinoso per chi non ne sappia granchè a prescindere.
E d'altronde é difficile che chi vada a vedere un documentario il cui punto d'onore e di forza sono degli sgranati filmini amatoriali, lo faccia per il puro amore del medium in sè. il desidero di Oasis: Supersonic è quello di ricordare quanto influenti e popolari furono gli Oasis nei '90 e come le future incarnazioni infelici - dischi non riusciti, i Beady Eye - vadano del tutto accantonati in memoria dei cari bei vecchi e gloriosi tempi.
I noti litigi tra i fratelli Gallagher sarebbero quindi scaturiti da nervosismo per la poca conoscenza e ammirazione del mondo “celebrity”, e, per quanto questi dovrebbero sottolineare la tristezza di un impero - gli autori lo vedono proprio così - che si accinge a finire risultano solo comici siparietti tra due adulti che pur se fondatori di un gruppo di stratosferica levatura e successo non possono vedersi.
É in definitiva un documentario che cerca di sfruttare il buon periodo per i documentari musicali biografici, che non aggiunge molto alla conoscenza ma che può risultare interessante anche per i non fan vista la narrazione semplicistica e non pedante.
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