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9/10

Wilde Salome regia di Al Pacino

Documentario
recensione di Giulia Bramati

Al Pacino racconta una sua esperienza attoriale e registica in un documentario brillante. Insieme alla regista teatrale che sta curando la messa in scena della "Salomè" di Oscar Wilde, l'attore si improvvisa regista e organizza le riprese utilizzando lo stesso cast, ritrovandosi responsabile di diversi ambiti avendo poco tempo a disposizione.

 

Al Pacino, alle prese con la messa in scena dell'opera teatrale "Salomè" scritta da Oscar Wilde, dove interpreta la parte di Erode, decide di realizzare un film utilizzando la stessa storia, gli stessi attori e talvolta le stesse location. Mentre gira il film, però, decide di documentare i diversi passaggi che portano all'elaborazione della sua prova registica. Nasce cosi "Wilde Salomè", un documentario in cui le vite di Oscar Wilde, della leggendaria Salomè e di Al Pacino stesso si intrecciano, formando un'opera originale, accattivante e ben assemblata.

"This is a story about an obsession": queste sono le parole di esordio del documentario; l'ossessione è quella di Salomè per Iokanaan, Giovanni Battista, prigioniero di Erode, di cui la giovane vergine sente la voce e se ne innamora perdutamente; Salomè non riesce a tollerare il rifiuto di un bacio da parte del profeta, perciò, dopo aver danzato per il patrigno Erode, gli chiede di farle portare su un piatto d'argento la testa dell'uomo; l'obsession, però, è anche la dedizione con cui Al Pacino si immerge nel progetto, pari a quella di Wilde nello stendere le sue bellissime opere.

La figura di Salomè è stata a lungo studiata nel passato, soprattutto in diverse prove pittoriche di celebri pittori del '500 e del '600; Oscar Wilde ebbe l'opportunità di ammirarne alcune presso la National Gallery of Ireland, dove trascorse la giovinezza. Al Pacino, nel corso del documentario, visita il museo d'arte. Il lavoro di ricerca dell'attore è notevole, rende il lungometraggio molto leggero e interessante. La vita di Wilde influì nei suoi scritti: la fase di transizione attraversata da Salomè è vissuta anche dallo scrittore, che in quel periodo si ritrovava di fronte a problemematiche legate alla scoperta della sua omosessualità, che provocarono poi scandali, tali da rinchiuderlo per due anni in prigione; il governo vittoriano non temeva tanto Wilde per la sua omosessualità, quanto per la diffusione delle sue idee riportate attraverso la "Decadence Literature".

Al Pacino sottolinea che si tratta di un film basato su un'ispirazione ("a movie about an inspiration").

L'interprete di Salomè è una bravissima Jessica Chastein, recentemente apparsa nel film "The tree of life", vincitore della Palma d'oro a Cannes 2011. La sua recitazione è perfetta, sia a teatro che nelle scene girate da Al Pacino: il ruolo non è affatto semplice. A proposito della triste storia di Salomé si potrebbe citare una frase di Wilde, riferita all'amante che fu la sua rovina: "Come potrei non amarlo? Ha rovinato la mia vita?".

È presente nel documentario anche una breve intervista a Bono, il quale sottolinea quanto possa essere distruttivo il potere della sessualità.

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