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R Recensione

10/10

La Grande Bellezza regia di Paolo Sorrentino

Artistico-allegorico
recensione di Alessandro Pascale

Jep Gambardella, 65 anni, è uno scrittore e giornalista navigato dal fascino innegabile, impegnato a districarsi tra gli eventi mondani di una Roma dalla bellezza altrettanto stupefacente.

 Sorrentino riesce a sorprenderci sempre di più ogni film che passa. Dopo capolavori assoluti come Le conseguenze dell'amore e Il divo era difficile fare meglio. La prova “americana” di This must be the place rimaneva su livelli più che buoni ma non era opera imprescindibile. La grande bellezza si candida invece ad essere l'apice raggiunto dal regista napoletano.

Il punto di partenza, candidamente confessato, è Federico Fellini, di cui Sorrentino rappresentava già il degno erede per la capacità di riproporne il virtuosismo stilistico come pochi altri. La differenza la fa stavolta il contenuto tematico. La grande bellezza sembra una perfetta sintesi tra La dolce vita e Roma, ossia la congiunzione tra il periodo neorealista (fine anni '50, inizio '60) e lo sguardo incantato e un po' surreale del periodo onirico (seconda metà anni '60, inizio '70) che caratterizzano uno dei più grandi autori del 20° secolo.

Il Mastroianni della situazione è il miglior attore italiano contemporaneo: Toni Servillo, nel ruolo di Jep Gambardella, giornalista critico, intellettuale disincantato che si è lasciato alle spalle un romanzo giovanile per darsi a quella che Kierkegaard avrebbe chiamato la “vita estetica”. Da cineteca è a riguardo la sequenza iniziale del film, con l'orgia di colori, balli, musiche, sensualità, gioia di vivere e spettacolarità pura. La capacità con cui Sorrentino dipinge l'Italia delle feste e delle olgettine ha qualcosa di sublime, riuscendo a darne un quadro mirabile, pur mantenendo una distanza ironica capace di mettere in risalto ogni aspetto grottesco (e sono tanti) della questione. Non c'è grandezza morale, né volontà assolutoria da parte del regista. Solo la volontà di inquadrare la vita di Jep come metafora del percorso spirituale della nazione, rappresentata nello specifico dalla società romana.

Ad essere messa alla berlina è in primo luogo la borghesia medio-alta della Capitale, apparentemente trionfante nella sua sbornia radical-chic, ma sostanzialmente vuota, infantile e velleitaria. Costretta ad indossare una maschera per nascondere i propri fallimenti di cui pure ha cognizione, ma che cerca di affogare tra cocktail, perbenismo e storielle rassicuranti. È un grande palcoscenico quello di Sorrentino, dove ogni momento è attentamente codificato per creare stupore ed esaltare la figura del superuomo capace di districarsi nel nulla quotidiano. Si pensi alla scena del funerale, in cui tutta l'azione di Jep è tesa a cercare il comportamento perfetto, non teso alla ricerca di compassione e dolore, ma vòlto a suscitare l'attenzione dei suoi “colleghi”, nel teatralismo più assoluto. È il tentativo di adattare la vita come un'opera d'arte, così come nel Dorian Gray di Oscar Wilde. È la società dello spettacolo di Guy Débord. O la vita come rappresentazione teatrale di Goffman.

Ma è l'intera Roma a restare catturata da questa logica puramente concettuale nel suo spietato materialismo privo di spiritualità. I personaggi di Verdone e della Ferilli sono proletari falliti, privi di una ragione di vita e di uno scopo, che partecipano a questi eventi aggrappandosi alla tunica di Jep, colui che meglio di altri è il “maestro” indiscusso di questa vita mondana che riesce a domare come l'ammaestratore di leoni al circo. Colui cioè che ne comprende completamente il fascino e le miserie, scegliendo però consapevolmente di diventarne il “campione”, avendo ormai perso ogni altra ragione di vita.

È un viaggio di sostanziale decadenza quello a cui assistiamo: in cui il baluardo storico che dovrebbe resistere a tali dissolutezze, la Chiesa, viene ritratta come un organismo ormai incapace di far fronte a tale situazione, avendo ormai introiettato la volontà di vita lussuriosa dell'Italia berlusconiana. Non c'è però una critica profonda ai cardinali che parlare solo di ricette gastronomiche o alle bambine costrette in convento che mirano ammaliate il mondo dalle sbarre del convento. C'è piuttosto un ritratto bonario e quasi divertito che rimanda ancora una volta ai preti di felliniana memoria, sia a quelli che assistevano alle sfilate di vestiti in Roma, sia a quelli popolareschi e in balia degli eventi di Amarcord. La spiritualità pura sembra non esistere più, e quando appare (l'apparizione della “santa”) è esplicitamente deturpata a livello fisico, oltre che totalmente incapace di offrire un punto di riferimento per la prassi quotidiana. C'è qualcosa di profondamente grottesco e allo stesso tempo di romantico nella “santa” (palesemente ispirata a Maria Teresa di Calcutta) che propone il totale annichilimento della propria persona, attraverso l'esaltazione della fatica, del dolore, dell'autoumiliazione e della degradazione corporea.

Il contrasto con l'edonismo, di cui sembra panteisticamente tessuta la realtà circostante, raggiunge il culmine, ma non rappresenta la via di fuga cercata. L'amore della santa per il prossimo è invece un fossile storico, un residuo del medioevo, miracolosamente sopravvissuto fino ai tempi moderni. Intrecciando Hegel, Kierkegaard e Schopenhauer potremmo allora dire che se la tesi è la vita estetica e l'antitesi è la vita religiosa pura, la sintesi proposta da Sorrentino è la “grande bellezza”, ossia la ricerca dell'amore naturale, incarnato dalla donna amata in gioventù da Jep.

Questa sintesi però non si può realizzare fino in fondo, perchè la donna è morta. Il vero motore dell'opera è quindi la notizia della morte della fanciulla che in gioventù seppe far intravedere l'Assoluto ad un giovane diciottenne paralizzato dall'estasi. Il destino di Jep è quindi quello di una crisi senza uscita, che può trovare solo parziale consolazione nella rievocazione del ricordo di quel momento primordiale in cui tutto era perfetto, in cui l'icona della luna si stagliava sul mare, mentre una leggera brezza estiva colpiva gli scogli sollevando finemente la chioma della donna desiderata, pronta a concedersi al giovane incapace di reggere (e probabilmente inconsapevole di vivere) il trionfo della grande bellezza. La Storia e l'esistenza umana quindi non sono portati ad un ineluttabile progresso, ma sono viaggi in cui la vetta appare quando non sei pronto e non te l'aspetti, e soltanto quando l'hai scalata ti rendi conto che l'impresa è irripetibile e che il viaggio che contava davvero è già finito, lasciandoti davanti una serie di percorsi in discesa, verso obiettivi ormai privi di importanza, e come tali da riempire in una maniera qualsiasi (vita estetica, vita religiosa, arte, sesso, ecc.).

Questo è il senso filosofico profondo dell'opera di Sorrentino, che gli dà una forza tale da superare tutta la filmografia precedente. Non siamo quindi al mero omaggio felliniano: Roma è sì ritratta ironicamente e con sguardo personale, ma nella sua paesaggistica e nell'omaggio reso alle sue bellezze artistiche appare come la città che concentra in sé tante “piccole grandi bellezze” (di altre epoche e di altre persone ormai trapassate), meritevoli di ammirazioni ma ancora più remote e distanti della vera grande bellezza, che non può essere altro che personale e soggettiva.

Vale la pena anche ricordare la continuità con la caratteristica tematica principale dell'autore Sorrentino, ossia la capacità di narrare storie di uomini soli, pur non essendo privi di relazioni sociali; di personaggi cioè sostanzialmente disadattati, capaci di andare al di là dell'ordinario e quindi di uscire dagli schemi, rompendo per necessità o volontà quell'equilibrio che ne aveva caratterizzato l'esistenza fino ad un dato momento.

Ad essere perfetti non sono però solo il soggetto, il cast e la scenografia ma l'insieme delle parti, che godono di una sceneggiatura diabolicamente perfetta, con dialoghi pungenti e sagaci, sempre sorprendenti. Le musiche, la regia complessiva, il virtuosismo costante, il simbolismo... tutto sembra incastrato come i pezzi di un puzzle irripetibile.

Si spiega facilmente perchè al Festival di Cannes Sorrentino sia stato omaggiato con ben nove minuti di applausi. Tutti meritatissimi.

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Voto degli utenti: 7,3/10 in media su 24 voti.

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tramblogy (ha votato 2 questo film) alle 23:07 del 25 maggio 2013 ha scritto:

Ma per nulla d'accordo....di una bruttezza inaudita. Un film che poteva durare 5 minuti come 10 ore, privo di un racconto, una storia ma cosi stiloso, immagini e musiche da urlo, da espertissimo professionista dell inganno visivo...

saix91 (ha votato 8 questo film) alle 2:06 del 29 maggio 2013 ha scritto:

Beh... Se ti è garbato "This Must Be The Place", questo ha decisamente più sostanza e più cuore

Matteo Chessa (ha votato 5 questo film) alle 10:06 del 26 maggio 2013 ha scritto:

Alcune battute fantastiche ("mi piace Proust, adoro lui ed Ammaniti"), ma Fellini e Sorrentino sono lontani anni luce... Il 10 mi sembra esagerato ma ad alcuni potrebbe sembrarlo anche il mio 5 perciò.....

misterlonely (ha votato 6 questo film) alle 14:32 del 26 maggio 2013 ha scritto:

Anche per me grandissima delusione.Un film che parla di niente. Come al solito Sorrentino esagera con una regia pesante, boriosa e pretenziosa. Un dispiego di mezzi sempre eccessivo e fuori misura. Come a voler dimostrare continuamente che lui ce l'ha più grosso degli altri. L'inizio del film è bellissimo. Poi però ci si perde in una lunghezza spropositata e ingiustificata. Il dialogo sul terrazzo in cui Jep smonta a parole la cinquantenne che aveva la "vocazione civile" è scritto con i piedi, inaccettabile, reazioni irreali e ridicole. Ma quand'è che Sorrentino farà un passo indietro e accetterà di farsi scrivere una sceneggiatura da qualcuno? La Ferilli come al solito quando è ben diretta da il meglio di sé. Dispiace per Verdone, secondo me un'occasione totalmente sprecata di tirare fuori qualcosa di nuovo da un attore dimenticato dal cinema d'autore nostrano. Si fa fatica a credere che il Sorrentino di La grande bellezza sia lo stesso de L'uomo in più o de Le conseguenze dell'amore. Cosa è andato storto? Ah e per la questione dei 9 minuti di applausi penso che chiunque abbia messo piede in un festival almeno una volta sappia quanto questioni del genere vengano create di punto in bianco dalla stampa nostrana. Qui si approfondisce un po' la questione applausi/non applausi: http://nuovocinemalocatelli.com/2013/05/21/cannes-2013mistero-degli-applausi-e-dei-non-applausi-a-sorrentino/

Sorrentino vuole fare Fellini 50 anni dopo, ma allora che lasci perdere i classicismi e prenda una strada coraggiosa. Che lasci i dolly e le grandi panoramiche al povero Tornatore e torni a sporcarsi un po' le mani. Di certo non potrà più deluderci.

tramblogy (ha votato 2 questo film) alle 14:43 del 26 maggio 2013 ha scritto:

Bravissimo!!!completamente d'accordo su tutto a parte il voto...che per uno che mostra volgarmente il pisellone rimane un volgare 2 a prescindere!

forever007 (ha votato 10 questo film) alle 16:08 del 27 maggio 2013 ha scritto:

Che ridicolo moralismo.

alexmn (ha votato 7 questo film) alle 13:37 del 27 maggio 2013 ha scritto:

son passati un po' di giorni da quando l'ho visto, però la mia idea sul film è ancora molto fluida..hai suoi problemi, prima di tutto il fatto che emozioni poco nella sua bellezza visiva (molto egocentrata). l'interpretazione assume una certa rilevanza se uno pensa che sorrentino abbia voluto mostrare i nani e le ballerine di Roma (e in realtà dell'Italia) con uno stile volutamente pecoreccio, dandoti due messaggi edificanti (la questione del ritorno alle radici e soprattutto il discorso con cui servillo stronca l'amica scrittrice d'impegno civile)..e nonostante tutto questo decida poi di fregarsene contraddicendosi volutamente. il ribaltamento finale è quel guardare roma dal tevere, il vero momento poetico..peccato sia in parte sprecato sui titoli di coda quando la gente già se ne sta andando. questo punto di vista è quello che personalmente da' un senso a tutto il film.

un aspetto interessante son le critiche di servillo alla scrittrice pseudo-impegnata, parole che potrebbero essere perfettamente ribaltabili al film stesso..calzano così bene che paiono un'auto-critica cercata e non una coincidenza..sorrentino si risponde proprio in chiusura di film, guardando roma dal tevere, quasi a distaccarsi da quanto raccontato e allo stesso tempo dal suo stesso modo di raccontarlo. direi che posso mettere fine al commento ghezzi-style che già inizio a ragionare fuori sync

forever007 (ha votato 10 questo film) alle 16:09 del 27 maggio 2013 ha scritto:

un'autocritica velata ci potrebbe essere anche nella frase che Servillo ripete continuamente su Flaubert e il suo "libro sul nulla"

alexmn (ha votato 7 questo film) alle 16:20 del 27 maggio 2013 ha scritto:

vero, anche quel riferimento a flaubert è da considerare. mi riservo una seconda visione prima di dare-il-mio-voto.

Peasyfloyd, autore, (ha votato 10 questo film) alle 16:47 del 27 maggio 2013 ha scritto:

la visione del Tevere dei titoli di coda... sublime!

Interessante cmq il tuo ragionamento Alessandro

alexmn (ha votato 7 questo film) alle 17:38 del 27 maggio 2013 ha scritto:

ne dovremo discutere approfonditamente

forever007 (ha votato 10 questo film) alle 16:13 del 27 maggio 2013 ha scritto:

Sono completamente d'accordo con la recensione (tra l'altro è stupenda come recensione) e mi dispiace per chi non si sia emozionato come me a guardare un "film" così..Sorrentino è un mito ed ogni scena a me sembrava una cannonata (come l'inizio), mi trafiggeva; la sceneggiatura era brillante, la fotografia esaltante e il cast davvero al di sopra delle mie aspettative. La storia non è una storia, è poesia.

forever007 (ha votato 10 questo film) alle 16:18 del 27 maggio 2013 ha scritto:

Ed inoltre non mi spiego commenti così negativi...a me sembra davvero assurdo..

misterlonely (ha votato 6 questo film) alle 17:10 del 27 maggio 2013 ha scritto:

perché onestamente, la scena in cui Jep smonta l'amica con una sequela di banalità imbarazzante e lei invece di rispondere rimane lì zitta a fare la faccia contrariata e poi, a fine discorso, se ne va via. sceneggiatura brillante?

alexmn (ha votato 7 questo film) alle 17:38 del 27 maggio 2013 ha scritto:

per me quella scena è proprio una di quelle chiave dell'intero film..perchè nel suo essere banale dà proprio corpo a quella che è la visione di sorrentino su quel mondo e sul suo modo di rappresentarlo.

misterlonely (ha votato 6 questo film) alle 18:30 del 27 maggio 2013 ha scritto:

vabè mi sembra però che a questo punto nel film i personaggi avrebbero potuto dire qualsiasi cavolata e la critica avrebbe detto che è un pretesto per mettere a nudo la superficialità di certi salottini. per me è semplicemente una scena scritta male, come molti altri passagi del film.

alexmn (ha votato 7 questo film) alle 18:37 del 27 maggio 2013 ha scritto:

non mi ripeto (l'ho scritto nel commento più sopra) che se no divento noioso

però il concetto è che in generale sopporto poco le over-interpretation critiche che fanno dire ad un film quello che nemmeno gli autori avevano pensato. però in questo caso quel dialogo specifico calza così perfetteamente le critiche al film che mi pare strano sia soltanto un'elucubrazione mentale fine a se stessa il fatto di riflettere sulla possibile portata della stessa..

forever007 (ha votato 10 questo film) alle 20:06 del 27 maggio 2013 ha scritto:

Non è un over-interpretation dire che i personaggi del film manifestano una eloquenza che nasconde pensieri sempliciotti e vani. Cosa doveva fare Sorrentino più di proporre dialoghi inutili intervallati da una sequenza di frasi para-intellettualoidi e saccenti. La scena della mattanza che Jep riserva alla sua "amica" incarna perfettamente quello che il regista voleva mostrare, a me sembrava ovvio. E' molto facile per una sceneggiatura essere brillante con delle frasi forzatamente profonde e intimistiche, lo è meno invece farlo con delle frasi scontate. E quella di La grande bellezza è brillante proprio perchè nasconde molte dietrologie..

misterlonely (ha votato 6 questo film) alle 23:27 del 27 maggio 2013 ha scritto:

non è questione di frasi inutili e "para-intellettualoidi"(qualunque cosa voglia dire), è questione di scrivere dei dialoghi in cui i personaggi reagiscano in modo naturale e non stiano lì impalati in attesa che l'altro abbia finito di pronunciare la battuta. Non puoi scrivere un dialogo in cui un personaggio parla per un quarto d'ora senza alcuna reazione dell'interlocutore che ha di fronte. Non sono scelte coraggiose, geniali, metaforiche, sono dialoghi scritti con i piedi.

alexmn (ha votato 7 questo film) alle 0:23 del 28 maggio 2013 ha scritto:

tutte le altre le critiche posso capire, pur non condividendole completamente. questa sui dialoghi invece no, perchè non ha senso dire che non si può scrivere un dialogo in un certo modo..come se esistessero modi sbagliati e modi giusti di scriverli. non ci ho trovato nulla di irreale nel fatto che la tizia se ne stesse zitta mentre jep smontava la sua vita pezzo per pezzo...lei rimane attonita perchè non sa come rispondere o forse perchè quelle parole scoprono verità che nascondeva a se stessa...in quel mondo finto dove nessuno dice le cose in faccia l'uscita di jep lascia tutti senza parole perchè è completamente fuori script, fuori dagli schermi di comportamento tacitamente accettati da tutti.

lo stile di scrittura (non parlo solo di cinema, ma anche dei suoi libri) di sorrentino può non piacere - è legittimo - però di certo non è fatto coi piedi..peraltro in un contesto dove non penso che quel dialogo sia geniale in sè, quanto per come dà una chiave d'interpretazione a tutto il film.

misterlonely (ha votato 6 questo film) alle 0:46 del 28 maggio 2013 ha scritto:

ma l'arte della drammaturgia è l'arte di creare personaggi con cui lo spettatore si possa riconoscere. certo puoi scrivere un film in cui tutti i personaggi si comportano come dei robot e recitano le battute a pappagallo senza alcun trasporto emotivo, ma ci deve essere sempre una base di verità e di realtà in quello che fai. per me quello è un dialogo scritto male perché totalmente noncurante della sua messa in scena. magari in un libro poteva funzionare ma al cinema direi proprio di no.

tramblogy (ha votato 2 questo film) alle 10:33 del 28 maggio 2013 ha scritto:

se posso aggiungere una cosa su questo dialogo....il problema è il rapporto nei confronti dello spettatore in cui uno , il protagonista è già entrato a far parte del personaggio che lo interpreta, e lo spettatore che guarda ha già un' idea di caratterizzazione al soggetto, mentre l'altra che rimane ammutolita non si sa chi sia...con chi sta parlando?e allora?poteva dirgli ogni cosa che io non sentivo proprio nulla, una sconosciuta...per questo il film è un pezzo di ghiaccio, tutti i protagonisti sono presentati come attori che fanno esclusivamente la loro parte rispettando un copione, tagliando fuori lo spettatore ...se poi parliamo dei protagonisti, verdone ha una parte al limite del ridicolo, ne carne ne pesce. se volete prendere alcuni esempi di dialogo intensi atti a smontare e distruggere l' altro, guardatevi luci d'inverno, oppure interiors o altri...quelli sono dei 10.

alexmn (ha votato 7 questo film) alle 11:14 del 28 maggio 2013 ha scritto:

d'accordo sul fatto che in sè non sia un dialogo da antologia, però io l'ho trovato funzionale proprio nell'ottica di auto-critica che il regista sembra far(si). poi vi dirò che a livello drammaturgico i dialoghi possono essere costruiti in modo diverso ma comunque funzionale al risultato...il problema qui è che l'obiettivo ricercato da sorrentino non è così limpido e quindi si presta ad interpretazioni ampie. poi tecnicamente un dialogo può essere un fiume alla tarantino o un qualcosa più distaccato alla kaurismaki o bresson e funzionare comunque..per questo non direi che il dialogo di sorrentino non funzioni tout court.

alexmn (ha votato 7 questo film) alle 11:15 del 28 maggio 2013 ha scritto:

detto ciò mi sa che non arriveremo mai sulle stesse posizioni

però preferisco di gran lunga un film italiano che bene-o-male faccia discutere chi lo guarda ai tanti che volano basso, troppo basso.

tramblogy (ha votato 2 questo film) alle 19:49 del 27 maggio 2013 ha scritto:

La tendenza a creare il mito e' tutta caratterizzazione italiana, questo film dove provate sentimenti che è un pezzo di ghiaccio.....un freddo da paura

forever007 (ha votato 10 questo film) alle 19:59 del 27 maggio 2013 ha scritto:

Anche nel senso opposto si può dire lo stesso per gli italiani, tant'è che io ho messo un dieci (che può risultare eccessivo) e tu hai messo due (altrettanto eccessivo)

tramblogy (ha votato 2 questo film) alle 20:23 del 27 maggio 2013 ha scritto:

Un 10 lo meritano altri come un pasolini un leone un visconti o un kubrik e un hictkcok....questo e' un due secco perché non mi puoi venire ad insegnare che dopo l inutile bla bla bla adiamo tutti sottoterra....ma che cosa mi vuoi tramettere?!ma ti tiro un ceffone!!!

forever007 (ha votato 10 questo film) alle 12:36 del 30 maggio 2013 ha scritto:

Vabbè ora non esiste nessuno eccettuati Leone, Kubrik o Hitchcock! Il problema sta a monte, tu non hai capito cosa il film voglia dire, o non ti interessa a prescindere!

tramblogy (ha votato 2 questo film) alle 19:07 del 30 maggio 2013 ha scritto:

Heeee??!!ho scritto altro...forse sei tu che a prescindere vuoi capire ciò che non ho scritto..anzi, a prescindere cosa il film voglia dire ma non ho colto.

forever007 (ha votato 10 questo film) alle 12:27 del 31 maggio 2013 ha scritto:

Uno che sintetizza con questa frase un intero film (dopo l inutile bla bla bla adiamo tutti sottoterra) o è superficiale o a prescindere non se ne frega del commentare lucidamente il film.

tramblogy (ha votato 2 questo film) alle 10:01 del primo giugno 2013 ha scritto:

Hai ragione, manca la lettera enne. Ciao uno!

tramblogy (ha votato 2 questo film) alle 20:30 del 27 maggio 2013 ha scritto:

Alessandro non ti sei arrabbiato vero?!ghghgh

Peasyfloyd, autore, (ha votato 10 questo film) alle 20:45 del 27 maggio 2013 ha scritto:

figurati se mi arrabbio perchè uno la pensa diversamente da me su un film ))

ahahah

Marco_Biasio (ha votato 8 questo film) alle 17:35 del 6 giugno 2013 ha scritto:

Bellissima recensione e bellissimi commenti. Alla fin fine avete ragione un po' tutti: l'estetismo del film è qui esibito più che mai (quanta bravura tecnica nei primi dieci minuti? Anche un po' troppa), la storia è tutto sommato esile (ma a ribaltarla nei suoi assunti più profondi ho avuto le stesse identiche impressioni di Alessandro) e molto suggestiva anche l'ipotesi sul finale dell'altro Alessandro. L'unico punto su cui mi trovo in disaccordo è la fragilità della sceneggiatura - che, nel suo portare così "felliniano" da nessuna parte, è centratissima. Ed alcuni passaggi, come l'esibizione dell'artista delle "vibrazioni", il funerale del figlio di Viola, il dialogo tra il giovane Jep e l'allora fidanzata, sono di una bellezza concettuale e visiva sublime. D'accordo che qualcosa si poteva sforbiciare (un po' banale il segmento tra Jep e il prestidigitatore americano), anche se il film scorre sempre alla grande. 10 è un voto sicuramente da ammiratore, tributo al miglior regista del suo tempo (e, a questo punto, uno dei migliori di sempre in Italia) ma io questo lo trovo certamente superiore a This Must Be The Place. 8.5.

loson79 (ha votato 8 questo film) alle 9:26 del 8 giugno 2013 ha scritto:

Sì, bellissimo. Pensa che sto pure rivalutando This Must Be The Place col quale, frettolosamente, sono stato impietoso. La Grande Bellezza mi ha fornito la chiave di lettura a me più congeniale per apprezzare l'ultimo Sorrentino, capirlo (forse), gustarne l'ironia e pure l'autoironia (che c'è eccome). Bene così.

alexmn (ha votato 7 questo film) alle 10:41 del 8 giugno 2013 ha scritto:

rivalutare this must be the place è cosa buona e giusta quel film, per varie ragioni, mi aveva dato anche quella componente emotiva poco razionale e molto 'di pancia' che qui invece mi è mancata..

loson79 (ha votato 8 questo film) alle 13:55 del 8 giugno 2013 ha scritto:

Io la spinta di pancia l'ho trovata in entrambi... Certi spunti li ho trovati divertentissimi, e anzi credo proprio che sia la sua leggerezza - pur trattando tematiche di ampio respiro - a far incazzare gran parte della critica nostrana.

tramblogy (ha votato 2 questo film) alle 8:43 del 8 giugno 2013 ha scritto:

Da ieri , schifo assoluto di servillo e sorrentino. Vomito perpetuo.

loson79 (ha votato 8 questo film) alle 9:30 del 8 giugno 2013 ha scritto:

Se posso, com'è che This Must Be The Place ti è piaciuto così tanto e questo qui lo vomiti a ripetizione? Pura curiosità eh, niente secondi fini.

Peasyfloyd, autore, (ha votato 10 questo film) alle 10:38 del 8 giugno 2013 ha scritto:
alexmn (ha votato 7 questo film) alle 12:15 del 8 giugno 2013 ha scritto:

merita anche la puntata completa una coppia davvero d'altri tempi che ricorda un cinema altissimo che sapeva ispirare registi-attori-autori di tutto il mondo.

alexmn (ha votato 7 questo film) alle 12:17 del 8 giugno 2013 ha scritto:

il link chiaramente non è quello corretto, ma comunquemente sul sito di la7 c'è la puntata.

ps: nel sedimentare dei significati, incrementerei il voto a 8

misterlonely (ha votato 6 questo film) alle 12:54 del 8 giugno 2013 ha scritto:

a luce delle loro ultime uscite pubbliche dispiace dover ammettere la loro natura inequivocabilmente snob da raccomandati miracolati dalle grosse produzioni e dagli stessi salottini che fanno finta di denunciare aspramente... peccato

tramblogy (ha votato 2 questo film) alle 15:38 del 8 giugno 2013 ha scritto:

Bravo meno male che almeno tu te ne sia accorto....poi c'è quello che legge repubblica...pazienza..son tanti..

alexmn (ha votato 7 questo film) alle 16:08 del 8 giugno 2013 ha scritto:

vabbè, che c'entra repubblica..il video è sul loro sito ma è un estratto di un programma di la7, mica un contenuto di repubblica..

Peasyfloyd, autore, (ha votato 10 questo film) alle 18:36 del 8 giugno 2013 ha scritto:

vabbè regà, adesso se uno posta un link di Repubblica allora dev'essere un fan sfegatato di quel giornale?

Finirà che se uno compra un prodotto israeliano è un sionista e che se prendi un caffè a starbucks sei pro-imperialismo yankee? Dai su, un minimo di serietà

tramblogy (ha votato 2 questo film) alle 15:35 del 8 giugno 2013 ha scritto:

Un link di repubblica??....no grazie. Che brutto mondo....

tramblogy (ha votato 2 questo film) alle 0:03 del 9 giugno 2013 ha scritto:

Uhmmmm....se parlo con un mafioso non significa che sono anche io un mafioso ma lo immagino un gesto poco rispettoso. Il mio disgusto e' sufficientemente giustificato dal link che non ho avuto il coraggio di vedere perché mi è bastato capirne la web-provenienza. Come per esempio, guardando la cosa in positivo, seguire un regista che ti piace e andare al cinema a vederne uno suo nuovo a prescindere. Non è lo stesso principio?non vi e' mai capitato?o piace essere prevenuti solo quando si vuole o conviene?Repubblica lo trovo un giornale fazioso e di regime come altri, dove lavorano persone, non extraterrestri, di dubbia libertà di stampa, mentre la gruber una mentecatta al servizio di massonerie del bilderberg di chissà quali benefici e misteriosi piani per l umanità. (Discorso fatto da un punto di vista generale).Aggiungo che proprio la puntata con questi due personaggi del cinema che se fino a ieri li potevo amare (con fortunata libertà di detestare quest ultimo) e in particolare servillo che andavo a vedere a teatro, ora provo totale ribrezzo...incredibile: due piccioni con una fava; sentirli rispondere alle domande della gruber che paragona grillo a Berlusconi senza un minimo di cognizione di causa (il film narra questa vicenda?cosa c'entra ?!), come se vivessero in un altro mondo, come se Beppe G. fosse il vero mostro da abbattere ,uno scienziato del CERN che ha scoperto il vuoto in Italia...Tutto cio' mi ha fatto tristemente cadere ogni speranza per la prossima storia cinematografica, (di certo , di dubbia riuscita, l incrinatura ha già il suo corso) mantenendo , comunque , tutto il rispetto di una coerenza di idee pari alla recensione in questione...nemmeno le banane sono più buone ....., viva Cannes, vive la France!!!!

alexmn (ha votato 7 questo film) alle 11:07 del 9 giugno 2013 ha scritto:

se la gruber ha dimostrato una pochezza incredibile (ma non è che da lei mi aspettavo una profondità da pulitzer), in più momenti dell'intervista, cosa c'entra con quello che possono aver detto servillo e sorrentino...non è che la performance (scarsa) dell'intervistatore influenza gli intervistatori mica è un arbitro in una partita di calcio l'incipit della gruber è stato imbarazzante e totalmente fuori luogo, però più volte servillo e sorrentino hanno cercato di scansare le domande sulla politica, aspetto volutamente assente anche dal loro film.

poi scusami, se basta un'intervista a farti crollare le SPERANZE PER LA PROSSIMA STORIA CINEMATOGRAFICA non è che la tua convinzione sul futuro del nostro cinema fosse così risoluta

loson79 (ha votato 8 questo film) alle 11:56 del 9 giugno 2013 ha scritto:

Scusate, ma cosa ce ne frega di quello che Sorrentino e Servillo pensano di Beppe G.? Cosa ce ne frega di Reppubblica? Stiamo giudicando un film o cosa? Quanto veleno, ragà...

forever007 (ha votato 10 questo film) alle 12:31 del 9 giugno 2013 ha scritto:

Quoto in pieno, qui i giudizi sul film vengono addirittura dopo delle idee politiche e pregiudizi vari su registi, attori, giornali ecc ecc..fanatismo puro

alexmn (ha votato 7 questo film) alle 14:11 del 9 giugno 2013 ha scritto:

usare 'qui' mi sembra ingiustamente generico. se una persona parla di politica per cercare di buttarla in caciara non vuol dire che tutti lo stanno facendo, anzi..no?

loson79 (ha votato 8 questo film) alle 14:32 del 9 giugno 2013 ha scritto:

Ma ci mancherebbe, non mi stavo riferendo a te... Mi stupisce però questo tirare in ballo aspetti del tutto residuali, per non dire campati in aria, invece di limitare la discussione - e i relativi giudizi - a ciò che si è visto. Capisco bene chi non digerisce Sorrentino: è un regista che divide, i suoi film possono tanto deliziare quanto nauseare (anche se, ripeto, da molte stroncature "autorevoli" trasuda ben più autocompiacimento di quanto non me ne abbia trasmesso questo film, sotto sotto assai (auto)ironico); non capisco, invece, i processi alle intenzioni e le critiche di matrice ideologica, da qualsiasi pulpito esse provengano.

forever007 (ha votato 10 questo film) alle 18:07 del 10 giugno 2013 ha scritto:

Si scusa, non mi riferivo a te

tramblogy (ha votato 2 questo film) alle 14:35 del 9 giugno 2013 ha scritto:

Il me frega nasce dal presupposto che i film di sorrentino rifettono vicende di corona mafiosa e politica Dell Italia in cui vivo, cercando (in questo caso invano) di raccontare in chiave cinematografica una storia di fatto genere, romanzato come afferma il moralista servillo , ma qui i giudizi sul film, quelli come il mio si sprecano, infastidiscono , addirittura vengono dopo le idee politiche. Comprati un calendario , forever.

loson79 (ha votato 8 questo film) alle 14:43 del 9 giugno 2013 ha scritto:

Sarà che io in questo film non ci ho visto nulla - ma nulla proprio - della situazione politica italiana attuale... Per il resto, niente da dire quando parli di cinema (l'hai pure fatto, qua e là), ma più spesso il tuo astio mi pare forzato, fine a se stesso. Non mi da' fastidio, ci mancherebbe, anzi mi fa sorridere. Sembra quasi che Sorrentino ti abbia ciulato la ragazza...

tramblogy (ha votato 2 questo film) alle 14:43 del 9 giugno 2013 ha scritto:

Loson permettimi di dirti che i discorsi campati in aria forse li fanno altri...come quello che afferma che sorrentino può dividere....uhmmmmm....ah l hai fatto tu??!!!......mannaggia....

loson79 (ha votato 8 questo film) alle 14:44 del 9 giugno 2013 ha scritto:

Mica sono perfetto come te, abbi pazienza...

tramblogy (ha votato 2 questo film) alle 14:47 del 9 giugno 2013 ha scritto:

Ah si, dimenticavo la domanda. Che male c'è sapere cosa pensa un servillo o un regista come sorrentino di ciò che pensano realmente di ciò che trasportano poi sulla finzione cinematografica?....che a me viene un travaso di bile. Di quelle delusioni indescrivibili , campate a terra!

loson79 (ha votato 8 questo film) alle 14:49 del 9 giugno 2013 ha scritto:

Cioè hanno fatto un film su Grillo?

tramblogy (ha votato 2 questo film) alle 14:49 del 9 giugno 2013 ha scritto:

Ma infatti loson...la tua imperfezione e' pari la tua pazienza....hihihihi

loson79 (ha votato 8 questo film) alle 14:55 del 9 giugno 2013 ha scritto:

Ahahah, ma dai che qui a sdf mi comporto benissimo... Stavolta sei tu che ce l'hai col mondo, tram!

alexmn (ha votato 7 questo film) alle 14:56 del 9 giugno 2013 ha scritto:

oh, mi state intasando la posta di notifiche ehehehehehehhehe

loson79 (ha votato 8 questo film) alle 14:58 del 9 giugno 2013 ha scritto:

Siamo gli ufficiali giudiziari di sdf ghghgh

alexmn (ha votato 7 questo film) alle 15:30 del 9 giugno 2013 ha scritto:

ecco, lo sapevo che sfidare il blocco del traffico di oggi mi avrebbe dato problemi

tramblogy (ha votato 2 questo film) alle 15:18 del 9 giugno 2013 ha scritto:

Sono ufficialmente il "qua e la" di sdf! (Con orgoglio!!)

alexmn (ha votato 7 questo film) alle 15:33 del 9 giugno 2013 ha scritto:

"per ogni qua c'è sempre un là...questo il mondo fa girar" citando la spada nella roccia.

loson79 (ha votato 8 questo film) alle 16:11 del 9 giugno 2013 ha scritto:

Tramblogy sarebbe l'Anacleto della situazione... ghghgh

Alberto Longo alle 20:15 del 9 giugno 2013 ha scritto:

Grande Tramblogy!

alessandro mi (ha votato 6 questo film) alle 8:09 del 3 luglio 2013 ha scritto:

La grande bellezza è un film quasi senza trama, dove nelle feste del protagonista gli invitati parlano del nulla per non parlare della miseria morale e esistenziale (ma non economica) della loro vita. Gambardella ne è consapevole ma non vuole cambiare almeno finché la morte (di una sua ex fiamma, di un figlio di un'amica e dell'unica donna per la quale poteva provare un sentimento) non mette in crisi questo suo stile di vita. Ottimo il dialogo dove Gambardella ridicolizza il falso impegno e moralismo della scrittrice impegnata. Il film potrebbe essere un capolavoro ma ha 2 difetti. Sorrentino ha voluto soffermarsi per tanti minuti sui festini inutili e accennare soltato i fatti importanti per sottolineare l'inutilità della vita dei protagonisti ma questo porta il film a durare troppo (oltre 2 ore) e alcune scene (troppo grottesche o di nudo) sono un po' gratuite.

alessandro mi (ha votato 6 questo film) alle 8:09 del 3 luglio 2013 ha scritto:

La grande bellezza è un film quasi senza trama, dove nelle feste del protagonista gli invitati parlano del nulla per non parlare della miseria morale e esistenziale (ma non economica) della loro vita. Gambardella ne è consapevole ma non vuole cambiare almeno finché la morte (di una sua ex fiamma, di un figlio di un'amica e dell'unica donna per la quale poteva provare un sentimento) non mette in crisi questo suo stile di vita. Ottimo il dialogo dove Gambardella ridicolizza il falso impegno e moralismo della scrittrice impegnata. Il film potrebbe essere un capolavoro ma ha 2 difetti. Sorrentino ha voluto soffermarsi per tanti minuti sui festini inutili e accennare soltato i fatti importanti per sottolineare l'inutilità della vita dei protagonisti ma questo porta il film a durare troppo (oltre 2 ore) e alcune scene (troppo grottesche o di nudo) sono un po' gratuite.

fede alle 0:33 del 18 gennaio 2014 ha scritto:

Per il prossimo film, consiglierei al regista di scritturare Nicola Piovani per le musiche...così non mancherebbe nessun alter-ego... Sorrentino-Fellini, Servillo-Mastroianni e Nino Rota-Piovani