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7/10

Wong Ka Yan regia di Benny Lau

Commedia
recensione di Claudia Mastro

Dopo un incontro casuale, Chun tenta di ritrovare la bella Wong Ka Yan di cui si è innamorato.

Presentato al Dragon Film Festival di Firenze.

Nella piccola (ma bella e ambita da catene  di ristoranti  autonominatosi "all'occidentale"e dagli improbabili nomi francesi) isola di Peng Chau, il giovane Chun Yin sta per portare una sferzata di eventi, incontri e perchè no affari che non si dovevano vedere da secoli e di cui si parlerà fino a 23 anni dopo, quando la storia inizia, ai giorni nostri (2015).

Tutto merito del colpo di fulmine/incontro casuale nel 1992 tra Chun Yin e Wong Ka Yan, cassiera del cinema  che dopo una chiacchera sul come fare la fila per ore aspettando bus che tra l'altro potrebbero non passare non sia poi così male convince il giovane che è lei la donna della sua vita. Letteralmente.

Dopo un addio senza numeri senza indirizzi e in anni ben pre facebook e persino pre cellulare (Chun urla il suo "numero di cercapersone" alla ragazza, che è ovviamente ridicolmente lungo e difficile da memorizzare) Chun inizia a cercare la ragazza telefonando a tutti i suoi supposti omonimi di honk kong, il che è doppiamento assurdo se si considera che il nome, in cantonese,  è sia da uomo che da donna.

Non manca l'immancabile l'annuncio via radio a programma tipico-solo-nei-film in cui si lanciano annunci del genere: almeno in Insonnia d'amore il programma del genere andava in onda all'una di notte, ma qua alle 22 e viene intercettato da una Wong Ka Yan: non quella giusta, ma forse neanche quella sbagliatissima.

Tante cose funzionano o forse solo una: la trama, gli intrecci, la scrittura venuta bene come un treno nella notte (o un traghetto,come se ne vedono tanti in questa hong kong versione "paesino", con tanto di musichette simil- greche a dare l'atmosfera) forse troppo bene: lo sceneggiatore sa che ha in mano una storia che si scrive da se (è basata su un fatto vero) ed osa un doppio finale che quasi rovina un film in-impicciabile e non aggiunge neanche molto. Preferiamo ricordare come the end definitivo il ritorno a casa della protagonista -a voi scoprire quale- perfettamente interpretato da Gigi Leung.

Ottime le prestazioni di tutte, dall'amico scapestrato (Tyson Hoi Tay) ai protagonisti Wong Yu Nam e Karena Ng: ancora una volta, Il bozzettismo è la kriptonite di ogni film, tranne che nel sud est asiatico.

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