R Recensione

9/10

Vacanze romane regia di William Wyler

Commedia
recensione di Gloria Paparella

La principessa Anna, in visita a Roma, si sottrae ai suoi obblighi regali per andarsene da sola alla scoperta della città eterna. Incontra così il giornalista americano Joe Bradley che, fiutando lo scoop, finge di ignorare la sua identità. Ma il piano va a monte non appena tra i due sboccia l’amore.

Un capolavoro di sobrietà, romanticismo ed umorismo messi assieme: Vacanze romane è una commedia romantica capace di far sognare e sperare il suo pubblico anche a distanza di più di 60 anni dalla sua uscita. Una sorta di Cenerentola al contrario, in cui la Principessa Anna (Audrey Hepburn), oppressa dagli impegni e dal rigido protocollo reale, sogna di abbandonare la reggia fatata e di concedersi un giorno di libertà a Roma, città nella quale è in visita. E oltre al divertimento, la bella principessa trova anche l’amore: Joe Bradley (Gregory Peck), giornalista americano che inizialmente finge di non conoscere la sua identità per scrivere un sensazionale articolo, ma che finisce per innamorarsi di lei.

Girato interamente a Roma negli studi di Cinecittà nel 1952, la commedia sfrutta non solo la popolarità di Gregory Peck, ma anche l’evidente intesa con una giovanissima Audrey Hepburn, qui al suo primo ruolo da protagonista che le valse il Premio Oscar nel 1954: un’interpretazione fresca e genuinamente divertente, come nella celebre scena alla Bocca della Verità, dove il coprotagonista improvvisò e finse di aver perso la mano, suscitando la reazione impaurita e vera dell’attrice. Il film, inoltre, invia il messaggio di quanto le cose semplici della vita possano essere anche le più belle: girare per il mercato del paese e rischiare un taglio sbarazzino di capelli sono delle esperienze incredibili e del tutto nuove per la protagonista, che trova sullo sfondo di una Roma assolata il vero amore. Ottima anche la spalla di Eddie Albert nel ruolo di Irving, lo spensierato fotografo amico di Joe che fornisce uno spassoso contributo alla vena comica del film.

La regia di William Wyler, infine, è un esempio di eleganza e di ricercatezza che frenano la vitalità movimentata della città nella quale la pellicola è ambientata: una cornice unica che ha reso indimenticabili alcune scene, come quella del giro in Vespa, e ancora più intrigante il gioco d’amore tra i due protagonisti. Nonostante il finale un po’ malinconico, Vacanze romane rimane una delle commedie più deliziose e divertenti di tutti i tempi, simbolo di uno stile e di una grazia cinematografici che non esistono più.

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