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8/10

Trade regia di Marco Kreuzpaintner

Drammatico
recensione di Carlo Danieli

Jorge è un giovane ragazzo messicano che si guadagna da vivere rapinando i turisti e commettendo piccoli furti. Un giorno, sua sorella, la tredicenne Adriana, viene rapita dai malavitosi locali invischiati coi i russi, che la costringono a prostituirsi con l’intenzione poi di portarla nel New Jersey per venderla all’asta, assieme ad altre ragazze. Venuto a sapere la drammatica notizia, Jorge si mette disperatamente sulle tracce della sorella. A non rendere vane le sue ricerche si presenta sulla sua strada, quasi per caso, l’investigatore Ray, anche lui alla ricerca di qualcosa.  Il film intreccia tre storie a tinte fortemente drammatiche: la storia di Adriana, ragazzina messicana rapita e costretta a prostituirsi, si interseca con quella di Veronica, ragazza madre partita dalla Russia e diretta in America con la speranza di trovare una vita migliore e costretta invece nell’inferno dello schiavismo sessuale, mentre sullo sfondo rimane la vicenda personale di Ray, l’eroe positivo e solitario del film,  che si carica sulle proprie spalle il dramma umano di Jorge, disperatamente alla ricerca della sorella rapita.  

Trade, inspiegabilmente mai uscito nel nostro paese e difficilmente reperibile sul mercato home video, è potentissimo film di denuncia, nel quale viene mostrato senza mezzi termini il mondo dello schiavismo a scopo sessuale, popolato da ragazze innocenti che vengono rapite e poi costrette con la forza a offrire il proprio corpo a chi è disposto a pagare. Un mondo devastante in cui la dignità e la pietà umana spariscono del tutto per lasciare posto al potere della forza bruta e dei soldi facili. Ma non si tratta solamente di un film di denuncia: la pellicola infatti offre anche densi momenti di riflessione sul bene e sul male, sulla vendetta e sul perdono, sul destino che a volte può apparire così ineluttabile e beffardo: insomma è un prodotto ottimamente pensato e ancor meglio diretto che riesce a conciliare tematiche basilari per la coscienza personale di ciascuno con momenti di forte impatto emotivo. Nonostante sia quindi un contenitore di tanti spunti su tematiche forti, la pellicola riesce anche a mantenere un buon ritmo, riuscendo a tenere alta la tensione che non manca mai lungo tutto il corso della narrazione. Si può concludere perciò che Trade, sia un film fondamentale per tutti coloro che vogliono aprire gli occhi sui drammi più inumani e crudeli che affliggono il nostro pianeta, per non rimanere inerti e inoperanti di fronte al male e alla malvagità umana. Tra il cast, peraltro di ottimo livello, nonostante la giovane età dei protagonisti, spunta un sorprendente e impegnato Kevin Kline.

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