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4/10

The Light Between Oceans regia di Derek Cianfrance

Drammatico
recensione di Maria Vittoria Novati

Nell'estremo lembo dell'Australia occidentale un reduce traumatizzato dalla prima guerra moniale si dedica al suo nuovo lavoro come guardiano del faro, cercando pace nella solitudine dell'isola. La sua intenzione di rimanere solo svanisce il giorno in cui conosce una vivace ragazza che abita dall'altra parte della baia. Malgrado gli ostacoli, nasce l'amore. I due si sposano e sperano di creare una famiglia, ma il fato interviene. Quando il mare porta a riva una barca con un uomo morto e una bambina a bordo, innesca una serie di decisioni che porteranno a conseguenze devastanti.

 

Michael Fassbender, Alicia Vikander, Rachel Weisz. Entro in sala con le più rosee speranze di vedere un bel film. Invece quel che accade è che perdo due ore della mia vita. 133 minuti di noia, non tanto per il film in sé (almeno la fotografia curata da Adam Arkapaw è stata ben oltre l’aspettativa) perché girato bene, quanto per l’inutilità della storia, in cui si ha la sensazione abbastanza netta di sapere in anticipo quel che accade. E succede per due ore.

1919: Tom (Michael Fassbender), un reduce dal primo conflitto mondiale, cerca di trovare un po’ di quiete da quella terribile esperienza, diventando guardiano di faro per la compagnia del Commonwealth, in un’isola solitaria al largo dell’Australia occidentale. Nel piccolo paese da cui Tom riceve mensilmente le provviste (dall’altra parte della baia rispetto all’isola dove il guardiano risiede) vive Isabel (Alicia Vikander), ragazza di buona famiglia che nonostante i lutti (ha perso i due fratelli maggiori in guerra) ha tanta voglia di vivere e di guardare al futuro. Tra i due scatta subito l’amore e si sposano.

Fine della prima mezz’ora.

I due vanno a vivere al faro e trascorrono sereni i primi tempi del loro matrimonio (anche qui, scene di paesaggio molto suggestive). Il fatto che Isabel non riesca ad avere figli inizia a incrinare il rapporto tra i due.

Fine della seconda mezz’ora.

Un giorno arriva una barchetta a remi dal mare. È alla deriva. Non appena Tom la vede intuiamo già che cosa può esserci all’interno e… Incredibile! È proprio quello che avevamo pensato! L’evento fa prendere una piega particolare alla vicenda, e la scelta che prenderanno i coniugi muterà definitivamente l’equilibrio della coppia.

Poi la produzione si ricorda che c’è anche Rachel Weisz in questo film, e bisogna farla un po’ recitare. Altri venti minuti di un’altra storia d’amore (simile a quella dei nostri protagonisti, ma con una piccola differenza).

L’ultima ora di film è una fiera dell’isteria e dell’irrazionalità, che non rende giustizia agli attori (estremamente bravi a dare profondità a personaggi insipidini) in quanto la storia sembra far apparire i personaggi uno più scemo dell’altro.

Non si tratta una sceneggiatura originale: il film è tratto dal romanzo omonimo di M. L. Stedman. Mi chiedo se il libro non sia un harmony, di quelli acquistabili in edicola; in caso contrario spero abbia una trama un pochino più interessante.

Derek Cianfrance ha deciso, utilizzando questa storia, di costruire un polpettone melodrammatico. Avrebbe funzionato. Se fossimo stati negli anni ’50.

Spezziamo una lancia a favore di una messa in scena molto curata: di per sé il film è girato molto bene. I luoghi sono splendidi, con una natura incontaminata e selvaggia da mozzare il fiato. Idem per gli attori: un cast brillante (bellissima la coppia Fassbender-Vikander) che non salva una pellicola inconcludente e banale. Per fortuna oggi si gira tutto in digitale. Nessun inutile consumo di pellicola.

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