Tartarughe Ninja 3D regia di Jonathan Liebesman
AzioneQuattro tartarughe adolescenti ninja intraprendono una lotta mortale contro il loro acerrimo nemico, Shredder. Aiutati da una giovane giornalista e dal suo garzone, s'impegnano nel proteggere la città e i sui abitanti da un imminente attacco chimico; ci riusciranno?
New York, la più sfortunata tra le città americane, è nuovamente sotto attacco. Il male ha preso la forma di un feroce ninja nipponico, robotizzato, scintillante tipo paillettes e con taglienti lame nel prolungamento delle braccia in ricordo dell'ultimo cinecomics ambientato in Giappone: Wolverine l'immortale. I riti di scongiuro per l'ennesimo piano criminale sono affidati alle graziose mani della giornalista televisiva Megan Fox, che persevera nel campo recitativo, con un passato misterioso che strizza non poco l'occhio alla biografia di Spiderman, the amazing. E poi ci sono le tartarughe. E un topo coi baffi.
Le quattro tartarughe ninja (Teenage Mutant Ninja Turtles), ghiotte di pizza e fracassone, nascono negli anni '80 dalle mani e dalla mente di Kevin Eastman e Peter Laird, come parodia di alcuni lavori di Frank Miller quali Ronin e Daredevil. Il fumetto, inizialmente autoprodotto, ebbe un successo madornale prima negli Sates e poi nel mondo, grazie anche ad una serie TV animata, molto popolare tra i giovani, e alla realizzazione di ben tre pellicole in live action. A distanza di quattordici anni dalla prima pellicola e trenta dal fumetto viene girato il reboot della serie cinematografica sfruttando le moderne tecnologie di motion capture per ricreare i concitati protagonisti. E fu subito noia.
Jonathan Liebesman, regista abile nel riscuotere successo anche con prodotti mediocri (Non aprite quella porta: l'inizio, 2006; La furia dei Titani, 2012), gioca con 125 milioni di dollari per circa 95 minuti, rammentando la formula vincente delle tre “B” del produttore Micheal Bay: Botte, bombe e belle ragazze. Come spesso accade nella Settima arte, purtroppo, la pratica si distanzia molto dalla teoria. Il risultato è un articolo per bambini, forse un poco scemi, veloce e vuoto. Scordatevi la pellicola Tartarughe Ninja alla riscossa del 1990; scordatevi Leonardo, Raffaello, Michelangelo, Donatello e il maestro Splinter. I nostalgici sono avvertiti. I restaurati mutanti riprendono i connotati della nuova serie Tv in disegni animati recentemente prodotta da Nickelodeon -quelli di Spongebob per capirsi-, evolvendosi in bestioni membruti e ipertecnologici. Un sequel è già in cantiere con al timone sempre l'ubiquo Michael Bay. Una scena vale il prezzo del biglietto: le quattro tartarughe che si improvvisano beat boxer in ascensore. E poi si esce soddisfatti dalla sala. Forse.
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