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8/10

Si alza il vento regia di Hayao Miyazaki

Animazione
recensione di Fabio Secchi Frau

Nel Giappone del 1918, Jiro Horikoshi, è un ragazzo di provincia che sogna di diventare un pilota d’aerei. A causa della sua miopia, è costretto ad abbandonare la sua ambizione più grande… ma non del tutto. Sarà infatti la progettazione di aerei e il sogno di seguire le orme di Caproni, un famoso progettista dell’aviazione italiana che spesso e volentieri gli appare nei sogni, a spingerlo a studiare per stare il più vicino possibile a questi mezzi di trasporto. Ciò che non si aspetta è che però questa sua passione sfrenata, sempre ligia al senso del dovere, lo porterà persino a scoprire l’amore, quello per la giovane Nahoko, una ragazza che aveva aiutato durante il terremoto del Kanto del 1923, che li aveva colpiti mentre viaggiavano verso Tokyo.

 Si alza il vento è un film d’animazione biografico scritto e diretto dal grandissimo Hayao Miyazaki e prodotto dallo Studio Ghibli. Fulcro di tutto è la vera storia dell’ingegnere aeronautico Jiro Horikoshi (1903-1982, già raccontata nel manga "Kaze tachinu" e dal romanzo "Si alza il vento" di Tatsuo Hori), inventore del Mitsubishi A5M e del suo successore Mitsubishi A6M Zero, che vennero utilizzati durante la Seconda Guerra Mondiale dal Giappone.

Presentato alla 70° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia e meritevole di una candidatura all’Oscar (disgraziatamente finito nelle gelide mani del disneyano Frozen – Il regno del ghiaccio di Chris Buck e Jennifer Lee, malgrado le sue enormi imperfezioni), Si alza il vento (titolo ispirato al passo del poema "Le Cimitièere marin" di Paul Valéry) è il nuovo freschissimo tributo del regista nipponico al mondo dell’aviazione, del quale è appassionato fin dall’infanzia (cosa che traspare anche in molte delle sue precedenti opere) ma, senza lasciarsi sfuggire l’occasione di ribadire il suo forte antibellicismo a favore di una filosofia politica votata alla pace fra i popoli.

Animato tradizionalmente (la computer grafica e altri effetti speciali sono presenti solo in minima parte) con una sapienza e con una cura per il particolare impressionanti (quest’ultima emerge principalmente nelle scene di massa dove sembra che dietro ognuna delle comparse animate ci sia una vita vera e propria), il film è cullato dalla bellissima e struggente colonna sonora di Joe Hisaishi, ormai alla decima collaborazione con il regista.

Malgrado le critiche anti-tabagiste e anti-belliche, l’autore ha firmato un ottimo film, cui non è riuscito però a infondere quel senso di indimenticabile che è legato invece a titoli come Ponyo sulla scogliera, Il castello errante di Howl e il bellissimo La città incantata. Benché, dunque, non raggiunga certi livelli qualitativi, il ritmo non è mai troppo lento e allo spettatore non viene mai la voglia di cessare di fissare lo schermo per rivolgere il suo sguardo altrove. Lì dove il ritmo narrativo cresce, ecco che i nostri cuori avvertono le stesse grandi aspettative che il protagonista ha per i suoi progetti, anche quando cadono in picchiata.

Hayao Miyazaki si impone ancora una volta come uno dei registi della nostra epoca più grandi, intelligenti e più amati (specialmente dal pubblico italiano) al mondo. Si alza il vento è uno dei suoi migliori titoli e anche uno dei racconti la cui messa in scena rimane ambiziosa anche in funzione dello scenario nel quale ha deciso di ambientare la sua storia. La storia di un uomo che aspira a creare qualcosa di bello e utile per l’umanità e che, da un remoto villaggio della provincia giapponese, si vede trasportato dal vento della sua passione fino alla gelida Germania nazista, sa di una profumata epopea basata sull’elemento del sacrificio. Dove, quasi incurante di tutto quello che gli capita intorno, Jiro vive solo per gli aerei perché essi sono tutto quello che conosce, tutto quello di cui si vorrebbe prendere cura. E, proprio quando pensa che i cieli siano la sua casa e la terra sia solo un posto di passaggio fra un volo e l’altro, conosce un altro vero amore, quello per la sua amata Nahoko, che poi diventerà la nuova ragione principale della sua esistenza.

Nonostante quello che si possa pensare, Si alza il vento è un film che non sa di fumo, di rombo di motori, né odora di olio, ma sa di rododendri in fiore, di erba fresca, di pioggia che cade e, a volte, si può addirittura avvertire il senso di gelo che la neve provoca sulla pelle. Perché l’animazione di Miyazaki è un’animazione che acutizza i sensi e questa è la grande magia che solo Hayao Miyazaki riesce a fare e che nessun’altra casa di produzione, nemmeno la potentissima Disney, riuscirà a sottrargli.

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