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R Recensione

7/10

Se Dio Vuole regia di Edoardo Falcone

Commedia
recensione di Davide Figliolini

Tommaso è uno stimato cardiochirurgo, un uomo tutto d'un pezzo. Lavoro e poco altro. Sua moglie Carla è un'affascinante donna, in passato piena di ideali e valori importanti, oggi sfioriti come il rapporto con Tommaso. Due figli: la più grande è Bianca, una ragazza fin troppo superficiale, priva di ideali e passioni. Andrea invece è un ragazzo brillante, iscritto a Medicina, pronto a seguire le orme del padre, con suo grande orgoglio. Ma qualcosa nella vita di Andrea lo manda in confusione. Tanti i sospetti dei genitori, si arriva ad una conclusione unanime: Andrea è gay; invece ha solamente conosciuto Don Pietro. Un prete sui generis che lo entusiasma così tanto da fargli prendere la strada del sacerdozio. Papà Tommaso la prende malissimo, ma il suo incontro con Don Pietro aprirà strade mai percorse prima. Inaspettate.

Se Dio Vuole è film scritto da Edoardo Falcone e Marco Martani. Tra gli ultimi lavori di Edoardo Falcone ricordiamo Ti ricordi di me?, Confusi e Felici, Viva l'Italia e tanti altri. Come si può notare ci troviamo di fronte a delle commedie nel senso pieno del termine. Marco Martani viene invece da più lontano e lo troviamo un po' ovunque: da Body Guards di Neri Parenti ai diversi Natale sul Nilo e company, da Ex al più impegnato La mafia uccide solo d'estate di Pif. Si passa dai cine-panettoni a film più impegnativi dal punto di vista della sceneggiatura. Si può dire con certezza che Se Dio Vuole rispecchia pienamente l'architettura della scrittura di questi due sceneggiatori.

Tommaso (Marco Giallini) è un cardiochirurgo stimato. Ma si nota subito l'evidente caratterizzazione dell'uomo tutto d'un pezzo che vive solamente di ciò che ha: del proprio lavoro. Ancor di più lavora con la freddezza tipica di un cardiochirurgo, ma aiutata dalla dissolutezza per i propri colleghi e per i suoi infermieri. Dall'altra parte c'è una famiglia che in apparenza funziona, ma che nasconde, soprattutto nel rapporto con Carla (Laura Morante), un'amarezza di fondo che viene messa in risalto dalle parole di Carla, la quale ammette di non avere ricordi positivi e belli della propria vita insieme a Tommaso. Sua figlia Bianca (Ilaria Spada) è una ragazza priva di qualsiasi passione viscerale. Vive per ciò che la vita gli concede. Senza sogni e valori importanti. Una superficialità di fondo accompagnata dal suo compagno Gianni (Edoardo Pesce). L'inconsapevole simpatia di chi ha poco zelo. Il fulcro del racconto parte tutto da una confessione che deve fare Andrea (Enrico Oetiker) alla propria famiglia. Tutti i componenti pensano che sia gay e si preparano in tal senso. Tuttavia l'imminente rivelazione è di tutt'altro genere, ovvero quello spirituale. Andrea vuole fare il sacerdote. A convincerlo, in senso buono, di questo cambio di prospettiva è Don Pietro (Alessandro Gassmann). Tommaso è disperato, il suo pupillo, il suo unico figlio "uomo" già iscritto a Medicina e promettente medico vuole cambiare la sua vita, ma lui non ci sta. Straborda fuori ancora di più il carattere alquanto ottuso del padre il quale da ora in poi avrà un unico acerrimo nemico: Don Pietro appunto. Un prete sui generis: parlata dialettale romana, un modo di fare giovanile ed una grande passione per la propria fede, nonché professione. Ed è proprio grazie a questo carattere stravagante, ma in realtà il più normale e sincero che ci possa essere che riesce a conquistare i cuori e le voglie dei giovani come Andrea.

La parte più divertente e comica del film è ovviamente l'incontro tra Tommaso e Don Pietro. Il primo, pur di conoscere approfonditamente il prete, finge di essere un uomo disperato con diversi problemi di famiglia (un figlio ritardato ed una moglie violenta); inoltre è convinto che Don Pietro nasconde qualcosa di losco (illuso da alcuni incontri del prete con un ragazzo il quale si scoprirà essere tutt'altro), come potrebbe essere il traffico di soldi sporchi, così che può metterlo in cattiva luce davanti a suo figlio. Rimediando al problema. Dall'altra c'è Don Pietro il quale prende a modo suo sul serio il problema di Tommaso e cerca di riportarlo sulla retta via. Tutto questo tra gag e scene davvero spassose e piacevoli. Il culmine è quando Tommaso deve mostrare quella famiglia disagiata che aveva raccontato al prete. Ecco che prende una casa disastrata in prestito da un suo amico, a Gianni fa recitare la parte del ritardato e ad una sua infermiera il ruolo della moglie che picchia il marito. Tutto questa storia paradossale crea la scena più comica del film. Riuscita dalla bravura dei soliti Giallini, Gassmann e in particolare anche Edoardo Pesce nel ruolo complicato del ritardato.

Dopotutto questo sorridere, nella parte finale del film ci sono momenti che vanno a cogliere il fiore dell'amarezza, della crescita personale e dell'amore verso gli altri. Ma anche per il proprio lavoro. Don Pietro è sicuramente il prete che tutti vorrebbero. "E posso assicurare che esistono", come conferma lo stesso Gassmann durante la conferenza. Un prete che fa del suo mestiere un dono. Il quale non recita un "prete", ma lo fa in maniera naturale. Non si esibisce nella stereotipata "calata" linguistica cantilenante del prete, ma il suo essere prete è qualcosa che va oltre. Un passato difficile per poi dedicarsi agli altri e a se stesso con estrema sapienza. Semplicemente un uomo che ha scelto. Questo modo di vedere la vita influenza indirettamente Tommaso, il quale riscopre l'amore verso le piccole cose, come può essere un abbraccio alla figlia oppure una cena romantica con Carla. Nel film questa trasformazione è sottile, costruita benissimo. Non c'è la voglia di inondare moralità dove capita, ma è una crescita reale, pura. Quella che può succedere ad ogni uomo. Anche la fotografia muta insieme alla sceneggiatura. Con un finale a sorpresa l'emozione è dietro l'angolo. Si riscopre la voglia di essere uomo: essere pensante. Non soltanto un involucro che vive per un'esistenza alienante. Ottima è lo svincolarsi da ogni tipo di "religiosità" cattolica. La fede c'è, ma è quella per la vita. Giallini e Gassmann, quest'ultimo per la prima volta nel suo dialetto, viaggiano tra comicità e la voglia di dare quel qualcosa in più. Edoardo Pesce fa ridere. Laura Morante ha un ruolo piccolo, ma è sua una delle scene più "diverse" del film. Anche se la sua storia andava resa ancora meglio. Per Edoardo Falcone è buona la prima come regista. Il film è buono, manca quel pizzico di profondità in più. La pellicola ne aveva tutte le potenzialità. Anche se pecca forse di originalità.

E' la storia di due uomini diversi, ma che si scoprono simili. Questo avviene scrutando un albero da frutto nell'immagine più bucolica e trascendentale del film. Un dialogo dove la commedia si mette da parte lasciando spazio ad un minimo di pensiero costruttivo. Il frutto cade a terra... "non crederai che sia stata la gravità?" Esclama sorridendo il prete. Questione di punti di vista.

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Voto degli utenti: 8,5/10 in media su 2 voti.
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Alby70 7/10

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megamike0360 (ha votato 10 questo film) alle 15:17 del 27 agosto 2015 ha scritto:

un film originale e spiazzante su un tema delicato, trattato con ironia e delicatezza. non per niente è stato ignorato da moltissima critica ma premiato dal pubblico : i due protagonisti, Gassman e Giallini si dimostrano bravissimi che sanno coinvolgere lo spettatore divertendo senza volgarità.

Alby70 (ha votato 7 questo film) alle 12:57 del 13 ottobre 2016 ha scritto:

Condivido il giudizio. L'argomento è molto interessante ed attuale, al contrario di quanto si possa immaginare. Il film pure. Quanti padri (anche credenti) reagiscono allo stesso modo di Giallini. Forse l'argomento meritava di essere maggiormente approfondito e certe "derive" (tipo la moglie che ridiventa "pasionaria" o il successivo ripensamento del figlio) appaiono fin troppo caricaturali. Il finale lascia tutti con il fiato sospeso e qualche dubbio. Nel complesso una buona opera prima cui manca qualcosa per essere veramente riuscita. Gli attori sono tutti bravi e convincenti.