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10/10

Salvate la tigre regia di John G.Avildsen

Drammatico
recensione di Claudia Mastro

Stanco di "aggiustare i registri con la scolorina" Harry Stoner (Jack Lemmon), imprenditore 50 enne benestante, medita di dar fuoco alla sua stessa azienda di confezioni e ricominciare da capo con gli incassi dell'assicurazione e la nuova, infallibile collezione.

E' facile capire cosa, della storia di Shanagan (poi anche produttore associato) colpì Avildsen e soprattutto Lemmon: il racconto di un uomo "tutto d'un pezzo" ma eternamente diviso a metà tra passato (lo sbarco di Anzio, vissuto in primissima persona e mai dimenticato) e presente (Los Angeles ben lontana da sacrifici di guerra), tra famiglia (moglie bourgeoise) e amante occasionale (autostoppista) e ovviamente tra legale e illegale. Persino nei piccoli gesti di scenografia e inquadrature (il talento di Avildsen, qua in fase pre-rocky, è lapallissiano) questo contrasto è se non sottolineato, almeno "apparecchiato": ad esempio, il letto di Harry è una piccola bomboniera altoborghese, dai toni tenui, in cui egli è seduto ordinatamente e in canottiera mentre discute del più e del meno con la moglie, illuminati dal sole; mentre invece l'alcova quello in cui la tradisce non ha neanche la testiera, è in una casa abbandonata e lui vi sta completamente abbandonato,in mutande, mentre chiacchera di rolling stones e simili con la sua giovane hippie, al buio. E' altrettanto facile capire però perchè non ebbe successo: difficile non tanto vedere-perchè stiamo parlando di uno dei più grandi attori di sempre ,capace davvero di fare tutto-ma *immaginare* lemmon intrallazzare con prostitute per i clienti, con piromani di quart'ordine e mezzo nudo a letto con un appena 20 enne. Ovviamente superato questo scoglio la tigre è tutta la e Lemmon è maestoso, vincente, assolutamente degno dell'oscar che vinse (e, ci tengo a sottolineare contro chi: Marlon Brando - Ultimo tango a Parigi, Jack Nicholson - L'ultima corvè, Al Pacino - Serpico, Robert Redford - La stangata) La sua è l'interpetazione tale che possiamo benissima associarla a quella di un uomo che esiste da prima e ben dopo i titoli di coda dal finale aperto,pur se rappresentante un solo unico giorno nella vita di quest'ultimo. Ottimo anche Jack Gilford, ma nel gioco di squadra non rimane nessuno fuori dal pullman.

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