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5/10

Ruba Al Prossimo Tuo regia di Francesco Maselli

Commedia
recensione di Dmitrij Palagi

Esmeralda arriva a New York in cerca del capitano di Polizia Harmon, in passato collega di suo padre in Sicilia. Ciò che l'ha spinta a quel viaggio è la volontà di restituire dei gioielli rubati senza che il furto venga scoperto. Progettando il piano i due impareranno a conoscersi e le loro vite subiranno un profondo cambiamento...

 

Quando un Maestro del cinema impegnato (politico, sociale, psicologico) entra in crisi politica, per i modelli di socialismo a cui i comunisti si ispiravano ancora alla fine degli anni '60, può anche darsi che tenti la commedia.

Karel Reisz e Francesco Maselli, nell'estate del 1964, decidono di fare film di sinistra in chiave allegra e di commedia. Fai in fretta ad uccidermi... ho freddo (1967) e Ruba al prossimo tuo sono il frutto di questi tentativi. Pellicole poco amate dal Maestro e sicuramente lontane da larga parte della sua produzione.

La commedia sofisticata statunitense degli anni '30 e '40 fa da base per il film girato in soli 14  giorni negli USA (l'FBI non dava vita facile agli iscritti del PCI). Le condizioni climatiche particolari (un inverno particolarmente freddo) aiutarono a creare un'atmosfera poco comune per le scene girate negli States.

Una produzione dai costi impegnativi porta ad un risultato poco convincente ma comunque facilmente interpretabile come coraggioso tentativo di sperimentare generi non propri.

Non un brutto film comunque, anche data l'ottima fotografia di Alfio Contini e una non brillante ma piacevole musica di Ennio Morricone. Con lo sceneggiatore di Casablanca (Julius J. Epstein) a sorvegliare il comunista Maselli (per conto della Columbia) e il finale trasgressivo (censurato negli USA) la valenza politica non è del tutto assente ma poco approfondita, come l'accenno al sindacalismo delle forze armate presente in apertura, o come l'anarchico dinamitardo che appare in ordine sparso.

Per il resto domina lo schematismo della commedia, con cui il regista riesce a scompaginare  i personaggi del puritano poliziotto e della passionale italiana, arrivando a invertirne gli stili di vita. Come nel precedente Fai in fretta ad uccidermi il protagonista è il ladro come simbolo di libertà, estraneo dal conformismo e capace di non sottostare ai dettami della società.

A funzionare più di tutto è la figura di Rock Hudson, convincente al fianco di una meravigliosa Claudia Cardinale, tra le poche attrici che non ha bisogno di saper recitare per riuscire a convincere sullo schermo.

Non è un'operazione commerciale ma facilmente può essere fraintesa. È un momento di sperimentazione, probabilmente troppo lontano dal vissuto artistico di Maselli.

Comunque una piacevole commedia con cui distrarsi.

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