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7/10

La Vita Facile regia di Lucio Pellegrini

Commedia
recensione di Carlo Danieli

Mario e Luca sono due medici, che si conoscono da tanti anni. Le loro strade si sono separate quando Luca ha deciso di mollare tutto e andare in Africa a curare i malati, fondando un ospedale da campo, mentre Mario è rimasto a Roma  a lavorare in una clinica privata. Le loro vite si incrociano nuovamente quando Mario, essendo coinvolto in una losca vicenda all’interno della clinica, decide di raggiungere proprio Luca in Africa, con il pretesto di dargli una mano e ritrovare un po’ di pace, ma con il celato intento di aspettare che le acque si calmino . Una volta giunto sul posto, Mario, abituato ai lussi e alla “vita facile” romana, fatica ad ambientarsi, finché riesce a raggiungere gradualmente  un certo equilibrio, grazie anche alla ritrovata amicizia con Luca. Ma l’arrivo di Ginevra, sua moglie, nonché ex amante di Luca, complica terribilmente la situazione, facendo riemergere vecchie ruggini mai sopite tra i due medici, nonché ulteriori e nuovi  motivi di scontro. 

Lucio Pellegrini firma questa piacevolissima commedia con colpo di scena finale, incentrata sui temi dell’amicizia e del tradimento di essa, della fuga dai propri problemi e dell’opportunismo che anima l’agire umano. Troviamo cioè diverse tematiche, che si intrecciano fra loro componendo una divertente e riflessiva vicenda tipica dei giorni nostri. Pellegrini riesce nel difficile intento di amalgamare al meglio questi diversi aspetti, senza dimenticare di far ridere, sempre con intelligenza. Il suo marchio di fabbrica è riscontrabile tanto nel modo in cui spiazza lo spettatore regalando risvolti improbabili alla vicenda che conducono ad un finale inaspettato sulla scia del precedente Figli delle Stelle, quanto nell’ironia e in quel tocco di grottesco con cui descrive i personaggi che animano la storia. Ognuno è diverso da quello che all’inizio il regista ci propone e ci fa pensare sia.  Mario sembra l’eroe negativo della vicenda, abituato alla ricchezza e al lusso di Roma disprezza il luogo in cui è costretto a rifugiarsi, a causa di una losca operazione che ha compiuto. È il classico romano che ha fatto i soldi e che può tutto, superficiale e arrogante, anche se non suscita antipatia ma semplicemente un certo distacco emotivo. Siamo un po’ tutti come lui in fondo. Luca invece fin dai primi minuti è rappresentato come l’eroe positivo, colui che va in Africa per rispondere a profondi ideali di aiutare l’umanità più debole e disagiata. Ma non è così. Non ci sono personaggi positivi nel film di Pellegrini, non ci sono eroi: ognuno è semplicemente ciò che i propri istinti lo portano ad essere. Anche Luca si rivelerà essere scaltro e opportunista quando serve, e la sua fuga in Africa per curare i malati è appunto una fuga dal mondo che lo ha rifiutato più che una convinta scelta di vita, ispirata da profondi ideali. Ma il personaggio più negativo si rivela essere quello di Ginevra, moglie di Mario ed amante di Luca, con i quali forma una sorta di triangolo amoroso involontario e dal quale trae solamente il meglio: i soldi dell’uno, il fascino dell’altro. Apparentemente ingenua, sempre indecisa con chi schierarsi, Ginevra (il cui nome rimanda alla Ginevra di Artù, nobile e infedele) è bella, capricciosa e viziata, protagonista perfetta di quella “vita facile” a cui fa riferimento il titolo. Pellegrini ci regala un personaggio nuovo nel panorama cinematografico italiano: quello della donna spudoratamente opportunista, capace di tradire e di scegliere solo in base al proprio tornaconto personalissimo. Alla fine sarà lei la vera sconfitta della storia, quella che pagherà il prezzo più alto delle sue fallite strategie. Tutto il cast, calato alla perfezione nei ruoli, riesce a dare intensità e realismo al film e gli attori si confermano tra i più interessanti del panorama italiano: Favino ormai non sbaglia un film, Accorsi è una sicurezza e la Puccini (almeno stavolta) si difende bene.  A ciò si aggiunge la lucida regia di Pellegrini, capace come detto di coniugare diversi generi e diversi aspetti della vicenda, senza dimenticare di inserire la comicità di cui è capace. Un eccellente film insomma, che conferma le buone idee già mostrate dal regista nei lavori precedenti.

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