L'estate addosso regia di Gabriele Muccino
CommediaMarco Maria Paul e Matt sono 4 ragazzi e stanno per passare insieme l'estate più incredibile della loro pur giovane vita tra new york san francisco e cuba. Tra racconto di formazione generico (lei e lui si incontrano e si innamorano) e racconto di formazione generale (sulla condizione gay, rappresentata dalla coppia paul e matt) marco imparerà qualcosa di più sul mondo e inevitabilmente su di se, prima di tornare a Roma
L'ultimo lavoro di Gabriele Muccino con budget di 6 milioni si apre all' insegna del qualunquismo, nel senso sia di valori espressi (love is love!) che di confezione: è in effetti difficilissimo parlare di un film così “qualunque” ,se proprio ne va scritto va fatto immediatamente dopo la visione, prima di dimenticarsene subito.
Marco è un giovane ragazzo romano alle prese con solidi problemi di base (genitori separati + non avere soldi da spendere in una vacanza “da sognooooh!”) ,”per fortuna” un incidente con il motorino risolve il problema nr 2 e Marco riceve, grazie a quella che deve essere una delle pratiche più svelte della storia, ben 9000 euro sull'unghia dall'assicurazione e grazie a cui potrà partire per San Francisco, meta suggerita dall'amico vulcano, un ragazzo di 17 anni che ha già abbastanza globe trotter- experience per suggerire mete e per accomodare non uno, ma ben 2 amici a casa di ragazzi conosciuti in california e divenuti talmente cari (nonostante quello che è stato, string stringi, un solo unico incontro) da offrirsi come badanti-ospitatori di Marco e, appunto, dell'altra protagonista, la pia Maria.
Maria è non solo l'opposto di Marco, ma anche di Vulcano, quindi anche dando retta alla scusa dei due che si incontrino esclusivamente perchè “amici di famiglia”, non si capisce come i genitori di prole dal nome “Vulcano” conoscano e frequentino i destrorsi parenti di Maria che “hanno a casa i discorsi del duce su vinile”.
il retaggio omofobo della ragazza però passa in secondo piano una volta che Maria viene a contatto con i due gay -a difesa del'improbabile costrutto c'è da dire che ne Maria ne i genitori sapevano che paul e matt fossero gay, ma all'attacco va detto che, una volta scoperta la cosa questi fan del ventennio non dicano assolutamente nulla- passando cosi dall'omoschifo alla bandiera arcobaleno in un ventiquattr'ore.
Ovviamente aiuta la transizione di Maria il fatto che i gay presentati da Muccino siano di un favoloso e simpatico e bello e accogliente che scioglierebbe i cuori di chiunque, in più hanno una casa da urlo-nonchè vero punto che convince Maria a dargli una chance- guadagnata in soli pochi mesi , mostrando quindi anche una capacità economica invidiabile: insomma una presentazione che dovrebbe essere un complimento, ma che invece sembra un insulto (gay è bello ma se fantastico, chissà se mediamente come tutti antipatico, frustrato e povero)
Il resto è un normalissimo cinepanettone a più tappe, con la storia tra Maria e Marco che, in quanto accadente in vacanza , diventa anche solida in men che non si dica (ma non era l'opposto?)
A conti fatti, l' unica vera differenza tra L'estate addosso e una normalissima commedia vacanziera è, più che l'elemento gay, la presenza costante di flashback: ci sono flashback per spiegare ogni passaggio della storia d'amore tra Paul e Matt , soprattutto le varie difficoltà passate in quanto gay ed è forse questo il punto più fastidioso di tutta l'epopea, primo perché nonostante gli anni in America si vede da lontanissimo che Muccino non ha idea di che cosa stia parlando ma va avanti a tentoni nel buio affidandosi a idee lette qua e là e stereotipi (stati dell'America del sud = difficile essere gay) e, secondo, perché sembra affibiare all'amor gay un valore aggiunto in quanto “passato per grandi tribolazioni” e quindi più meritevole, quando invece buon senso spiegherebbe che 1)tutti gli amori hanno a loro modo difficoltà 2) tutte le relazioni di tutte le sessualità hanno diritto a esistere, anche se da 4 soldi.
Un po come accade con i film. Ahimè!
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