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8/10

L Arrivo Di Wang regia di Antonio Manetti, Marco Manetti

Fantascienza
recensione di Alessandro Pazzola

La traduttrice Gaia Aloisi (Francesca Cuttica) viene contattata da un'agenzia riconducibile ai servizi segreti italiani. Dovrà presenziare ad un interrogatorio tra l'agente incaricato, l'agente Curti (Ennio Fantastichini) e uno sconosciuto chiamato signor Wang, che parla solo cinese mandarino. Ma il signor Wang non è un cinese qualsiasi, anzi non è un essere umano, bensì è un alieno sceso sulla Terra. L'interrogatorio dovrà stabilire le reali intenzioni dell'alieno e della sua gente. Vogliono stabilire relazioni pacifiche con la Terra e i suoi abitanti o vogliono invaderla?

Se si pensa ai generi dell'industria cinematografica, l'ultimo che verrebbe in mente di accostare al cinema italiano è il genere fantascientifico, solitamente ritenuto, per i costi molto alti associati al genere (anche questo è un luogo comune, non è strettamente necessario un budget elevato per realizzare un buon prodotto, si pensi ad esempio a Pitch Black (2000) di David Twohy, nato come film a basso costo ma che ebbe molto successo fino a diventare un vero e proprio film cult) quasi completamente di pertinenza hollywoodiana. Difatti se si escludono alcune serie tv, come ad esempio la serie della BBC Doctor Who, e i film d'animazione dove spopolano gli anime giapponesi, per i lungometraggi il predominio americano è fuori discussione.

Tuttavia anche il cinema italiano ha una solida tradizione in ambito fantascientifico, il primo film risale al 1958, La morte viene dallo spazio di Paolo Heusch, e, soprattutto negli anni sessanta sono uscite molte opere molto interessanti, per citarne due: Terrore nello spazio(1965) di Mario Bava e La decima vittima di Elio Petri dello stesso anno. Purtroppo principalmente a causa del bombardamento che subiamo dalle produzioni hollywoodiane da tempo i produttori cinematografici nostrani hanno perso interesse per il genere.

Terminata l'introduzione passiamo all'analisi del film in questione.

Le sequenze del film si svolgono (se escludiamo quelle dei flashback), in un luogo sotterraneo nei pressi di Roma.

Il film ruota soprattutto sull'interrogatorio dell'alieno, il signor Wang, con l'agente Curti, che deve comprendere le reali intenzioni di costui, per mezzo della traduttrice, Gaia Aloisi. Questi sono gli unici personaggi che assumono un certa rilevanza all'interno del film, entrambi interpretati molto bene dagli attori Francesca Cuttica e Ennio Fantastichini.

Ennio Fantastichini conferma la sua grande versatilità come attore, passa con naturalezza dall'educazione e all'eleganza con cui si rivolge all'inizio con la traduttrice, ad un misto di frustrazione, scherno e rabbia nei confronti dell'alieno, per l'evasività delle sue risposte.

Francesca Cuttica interpreta l'altra faccia della medaglia, difatti anche se dovrebbe solo fungere come mezzo di comunicazione tra le due parti, assume un ruolo attivo in tutta la storia, mentre l'agente Curti cerca di far crollare psicologicamente l'alieno prima con la tortura psicologica e in seguito con quella materiale, Gaia, il personaggio da lei interpretato, tenta di supportarlo in tutti i modi in quella situazione difficile, provando a consolarlo, portandogli un bicchiere d'acqua, dissociandosi completamente dai metodi utilizzati dall'agente Curti.

L'alieno, realizzato molto bene, in computer grafica, è un incrocio tra una piovra e l'alieno Roger di American Dad. Tenta in tutti i modi di convincere l'agente Curti della bontà delle sue azioni. E' rappresentato molto bene anche nell'espressività, le sue reazioni sono molto realistiche, ad esempio la cresta che si alza nei momenti di paura o la reazione sofferente quando viene torturato.

Ciò a cui i registi hanno dato maggior risalto è stata, appunto, l'espressività degli attori, con molti primi piani dedicati semplicemente ai volti, il volto contratto quasi deformato dalla rabbia dell'agente Curti, quando urla all'alieno le sue quattro domande in successione, lo sgomento di Gaia quando vede l'alieno la prima volta, o la paura che l'attrice riesce a trasmettere molto bene quando tenta di fuggire dal laboratorio.

Gli effetti speciali sono molto curati, soprattutto se si tiene conto che è un film a basso budget, i costi del film si aggirano sui 500000 euro, oltre all'alieno, di cui si è già parlato precedentemente sono ben realizzate anche le astronavi aliene.

L'unica pecca che si può riscontrare del film è la sequenza del reclutamento di Gaia da parte dei servizi segreti italiani. Sembra strano che nei servizi segreti o nel personale del ministero degli esteri non ci sia personale che sappia parlare correttamente il cinese, e che si sia dovuto contattare una traduttrice di film e serie TV cinesi, la spiegazione che offre il film sulla faccenda non è pienamente esaustiva.

Il film, anche se è poco conosciuto al grande pubblico, ha ricevuto diversi premi, il Méliès d'argento per il miglior lungometraggio fantastico europeo e il premio Nocturno Nuove Visioni al festival Science Plus Fiction di Trieste nel 2011, inoltre è stato candidato al David di Donatello 2012 nella categoria effetti visivi.

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K.O.P. 7/10

C Commenti

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FCA1739 (ha votato 7 questo film) alle 12:14 del 11 agosto 2016 ha scritto:

è stato un film piacevole. Prevedibile ma piacevole. Molto bravi gli attori e bella recensione che mi ha spinto a guardare questo film