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7/10

Interstellar regia di Christopher Nolan

Sci-Fi
recensione di Verdiana Paolucci

In un futuro imprecisato, un drastico cambiamento climatico ha colpito duramente l'agricoltura. Un gruppo di scienziati, sfruttando un "whormhole" per superare le limitazioni fisiche del viaggio spaziale e coprire le immense distanze del viaggio interstellare, cercano di esplorare nuove dimensioni. Il granturco è l'unica coltivazione ancora in grado di crescere e loro sono intenzionati a trovare nuovi luoghi adatti a coltivarlo per il bene dell'umanità . Il regista visionario della trilogia de Il Cavaliere Oscuro e Inception, che con i suoi film ha rinnovato più di ogni altro la cinematografia contemporanea, si misura questa volta con uno sci-fi dirigendo, come sempre, un cast eccezionale.

Verdiana Paolucci (Voto 9):

"Un tempo alzavamo lo sguardo al cielo chiedendoci quale fosse il nostro posto nella galassia, ora lo abbassiamo preoccupati ed intrappolati nel fango e nella polvere." Inizia con le parole di Cooper il viaggio di "Interstellar", ultima, straordinaria fatica di Christopher Nolan. Con questo film, il regista non solo si (e ci) chiede chi siamo e dove stiamo andando, ma racconta ed esplora una storia universale: quella dei legami famigliari. Il lavoro di Nolan inizia dalle teorie del fisico teorico Kip Thorne, che parlava della possibilità  di viaggiare tra vari sistemi solari attraverso un cunicolo spazio-temporale, il cosiddetto wormwole, che costituisce la spina dorsale scientifica della sceneggiatura del film. Matthew McConaughey interpreta il ruolo principale di Cooper, un ex pilota collaudatore e ingegnere secondo le regole delle Giovani Aquile. Cooper ha vissuto nell'adrenalina, vivendo il suo lavoro come una possibilità per esplorare continuamente i suoi limiti, ma ha dovuto rinunciarvi quando nel suo mondo il cibo ha iniziato a scarseggiare, e la richiesta di agricoltori è aumentata - Cooper infatti discende da una tale famiglia. Eppure sente che il suo ruolo dovrebbe essere "altrove", per questo stabilisce un legame fortissimo con la figlia minore Murph, dato che entrambi condividono la passione per la scienza. Cooper ama profondamente entrambi i figli e desidera una vita migliore per loro, ma quando viene chiamato a partecipare alla missione della NASA, mentre Tom accetta le responsabilità di gestire la famiglia, Murph ne è sconvolta e tenta di convincere il padre a restare in tutti i modi possibili. C'è un'altra famiglia che viene presa sotto analisi ed è quella del Professor Brand e di sua figlia Amelia. Lui ha passato tutta la sua vita nel cercare un'altra possibilità per la razza umana in un'altra galassia, e nel suo intento, decide di inviare la figlia nella missione dell'equipaggio attraverso lo spazio. Michael Caine è alla sua sesta collaborazione con Nolan, e ogni volta sa come apportare carisma a un personaggio, anche se di minor presenza scenica. Anne Hathway, invece, è un'appassionata di scienza, e non è stato difficile coinvolgerla nel progetto di "Interstellar." A completare l'equipaggio spaziale, ci sono due intelligenze artificiali, CASE e TARS, due macchine progettate per alleggerire l'animo degli astronauti - e riescono a dare quel tocco intelligente di umorismo al film proprio al momento giusto. Lontani dalla terra, i personaggi di "Interstellar" hanno provato l'esperienza dell'assenza di gravità  in volo. Un'illusione che Nolan aveva già sfruttato in "Inception." E' in quel momento nello spazio, che l'ambiente è privo di qualsiasi suono. Le musiche di Hans Zimmer, alla sua quinta collaborazione con Nolan, sono importanti per l'intero film. Il suono non viaggia nello spazio, perciò non viene riprodotto durante le scene spaziali. E' quel silenzio assoluto a far la differenza tra ciò che è alieno e ciò che è terreno. Nello spazio, ci si rende conto di essere degli sconosciuti ed è la paura che qualcosa possa andar storto a creare disperazione e senso di vuoto. Quando la musica di Zimmer si accende, lo fa in modo potente, per evidenziare le scene ad alta tensione. "Interstellar" si colloca tra le migliori novità cinematografiche dell'anno, con un Nolan in ottima forma e un cast, è il caso di dirlo, decisamente stellare.

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Robin Whalley (Voto 5):

Interstellar è un film pesante, in tutti i sensi possibili e immaginabili.

Innanzitutto nel senso letterale e puramente fisico, perché la gravità è una forza non importante ma fondamentale nella trama, che si carica di significati narrativi ed emotivi che vanno ben oltre il suo essere una forza, o meglio la forza naturale che regola l'intero universo.

Come è già stato ampiamente scritto e pubblicizzato, la fisica in questo film non è solo una giustificazione razionale di quello che vediamo ma una vera e propria protagonista della storia, tanto che alcuni personaggi esistono letteralmente solo per esporre le sue leggi e teorie, e in ogni caso anche i protagonisti passano metà del tempo a discuterne.

Eppure, nonostante tutto questo impegno e il coinvolgimento diretto di uno scienziato come Kip Thorne, alcune cose sono così palesemente sbagliate da essere non credibili anche per un completo ignorante di questa materia. Per fare un esempio, c'è un corposo segmento della storia che prende luogo nei pressi di un enorme buco nero. Basta informarsi sulla pagina inerente di Wikipedia per essere allibiti dall'impossibilità fisica di quello che si sta vedendo.

Il problema però non è tanto la non plausibilità di certi eventi, cosa che è propria del genere fantascienza, ma uno più generale di coerenza. Si ha quasi la sensazione che i personaggi siano impegnati a sprecare un sacco di parole e che poi si divertano a fare il contrario di quello che hanno appena detto. Magari però si trattasse solo di scienza.

Una cosa evidente di Interstellar è come ogni singolo secondo sia stato progettato e costruito dal suo regista e co-sceneggiatore, Christopher Nolan. E' come se il film stesso fosse la sua nave spaziale, e noi spettatori fossimo i suoi passeggeri sempre attaccati alle sedie, senza la possibilità di muoverci. Non è solo una metafora: quasi ogni inquadratura che riprende l'Endurance, il veicolo spaziale su cui viaggiano i protagonisti, adotta la soluzione originale di essere sempre ancorata a un lato esterno, quasi come una go-pro che registra però in formato IMAX.

Non c'è dubbio che si tratti di uno spettacolo, visivamente e sonoramente parlando. Pianeti, stelle, galassie, buchi neri e wormholes sono tutti ricreati con una cura e una maestosità che hanno l'intenzione di suggerire un senso di infinità e di sublime. Ma di nuovo, nonostante tutti questi sforzi, questo senso è troppo spesso difficile da provare. E' qui che entra in gioco la storia vera e propria.

La pesantezza, in questo caso, è data dal continuo parallelismo fra le estremità del cosmo e il pianeta Terra, più precisamente i dintorni di una fattoria nel sud degli Stati Uniti, come sempre l'unica nazione in grado di salvare l'umanità. Inizialmente è una cosa che funziona, in particolare quando Cooper, l'astronauta interpretato da un Matthew McConaughey davvero in forma (ormai non è più una novità), deve ripercorrere anni interi di filmati inviati dalla Terra mentre per lui sono solo passate un paio d'ore (Sì, c'entra la relatività). E' una scena di grande delicatezza e semplicità, e che riesce a far sentire il peso della posta in gioco.

Da qui in poi cominciano i guai, sia per i personaggi che per il pubblico. E' difficile se non impossibile da comprendere senza averlo visto, ma c'è essenzialmente un paradosso di fondo: più il viaggio interstellare va avanti verso l'infinito (e oltre) più il film sembra voler rimanere sulla Terra facendo uso di sviluppi narrativi fin troppo palesi se non banali. Oltre a ciò, gli organi di chiesa dell'assordante e non memorabile colonna sonora di Hans Zimmer di certo non aiutano. Si allargano enormemente gli orizzonti, ma la barca va all'indietro.

L'obbligatorio paragone con 2001: Odissea nello Spazio non solo aiuta a capire questo paradosso, ma è suggerito dal film stesso. Nel capolavoro di Kubrick, il viaggio verso Giove trascende la realtà e si conclude con un Eterno ritorno che ha provocato, e continua a provocare, un infinito dibattito sui suoi molteplici significati. Nel non capolavoro di Nolan, il significato è uno ed è quello, punto.

Questo forte legame con la Terra è simbolizzato da quello fra un padre (Cooper) e sua figlia Murph, interpretata da ben tre attrici diverse nel corso degli anni ma principalmente da Jessica Chastain.

E' un'idea commovente e funzionerebbe, se solo fosse una relazione interessante. La pesantezza, in questo ultimo caso, è quella emotiva. L'Amore è rappresentato qui come una forza che trascende tutte le altre, e questo sarà pure molto sentimentale ma è accettabile. Quando però la d.ssa Brand, interpretata da Anne Hathaway, ce lo spiega come se fosse un teorema scientifico che può negare la scienza stessa, è francamente difficile non rimanere perplessi. E sarà proprio Cooper, che in questa scena le ribatte con la nostra stessa perplessità, a mettere in atto questo principio.

E' quasi inevitabile, alla fine, che Interstellar collassi sotto il suo stesso peso. Certo, bisogna riconoscere a Nolan e a tutti i suoi collaboratori un'ambizione e un'intelligenza rare in questo tipo di cinema blockbuster, ma la sensazione prevalente è quella di aver perso una grossa occasione per stimolare la nostra immaginazione e il nostro desiderio di esplorazione, e di non averne persa una invece per gridarci addosso un sacco di idee e di concetti e per dichiarare la sua importanza, con il risultato contrario di lasciarci abbastanza indifferenti e soprattutto freddi.

E' un film, verrebbe da dire, con il quale si ha l'impulso di avere un'accesa discussione, ma che non è disposto a lasciarci parlare. Quello, naturalmente, si può fare, ma solo dopo i titoli di coda.

 

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Voto degli utenti: 7,9/10 in media su 17 voti.

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Slask (ha votato 9 questo film) alle 19:03 del 10 novembre 2014 ha scritto:

Addirittura voto 5.............................................. poi ancora questi paragoni forzati con 2001, che Nolan di certo non cercava...

Robin Whalley alle 21:17 del 10 novembre 2014 ha scritto:

Il paragone con 2001 non è assolutamente forzato ma è anzi richiamato più volte, sia nelle immagini che nella musica, dal film stesso. Inoltre, Nolan in persona ha affermato che il film di Kubrick è una diretta influenza (es. https://variety.com/2014/film/news/christopher-nolan-interstellar-like-2001-not-batman-movies-1201333421/).

Detto tutto ciò, il voto corrisponde al mio senso generale sul film, che secondo la mia opinione strettamente personale e soggettiva è tanto più ambizioso quanto più fallimentare.

tramblogy alle 22:04 del 10 novembre 2014 ha scritto:

e l'insopportabile didascalia, le spiegazioni infantili ....."dovevamo girare i piatti per non mangiare la polvere"...."heyy!!!ma quella è la biblioteca della cameretta di murphy!!!"...wahahahaha....non si affronta, anche se nolan attira, ci si infila sempre in un buco nero....(bravo robin )

Slask (ha votato 9 questo film) alle 0:01 del 11 novembre 2014 ha scritto:

spiegazioni infantili? Questo è uno dei "blockbuster" meno commerciali usciti negli ultimi anni, uno schiaffo morale a tutti quelli che lo consideravano uno che si era venduto alle major e ai soldi facili.

alexmn (ha votato 9 questo film) alle 0:15 del 15 novembre 2014 ha scritto:

molto d'accordo con te. 5 non se lo merita per nulla. io dopo averlo visto son rimasto in contemplazione per giorni.

Slask (ha votato 9 questo film) alle 12:04 del 15 novembre 2014 ha scritto:

Ma il fatto che un film omaggi o citi un'altra opera non significa che volesse competere direttamente con quest'ultima.

Marco_Biasio (ha votato 6 questo film) alle 12:15 del 15 novembre 2014 ha scritto:

Mi ha provocato sincero fastidio - e lo dico con grande dispiacere, perché sono un grande fan di Nolan - il mare di moralismo pseudo-filosofico in cui annegano alcune delle pur buone idee del plot. Il rapporto tra padre e figlia (intendo sia quello di McConaughey che quello della Hathaway), tra astronauti, le disquisizioni sull'amore, i pipponi criptoscientifici sui buchi neri... sono tutti rami secchi ed imbolsiti di cui io, personalmente, proprio non avvertivo alcuna necessità, e che fanno paurosamente virare la pellicola in ottica Spielberg (che per me è un insulto pesantissimo).

Mi dispiace, lo ripeto, perché Nolan ha dimostrato di saper gestire con maestria durate così impegnative. Ma qui, paradossalmente, mi è sembrato che ci si concentrasse troppo su alcuni singoli aspetti (l'attracco all'Endurance... eddai, sappiamo come va a finire, cui prodest perderci sopra dieci minuti?) a discapito di altri, molto più interessanti (la vita sulla Terra, l'esplorazione dei pianeti), col risultato che a tratti il film si vede quasi "tirato via", non sufficientemente sviluppato.

Poi c'è tutto Nolan: l'eccellente regia, una sceneggiatura che si magna tremila mediocri Gravity, fantastici effetti speciali. Ma a me piaceva di più con meno trucco e parrucco e più voglia di osare, di stupire. Non vedo cosa potrebbe realmente stupire qui... Per me non è una bocciatura, ma non sono affatto esaltato, e tirare in mezzo Kubrick è da folli.

swansong (ha votato 8 questo film) alle 19:24 del 19 novembre 2014 ha scritto:

Opera difficile da inquadrare e commentare. Ma, senza ombra di dubbio – e come al solito con Nolan, aggiungerei - affascinante sotto molti punti di vista.

Sono andato al cinema dopo aver letto in giro quello che poteva essere il soggetto del film e, resomi conto dell'alto grado di difficoltà che un tale argomento avrebbe potuto avere nell'elaborazione visiva e di scrittura, ho deciso di gustarmi il film senza farmi troppe domande, ma solo con il desiderio di "godermi" lo spettacolo. Beh, credo sia stata la scelta migliore, perché, altrimenti, il "voto" non sarebbe stato così positivo. Provo a spiegarmi meglio.

L'impressione che ho avuto mentre mi gustavo il film (sì, perché, pur con tutti i suoi difetti, l'opera è un vero e proprio spettacolo da gustare) è che questa volta il nostro eroe, forse, ha esagerato. Non tanto nella rappresentazione, quanto nell'esposizione.

Non che alla base di Interstellar (per come l'ho interpretato io) ci fosse un argomento facile trattare, tuttavia, da Nolan (quello che, ricordo, ci ha condotto nell'esplorazione dei sogni con sublime maestria, senza mai perdere il filo del racconto e con una potenza visiva ed evocativa senza eguali nella storia recente del cinema) mi sarei aspettato qualcosina di più.

Allacciandomi a quanto appena detto e continuando nella (avventata?, non credo..) comparazione fra le due opere, posso tranquillamente affermare che Interstellar non raggiunge, a mio parere, le vette, altissime, di Inception, ad oggi ancora il capolavoro indiscusso di Nolan e summa del suo credo registico e narrativo. In Interstellar è presa a pretesto la fantascienza, che diventa strumento, confezione, per narrare dell'uomo, del suo ruolo nell'universo e dell'amore che trascende l'infinità del tempo e dello spazio. A ben vedere, gli stessi concetti, già espressi, e lo stesso strumento, già utilizzato, con migliori risultati, sia formali che narrativi, in Inception.

Forse la mia è una chiave di lettura estremamente riduttiva per un film come Interstellar che dura quasi 3 ore e che vuole portare all'attenzione dello spettatore una miriade di interrogativi, tuttavia non posso far altro che fare mie le perplessità di natura "tecnica" già espresse meglio di me da Marco e dal secondo recensore qui sopra.

Ma, parimenti, non posso negare a me stesso che i pregi del film siano di gran lunga superiori ai difetti e che, come mai prima era successo nei sui film, Nolan abbia con estrema efficacia toccato corde emozionali così intense da rendere in alcuni momenti la visione del film insostenibile per la profondità di significati che le immagini e le parole evocavano (un plauso enorme alla recitazione di tutti gli attori), mi riferisco alla scena della visione dei filmati (e non aggiungo altro per non spoilerare..).

E comunque, diciamocelo dai, basterebbe solo una frase come "Quando si diventa genitori non si è altro che il fantasma del futuro dei propri figli", per far passare, anche questo film, alla storia del cinema! Grazie Nolan!

tramblogy alle 19:22 del 20 aprile 2015 ha scritto:

sto aprendo come una scatoletta di tonno sto film...ingannevole e pieno di buchi neri.

alexmn (ha votato 9 questo film) alle 9:50 del 21 aprile 2015 ha scritto:

che è proprio quello che non va fatto con interstellar. se sospendi l'incredulità, lo guardi 'di pancia' e ti fai prendere dalla storia, il film va molto bene il suo lavoro, ovvero intrattenere/emozionare.

se invece provi ad analizzarlo vengono fuori un sacco di problemi.

Slask (ha votato 9 questo film) alle 12:25 del 21 aprile 2015 ha scritto:

Interstellar richiede si un certo grado di sospensione d'incredulità, ma i problemi di cui accennate non intaccano la solidità dell'impianto. Se passassimo al microscopio tutte le pellicole così come si fa con queste, non se ne salverebbe una.

alexmn (ha votato 9 questo film) alle 12:29 del 21 aprile 2015 ha scritto:

assolutamente d'accordo con te. post film ho represso l'istinto ad analizzare perchè non volevo (e continuo a non voler) rovinarmelo.

fare le pulci scientificamente a un film d'intrattenimento come questo ha davvero poco senso.

tramblogy alle 15:01 del 21 aprile 2015 ha scritto:

la mia non era un'analisi scientifica, assolutamente, anche perchè ci ho provato con i libri, (einstein non mi convince del tutto in base al mio misero sapere)quindi questo aspetto l'ho lasciato da parte....il mio punto di vista e la mia indagine punta sui dialoghi, le varie fasi del distacco delle navicelle verso la fine della pellicola, il dibattito all'inizio del film inerente il piano a e quello b, poi immerso in questa chiave di lettura ho bloccato e riascoltato, finchè vengo privato, purtroppo, dal senso di spazio, di tecnologia, peggioro la situazione paragonandolo ad alien solo sull'ambientazione o genere (non la storia o altro), una visione immaginaria improvvisa, un ricordo vivo, un casco e galleggio in assenza di gravità, ritorno sulla terra, su interstellar e indosso un pigiama con una pesantezza addosso, quasi un collasso gravitazionale,....forse era meglio non farlo, mannaggia.

Upuaut alle 2:05 del 25 maggio 2015 ha scritto:

Film interessante e per certi versi esemplificativo di quelli che sono i punti di forza e le debolezze del cinema di Nolan.

Dopo la terza visione mi sento di poter affermare che Interstellar riesce ad essere contemporaneamente un capolavoro e un film sbagliato a seconda di quale elemento narrativo e di quale momento del film si sta parlando.

La scena più memorabile e, secondo il sottoscritto, da antologia del cinema rimane quella che comincia con l'arrivo sul primo pianeta (quello ricoperto d'acqua per intenderci) e finisce con il cambio di punto di vista dall'astronave di Cooper alla base sulla Terra.

Questa scena racchiude tutti gli elementi di forza del cinema di Nolan: tensione, spettacolarità, umanità, capacità di raccontare una storia senza utilizzare dialoghi e esistenzialismo.

La tensione è palpabile durante tutta la scena, si sente con prepotenza l'enormità della missione rispetto alle capacità terribilmente limitate dell'uomo, sia in quanto singolo che come collettività.

Tutto questo è sottolineato dalla spettacolarità della fotografia, degli effetti speciali e visivi e dalla "tangibilità" degli stessi: questa storia non parla di superuomini, si riesce a sentire quasi fisicamente la fatica provata dai personaggi mentre cercano di salvarsi (e di conseguenza salvare l'unico futuro possibile per l'umanità), costretti a trascinarsi in uno specchio d'acqua che li appesantisce.

Salvarsi, per poi accorgersi immediatamente di avere perso 20 anni di vita in un istante.

E qui ci troviamo davanti il cuore del cinema nolaniano: le emozioni, i rapporti umani, lo sforzo dell'uomo di trovare il proprio posto nell'universo, sia esso inteso come universo interno e personale sia, come in questo caso, universo vero e proprio.

Quel momento in cui Copper/Matthew McConaughey ascolta i messaggi dei propri figli, e osserva impotente il tempo (concetto fondamentale nel film) che ha perduto e non riavrà mai più, è bellissimo, straziante e racchiude non solo il "significato" (in mancanza di un termine migliore) dell'intero film ma, a mio parere, quello dell'intera filmografia nolaniana.

Già solo questa scena vale il prezzo del biglietto.

E per fortuna di momenti del genere ce ne sono parecchi.

Sfortunatamente, come ho anticipato, ci sono anche momenti che non funzionano per niente.

Nolan fallisce quando invece di utilizzare le immagini (che sono di gran lunga il suo forte) cerca di sfruttare la parola per far passare dei concetti importanti.

Attenzione, non sto parlando degli spiegoni dedicati alle tematiche scientifiche più complicate, quelli sono legittimi e comprensibili in un film fatto per il grande pubblico.

Parlo dei momenti in cui i personaggi diventano avatar del regista e cercano di spiegarci a parole i significati che stanno all’interno del film.

L’esempio più criminale è il (terribile) monologo in cui Anne Hathaway cerca di convincere Cooper (e il pubblico) che una scelta emotiva ha probabilmente più peso di una scelta razionale utilizzando parole che sembrano rubate a un Bacio Perugina.

Il problema si ripresenta nel finale (il primo, quello all’interno del buco nero) che rende evidente l’incapacità di Nolan di assorbire la lezione kubrickiana: il finale di 2001 funziona proprio perché privo di parole, e cercare di assegnare una spiegazione razionale a quella che evidentemente è una scelta di significato è un errore madornale

Colgo l’occasione per parlare brevemente del paragone con 2001 e Kubrick: sicuramente c’è una volontà da parte di Nolan di omaggiare Kubrick nella scelta di aderire a canoni pseudorealistici (vedi la creazione di modellini per le astronavi, la mancanza di suono nello spazio, ecc.) e di ricreare un universo mastodontico che avviluppa i personaggi e il pubblico, ne ha parlato lui stesso in varie interviste.

Il paragone però si ferma lì e per certi versi Interstellar diventa quasi un’antitesi di 2001: mentre in Kubrick la ragione e il subconscio la fanno da padroni e la “rinascita” finale si prefigura come un’evoluzione intellettuale/filosofica (indipendentemente da qual’è l’interpretazione del film a cui si vuole aderire), in Nolan le emozioni muovono ogni cosa, e il centro dell’universo sono i rapporti umani.

Per questo motivo credo che paragonare i due film e i due registi come se Nolan avesse voluto ripetere il successo di 2001 o emulare Kubrick sia sbagliato e in ultima istanza una perdita di tempo perché distoglie l’attenzione dal valore unico e personale di Interstellar.

Un film che nonostante i difetti merita assolutamente di essere visto, possibilmente al cinema e su uno schermo enorme.

alexmn (ha votato 9 questo film) alle 9:53 del 25 maggio 2015 ha scritto:

molto d'accordo con te, soprattutto per la questione kubrick che ha generato troppi fraintendimenti spesso immotivati.

aggiungo che è un film assolutamente di pancia e che risente di qualsiasi tipo di razionalizzazione elaborata: come consigli tu, va visto al cinema o comunque in un luogo che permetta una certa immersività audio-e-video. se poi il film non ti tira dentro lo schermo - e può succedere, è legittimo - tutto il castello di nolan crolla inevitabilmente e saltano all'occhio tutti i limiti e le forzature della sceneggiatura.

swansong (ha votato 8 questo film) alle 17:14 del 27 maggio 2015 ha scritto:

"Quel momento in cui Copper/Matthew McConaughey ascolta i messaggi dei propri figli, e osserva impotente il tempo (concetto fondamentale nel film) che ha perduto e non riavrà mai più, è bellissimo, straziante e racchiude non solo il "significato" (in mancanza di un termine migliore) dell'intero film ma, a mio parere, quello dell'intera filmografia nolaniana.

Già solo questa scena vale il prezzo del biglietto."

Esattamente. Bravo/a!

Condivido molto il tuo pensiero ed anche quello di Alexmn..

Slask (ha votato 9 questo film) alle 12:50 del 31 maggio 2015 ha scritto:

Ottima analisi!

Se posso dire la mia, così rispondo anche ad un vecchio intervento di Robin Whalley, Nolan non voleva seguire le orme di Kubrick. 2001 è richiamato più volte, ma sono omaggi ad un regista che lui stima profondamente, e di certo mentre realizzava Interstellar in testa aveva anche l'Odissea kubrickiana, ma a parte questo sono due film concettualmente diversi diretti da due registi molto diversi. Fin dalla produzione del film il paragone è stato sbandierato sempre e solo da critica e cinefili, ma Interstellar è risultato un film molto più accessibile, e lo è per volontà di Nolan che non ha mai nascosto di voler realizzare un'opera fantascienza che fosse si molto brillante e basato su teorie scientifiche realmente esistenti, ma allo stesso tempo anche un film "di pancia" che arrivasse al più ampio pubblico possibile e lo conquistasse così come fecero precedenti illustri (che hanno avuto una certa influenza sul film) come Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo.