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8/10

Il Cigno Nero regia di Darren Aronofsky

Drammatico
recensione di Matteo Triola

Nina è una ballerina del New York City Ballet che sogna il ruolo della vita e un amore che spezzi l'incantesimo di un'adolescenza mai finita. Incalzata da una madre frustrata, si sottopone a un allenamento estenuante sotto lo sguardo esigente di Thomas Leroy. Coreografo appassionato e deciso a farne una fulgida stella, Leroy le assegna la parte della protagonista nella sua versione rinnovata del “Lago dei cigni”. Sul palcoscenico Nina sarà Odette, principessa trasformata in cigno dal sortilegio del mago Rothbard, da cui potrà scioglierla soltanto il giuramento di un eterno amore.

Eccezionalmente squilibrato in ogni momento, lo psico-thriller di Darren Aronofsky è un balletto melodrammatico brillante e macabro che prende forma e diventa film.

Protagonista è la giovane ballerina Nina Sayers, interpretata da Natalie Portman. Bella, vulnerabile e sessualmente ingenua, suscettibile alla malattia mentale. Per dare una svolta alla sua vita e per ricoprire il ruolo di prima ballerina, Nina dovrà scavare in profondità dentro sé stessa, andando a scontrarsi col suo lato oscuro. In un continuo andirivieni tra allucinazioni e attacchi di ansia, in un climax che accompagna lo spettatore tenendolo con il fiato sospeso, Aronofsky affronta in maniera convincente i temi della paura, della sessualità e del rapporto con il proprio corpo, l'amore per la perfezione, per la danza, e forse più importante di tutti: il rapporto di amore/odio con il proprio genitore.

La Portman ha decisamente superato la fase di “brutto anatroccolo” della sua carriera con questa performance tremenda, nei panni della giovane ballerina Nina, membro di un laborioso corpo di ballo di New York. Nina vive con la madre, ex ballerina che è stata costretta a lasciare la sua carriera - una performance impressionante e decisamente soddisfacente per Barbara Hershey - che non perde occasione per canalizzare la sua rabbia e la sua invidia verso la figlia, subissandola di attenzioni e sfinendola con la sua ingombrante presenza.

L'altra ombra che si stende sul destino di Nina, questa volta dietro le quinte, è quella di un esigente Thomas Leroy, il regista interpretato da Vincent Cassel, che è alla ricerca di qualche nuova promessa pronta a spiccare il volo per il ruolo di prima ballerina ne Il Lago dei Cigni. Il suo sguardo si posa sulla tremolante e introversa Nina, avvertendone il potenziale nascosto.

La sfida più grande che la ragazza dovrà affrontare sarà l'interpretazione del gemello malvagio del protagonista dell'opera: il "cigno nero". Per fare ciò, dovrà trovare la sicurezza e la sensualità così disperatamente occultate in lei.

Inizierà per Nina una fase tormentata, tra ansie, angosce, paure e conflitti con sé stessa e con il contesto che si svilupperà intorno a lei (in primis Thomas, che farà di tutto per tormentare Nina, spingendola ad oltrepassare i suoi limiti), che la porterà a diventare la regina dei cigni del celebre dramma.

Aronofsky sviluppa il nodo drammatico delle vicende di Nina potendo contare su un solido apparato visivo, ricorrendo alla metamorfosi psicologica e fisica della protagonista senza esitare a trasformarla in tutto e per tutto in un cigno (con tanto di piume e becco!). Un merito che va riconosciuto al regista è sicuramente quello di riuscire a mantenere viva e accesa la tensione nello spettatore, ricorrendo forse un po' troppo spesso - unica nota che sentiamo di fargli - al tema del doppio e della visione/sogno e dello specchio, temi già portati sullo schermo tante volte dal cinema classico dei grandi maestri (Hawks, Preminger, Lang).

La musica inoltre è presente fisicamente nella storia, giocando un ruolo fondamentale nella diegesi e nello sviluppo del dramma. Se 'Black Swan' appare sopra le righe rispetto alla classica rappresentazione dell'opera di ÄŒajkovskij - alcuni dei suoi effetti sono decisamente esagerati - rimane comunque un film ricco, sensuale, divertente e pieno di macabro fascino, che riesce a trascinare lo spettatore nella metamorfosi della Portman-ballerina fino al suo tragico epilogo.

Naturalmente, ogni film sul balletto che si rispetti non può esimersi da un confronto con “The Red Shoes” di Michael Powell e Emeric Pressburger, dove la figura di Thomas è chiaramente ispirata a quella di Martinet, il leggendario Anton Walbrook - anche se il Thomas di Aronofsky è un po' meno altolocato. E' quindi d'obbligo un rimando a questo grande capolavoro del cinema degli anni '40.

In definitiva, dopo la prova portata avanti da Aronofsky con "The Wrestler", questo film decisamente difficile sul balletto resta il primo film sull'argomento che meriti davvero di essere visto con gusto.

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Voto degli utenti: 7,5/10 in media su 8 voti.

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Laura Palmer alle 12:30 del 7 marzo 2011 ha scritto:

Soundtrack

Credo che una menzione della colonna sonora firmata da Clint Mansell (l'autore di 'Lux Aeterna' in Requiem for a dream,per intenderci!)sia d'obbligo.In black Swan la colonna sonora non è un sottofondo,ma ha un ruolo cruciale,di partecipazione attiva alla struttura complessiva del film.Mansell passa dal tessere trame musicali in omaggio al balletto,come la rilettura del ciaikovskiano Lago dei Cigni in una chiave enfaticamente sublime(il brano 'Perfection'),ad atmosfere dark,oscure,soffocanti.

Una mescolanza che attinge a fonti stilistiche differenti e rivela la capacità di sintesi di MAnsell.Una colonna sonora che si fa pennello sul quadro della realtà dicotomica.

alexmn (ha votato 9 questo film) alle 15:37 del 10 marzo 2011 ha scritto:

mansell ha fatto un lavoro splendido.

tutto in black swan è stupendo..son uscito dal cinema con una sensazione strana addosso, mi sembrava di essere stato in un altro mondo per un periodo di tempo imprecisato.

aronofsky mi ha catturato fin dalla prima scena..una sorta di sindrome di stendhal.

the wrestler e requiem rimangono i miei preferiti, ma forse è perchè son sedimentati da più visioni.

AndreaBrunelli alle 17:40 del 13 marzo 2011 ha scritto:

La Portman vale da sola il prezzo del biglietto, una delle migliori interpretazioni dell'ultimo decennio.

L'ultima scena davvero emozionante, intensa, esagerata, perfetta.

ffhgui (ha votato 8 questo film) alle 15:22 del 19 giugno 2011 ha scritto:

Un ottimo film, tra i migliori del 2010. Ottima la prova della Portman, probabilmente la sua migliore interpretazione. Nulla di originale e sconvolgente, semplicemente un buonissimo film girato e interpretato con classe.

dalvans (ha votato 7 questo film) alle 12:09 del 21 ottobre 2011 ha scritto:

Discreto

Discreto

Marco_Biasio (ha votato 6 questo film) alle 13:00 del 19 novembre 2014 ha scritto:

Le ultime pellicole di Aronofsky hanno segnato un cambio di passo nel rapporto dialogico tra forma e contenuto. Il regista è sempre stato estremamente estetico, ma The Wrestler, questo e soprattutto Noah sono il trionfo pittorico dell'immagine, la cura narcisistica e un po' snob dell'inquadratura. All'eutrofizzarsi della scatola, tuttavia, si è accompagnato il progressivo depauperamento del peso delle tematiche. Se The Wrestler regge ancora alla grande, e Noah è un kolossal furbetto mediocremente messo in scena, Black Swan si pone idealmente nel mezzo: una storia frusta, archetipica, dunque non originale, non complessa e tutto sommato prevedibile, che viene nobilitata da ottime performance (a me ha convinto molto anche il tanto vituperato Cassel) e da una direzione magistrale. Se non fosse che sin dalla prima inquadratura si capisce dove si andrà a parare, avrebbe meritato un voto più ampio, ma non basta una tormentata Portman (che stacca ai punti la Knightley di A Dangerous Method) per decretare il capolavoro. Osservata con un taglio diacronico, mi sembra evidente che la carriera di Aronofsky stia inesorabilmente declinando. 6.5.