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8/10

Il Buono, Il Brutto, Il Cattivo regia di Sergio Leone

Spaghetti-Western
recensione di Dmitrij Palagi

200 mila dollari. È la cifra nascosta da un soldato sudista nel bel mezzo della guerra di Secessione. L'informazione è nota al solo militare, alla cui ricerca si mette il Cattivo, Sentenza (Lee Van Cleef). Casualità vuole che il luogo del tesoro nascosto venga confidato al Buono (Clint Eastwood), prigioniero del Brutto, Tuco (Eli Wallach). Inizia così una caccia a tre, in mezzo alla guerra civile.

Dio non è con noi, perché anche lui odia gli imbecilli...

Durante le riprese del film un sottufficiale dell'esercito spagnolo (con i suoi soldati) partecipa alla costruzione del ponte, per il quale vengono impiegati circa due mesi. Per sbaglio il graduato fa saltare la costruzione troppo presto, senza che nessuno sia riuscito a riprendere la scena. Un episodio capace di far capire quale tipo di guerra Leone abbia deciso di rappresentare all'interno della Trilogia del dollaro. L'irrazionalità di un banditismo organizzato travestito da conflitto civile. Un campo di concentramento nordista che rinchiude lo spirito anarchico di cavalieri senza nome.

Mai visto morire tanta gente... tanto male.

Il cinismo e l'amoralità di Sentenza non sono nulla in confronto alla macchina della storia, dove il pragmatismo del Biondo salvano l'istintività di Tuco. Tre anime anarchiche destinante a un continuo scontro, dove “l'attimo fuggente della vita è affidato alle decisioni personali di uomini virili”, senza che venga demandato a impersonali divise e ufficiali ubriachi.

In qualche modo è una risposta all'ipocrisia di quanti attaccavano i film di Leone e il comportamento dei suoi personaggi: “un certo tipo di violenza purtroppo lo apprendiamo dalla vita, è la vita che ce lo insegna, non il contrario”. Non a caso la battaglia che fa da sfondo al film è un capitolo che la storia americana aveva sempre ignorato, così come i campi di concentramento nordisti risultato quasi un'eresia per la cultura occidentale.

Il buono, il brutto, il cattivo richiama più i personaggi di Chaplin che il western classico. Con loro si porta a chiusura il ragionamento iniziato nei precedenti episodi, difendendone gli stili di vita. Per citare nuovamente il regista si chiude un “discorso cinematografico vero”.

Il grottesco e beffardo Eli Wallach è l'elemento più riuscito del film, scelto al posto di Volonté per sostituire al nevrotico il comico. Il personaggio che insieme a Cheyenne di C'era un volta il West è chiamato a rappresentare le contraddizioni americane. Charles Bronson è preso in considerazione per il ruolo che sarà di Lee Van Cleef, il volto pulito di Per qualche dollaro in più che con lo stesso sorriso del buon militare compie azioni criminali e immorali. Il punto debole diventa Eastwood, forse anche per la rottura nel rapporto personale con il regista. Ormai non è più "solo" un attore. Consapevole di essere elemento fondamentale del mito portato sugli schermi non si accontenta di essere uno degli attori, uno dei personaggi. Sarà l'insofferenza di un ruolo non centrale ma è la parte finale quella in cui lo si riesce ad apprezzare di più, quando torna ad indossare il poncho e cavalca verso Per un pugno di dollari, dando una struttura circolare alla Trilogia.

Sceneggiatura affidata in origine a Age e Scarpelli (La Grande Guerra di Monicelli) che però sembra non avessero indovinato minimamente le aspettative di Leone, che si dice abbia conservato pochissime battute. Si incrina il rapporto anche con Vincenzoni. Resta Scarpelli e arriva sul set Giancarlo Santi (quello che convincerà il resgista a farsi crescere la barba).

La United Artists mette la metà di un ricco budget. Leone è sempre più statunitense e si fa sempre più esplicito il disprezzo per i “burocrati del cinema italiano”. I mezzi a disposizione permettono di mettere in mostra la capacità del regista nel gestire le scene di massa.

Una novità che insieme a Wallach dà un senso di crescita è la fotografia di Delio Colli, legato al cinema realistico. Colori smorzati e grande lavoro sui dettagli tanto curati da Leone.

Molti aneddoti sono legati ai rischi corsi dagli attori. Ciò che accomuna gli episodi è la totale assenza di attenzione per la sicurezza sul set, lamentata da più fonti.

A questo giro la critica apprezza il film e rivaluta la Trilogia ma sono sempre i detrattori intelligenti ad azzeccare i termini con cui descrivere le opere: il western italiano è “il mito del mito”, a dirlo è Alberto Moravia. Frase particolarmente vera per questa Trilogia, che continua ad essere il punto di riferimento per le centinaia di spaghetti-western che vengono prodotti nello stesso periodo.

Il triello finale e le sequenze conclusive sono l'apice di tutto il primo ciclo, dove Morricone riesce a dare il meglio di sé, dando vita al cimitero e "facendo ridere i morti". La musica come elemento recitante, come arbitro dello scontro finale.

Nella prima metà il film appare più come un intermezzo: non sempre tiene il ritmo a cui ci si era abituati e ancora non siamo nella dilatazione di C'era una volta il West.

Comunque imprescindibile.

Il mondo è diviso in due: quelli che hanno la corda intorno al collo e quelli che la tagliano

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Voto degli utenti: 9,7/10 in media su 10 voti.

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Peasyfloyd (ha votato 10 questo film) alle 11:46 del 18 luglio 2011 ha scritto:

questo è capolavoro da massimo dei voti (uno dei miei preferiti di sempre)

alexmn (ha votato 9 questo film) alle 17:02 del 18 luglio 2011 ha scritto:

con un montaggio video e sonoro da studiare/apprezzare in ogni momento, aldilà del capolavoro registico sul 'triello' finale.

dalvans (ha votato 10 questo film) alle 0:32 del 12 ottobre 2011 ha scritto:

Eccezionale

Il terzo capolavoro di Leone

tuco (ha votato 10 questo film) alle 16:00 del 11 dicembre 2016 ha scritto:

c'è bisogno di recensire il miglior film della storia del cinema? e tu, nullità dal nome che neanche si pronuncia ti permetti di dare 8 su 10... otto su dieci... come dire, no da bel film ma non il top... ma vatti ad impiccare schifoso! ma attori così in che film li hai trovati scemo? una regia del genere dove? colonna sonora in quale altro film?

alexmn (ha votato 9 questo film) alle 1:50 del 12 dicembre 2016 ha scritto:

concordo che l'8 sia poco, stiamo parlando di un film tra i migliori della storia del cinema mondiale. però magari 'nullità' e 'vatti ad impiccare schifoso' sono un po' troppo, no? moderiamo i termini!