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9/10

I Peggiori. Eroi a pagamento regia di Vincenzo Alfieri

Commedia Italiana
recensione di Leda Mariani

Massimo (Lino Guanciale) e Fabrizio (Vincenzo Alfieri) Miele, sono due fratelli squattrinati e senza prospettive che si barcamenano come possono nella speranza di garantire un futuro migliore alla sorella tredicenne Chiara (Sara Tancredi). Il tutto, in una città che non gli appartiene e di cui faticano ad accettarne usi e costumi, ovvero Napoli. Massimo ha trovato lavoro come manovale in un cantiere gestito da Durim Basha (Tommaso Ragno), un losco figuro albanese che sfrutta i propri dipendenti, per lo più extracomunitari, a volte non pagandoli anche per mesi. Fabrizio invece, laureato in legge, è impiegato all'archivio del tribunale. Il lavoro sarebbe piuttosto monotono se non fosse per la compagnia di Arturo (Francesco Paolantoni), ex gloria dei tribunali, indolente e nichilista.

Quando l’affitto arretrato si fa più pesante e quando Chiara viene sospesa da scuola a causa di una rissa ripresa da un cellulare diventata virale su Internet, ecco che per i fratelli Miele è la fine. Serena (Miriam Candurro), l'assistente sociale che li segue e di cui è invaghito Massimo, li mette in guardia: il giudice non aspetta altro per togliere loro l'affidamento della piccola. Devono trovare i soldi e devono farlo al più presto. mostra spoiler

Un furto mascherato sembra la cosa migliore, non avendo valide alternative. D’altronde Massimo sa bene che Durim nasconde nel suo ufficio i soldi degli stipendi arretrati, basterà entrare di nascosto e prendersi ciò che in realtà già gli spetta. Ma quella che era partita come una rapina, si trasforma in qualcosa di inaspettato: al posto dei soldi i fratelli trovano i passaporti sequestrati ai dipendenti extracomunitari. Quando la polizia arriva sul posto, poco dopo che Massimo e Fabrizio sono scappati, trovano i passaporti e quello che era partito come un atto criminale, si trasforma in un gesto di grande eroismo cittadino.

I social impazziscono, tutti vorrebbero “sputtanare” qualcuno e loro sembrano le persone giuste. È così che, con l'aiuto di Chiara, danno inizio ad una singolare attività: armati di maschere e micro-camere demolisco pubblicamente l'identità dei vari "furbetti del quartierino" che infestano il Bel Paese, trasformandosi in due improbabili "eroi a pagamento".

Ogni eroe però, prima o poi deve affrontare la propria nemesi: Eva Perrot, una spietata e algida imprenditrice edile che aspira a scalare la vetta con modi al quanto funesti. Dovrà tuttavia fare i conti con il commissario di polizia Natale Piervi (Biagio Izzo), già sulle sue tracce da tempo. 

Quando un film è fatto bene

I Peggiori è un film fatto veramente bene. Non c’è che dire.

E non mi stupisce che ad aiutare Alfieri nel lavoro di sceneggiatura ci sia anche Alessandro Aronadio, che con il suo Orecchie e molto altro, si dimostra uno dei migliori sceneggiatori che abbiamo in Italia in questo momento, e che riesce a rispettare le formule dei film di genere, senza che debbano necessariamente dimostrarsi banalità insopportabili.

Si tratta di un film divertentissimo e perfettamente riuscito, per ciò che intende raccontare, dall’inizio alla fine, compresi i titoli di testa e coda. Interessante, divertente, ottimamente ritmato, è valorizzato da inquadrature dinamiche e coinvolgenti, dall'irresistibile colonna sonora, oltre che dalla splendida fotografia di Davide Manca. Veloce e deciso, I Peggiori scorre via liscio come l’olio e gli attori, tutto molto bravi, oltre a risultare perfetti per i loro ruoli, danno il meglio di sé convincendo appieno. Molto brava anche la giovane Sara Tancredi nel ruolo di Chiara, aggressiva e napoletana al punto giusto,  Antonella Attili assolutamente perfetta nel ruolo di Eva Perrot, una delle italiane cattive più convincenti che abbia visto fin’ora in film tragicomici come questo, ed anche Biagio Izzo nel ruolo del commissario.

Il film è diretto benissimo. Non annoia mai, ha un ritmo quasi adrenalinico, trasforma Napoli in una metropoli contemporanea che stentiamo a riconoscere, e che a tratti ricorda quasi New York, svecchiandone completamente l’immagine. Tutto è chiaro, tutto torna: il cerchio narrativo si chiude perfettamente. La pellicola diverte, intrattiene, e tiene incollati allo schermo durante le scene d’azione e di combattimento. Che piaccia o meno il genere, che è quello della commedia fantastica all’italiana, è un film dalla regia davvero impeccabile.

Il plot fa l’occhiolino al desiderio, sempre più italiano e  significativo, di super eroi che riescano in qualche modo a cambiare dall’esterno il nostro Paese, visto che le nuove generazioni non ci riescono come vorrebbero. Fa parte di un vero e proprio filone narrativo che si sta esprimendo in particolare nel Centro e Sud Italia (dove la situazione è da sempre più esasperata), con esempi come Lo chiamavano Jeeg Robot, di Gabriele Mainetti, ma anche Il ragazzo invisibile, di Gabriele Salvatores, o il ciclo di Smetto quando voglio, di Sydney Sibilia. Tutti film che tra una risata e l’altra, parlando chiaramente dell’Italia di oggi, riprendono, ma in un meraviglioso modo tutto contemporaneo, gli intenti di molta commedia all’italiana dei passati tempi di crisi e di ricostruzione. La trama in questo caso ruota molto anche attorno all’utilizzo che facciamo dei Social, declinato in maniera più costruttiva del solito, alla faccia della “demolizione”.

Le note di regia di Alfieri spiegano molto bene quanto già lampante durante la visione del film, ma anche queste mi sono sembrate così chiare e oneste, che le riporto quasi per intero: <<Non è facile scegliere la propria opera prima, credo che rappresenti per tutti gli autori un momento di estrema riflessione. Ho cominciato a scrivere I Peggiori quando ancora frequentavo il liceo. Avendo cambiato numerose città e scuole a causa del lavoro dei miei genitori, non sono mai riuscito a crearmi delle amicizie stabili. Eppure non ero mai solo.  Centinaia di fumetti e film hanno accompagnato la mia adolescenza e grazie a loro sono riuscito a trovare una valvola di sfogo per un carattere esuberante e sempre alla ricerca di qualcosa. Soprattutto grazie ai supereroi riuscivo ad estraniarmi, creandomi mondi e storie nelle quali io ero protagonista. Ma una cosa mi è sempre stata chiara: in Italia, un eroe votato solo alla giustizia non avrebbe potuto essere concreto quanto in America. La loro è una cultura basata sul patriottismo, mentre la nostra, molto spesso, sull'arte di arrangiarsi, soprattutto nel paese del Sud in cui vivevo all'epoca, Caserta. Così è nata in me l'idea di due fratelli sgangherati che si ritrovano ad essere eroi contro ogni pronostico e, soprattutto, contro la loro volontà, ma che, una volta accettato il compito, lo portano a termine con perseveranza nonostante mille difficoltà. Ho sempre amato le commedie, quelle in cui si ride, ma che ti fanno anche assaporare il gusto amaro delle cose. Ecco perché, col passare del tempo, ho capito che I Peggiori doveva racchiudere molti concetti: il valore della famiglia, il rispetto del lavoro e della società, ed il cammino difficile che le persone devono affrontare per migliorarsi. Questi due improbabili "eroi" avrebbero cambiato le cose e aiutato le persone, con modi poco ortodossi e a volte sconclusionati, ma dannatamente efficaci>>.

Godibilissimo. Da vedere assolutamente.

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