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7/10

I Guardiani della Galassia regia di James Gunn

Azione
recensione di Enrico Cehovin & Alessandro Pascale

Peripezie nello spazio del nuovo gruppo di supereroi Marvel.

Enrico Cehovin (Voto 6):

La trama procede lineare, senza grosse sorprese. A sorreggere il film ci sono divertimento, un buon ritmo specialmente nella prima parte, in particolare nella fuga dalla galera, e buoni effetti speciali (bellissime le galassie negli sfondi colorate come i cieli di Asgard che sanciscono l'appartenenza allo stesso universo di “Thor”). Anche se la regia non osa mai, si mantiene appropriata traendo più volte spunto dalla fantascienza già consolidata (gli zoom tipici dello Zack Snyder di Man Of Steel, la fuga di Anakin Skywalker con la navicella in Star Wars: Episodio I - La minaccia fantasma) ma ogni tanto cede nei toni allestendo scene drammatiche al limite del patetico come la morte della madre di Peter Quill nella scena iniziale o eccessive manifestazioni del senso di solidarietà tra i membri del gruppo.

Semplice ma efficacissimo l'uso delle musiche, canzoni d'annata lasciate a Peter Quill dalla madre in una musicassetta etichettata “Awesome Mix Vol. 1” che porta sempre con lui e che, passando per “Hooked On A Feelng” e “Moonage Daydream”, dona più volte il ritmo al film regalando sempre sequenze azzeccate.

Un grosso problema del film è la debolezza di caratterizzazioni degli antagonisti: Ronan (Lee Pace) distruttore di galassie, Korath (Djimou Hounsou) e Nebula (Karen Gillan) suoi servi. Purtroppo è una tendenza che sta affliggendo tutta la serie che si limita a schierare in campo il nemico di turno capace di cattiveria ingiustificata senza tanto preoccuparsi di conferirgli spessore. Per esempio le differenze tra Malekith (antagonista in Thor: The Dark World) e Ronan sono più fisiche che comportamentali. Il Loki di “Thor” e The Avengers resta ineguagliato per profondità, carisma e intelligenza. Menzione speciale per il Soldato D'Inverno di Captain America: The Winter Soldier che si sta sviluppando già da due capitoli del filone dedicato al supereroe a stelle e strisce e che sicuramente vedremo tornare nel terzo.

Se negli altri casi la carenza veniva compensata da una profonda caratterizzazione degli eroi in questo non è così. Nei Guardiani della galassia è molto superficiale e tutti sono molto stereotipati: il bello, giovane mezzo terrestre “centro” del gruppo, la guerriera assassina aliena verde e sexy, e 3 macchiette, il maciste, forzuto, burbero e poco intelligente, un albero vivente che si esprime con un'unica frase (“I am Groot.”) e un sagace procione cervello del gruppo. Viene così a mancare quello che in Avengers era il grosso punto di forza della sceneggiatura: personaggi già fortemente caratterizzati nelle pellicole a loro dedicate che si trovano a dover coesistere in un unico film, esplorando le diverse relazioni che si allacciano tra loro. Sì, è vero, Avengers e connessi ha avuto molte più ore a disposizione per sviluppare; ciò non toglie che un nuovo gruppo come questo riesce a stimolare un interesse davvero minimo nello spettatore, anche perché arriva, inevitabilmente, dopo. Anche paragonato ad altri film simili che trattano la formazione di un gruppo, scuola, alleanza o equipaggio che sia, come X-Men, Star Wars, Star Trek (2009 di J.J.Abrams) non è comunque in grado di reggere il colpo.

Il lato più preoccupante della direzione generale che sta prendendo la serie è la deriva comica a diverse terminazioni subita nel post-Avengers omologandosi alla ricerca del divertimento dello spettatore affidato nella prima ondata a Tony Stark. Iron Man 3 ha mantenuto la sua identità, Thor: The Dark World ha virato verso il non-sense, Guardiani Della Galassia si colloca in un leggero mix di battute facili e sparatorie. Fortunatamente Captain America: The Winter Soldier non è stato contagiato, elevandosi così sopra gli altri film appartenenti a questa seconda fase, l'unico ad aver fatto un netto miglioramento tra il primo e il secondo capitolo (Certo, peggio di Captian America: Il Primo Vendicatore di Joe Johnston era difficile fare...).

I Guardiani Della Galassia si classifica ultimo tra i 4 film per ora usciti delle Fase Due firmata Marvel Cinematic Universe, un film comunque godibile adatto al divertimento estivo senza troppe riflessioni.

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Alessandro Pascale (voto 8):

L'ultima opera firmata Disney è un delizioso film d'avventura godibile sia per ragazzi che per adulti. I guardiani della galassia riprende il tema mai troppo usurato della fantascienza galattica (si ricordi che soltanto del 2012 è John Carter, opera Disney fin troppo sottovalutata), giocando a rielaborare temi, intrecci e personaggi presenti in grandi classici del filone. Evidenti soprattutto i rimandi alla prima trilogia di Star Wars. Peter Quill (nome di battaglia Star Lord, impersonato da Chris Pratt) è un personaggio che ricalca lo scapestrato Ian Solo: egoista, furbo, giovane, vive di furtarelli e cerca di sbrogliarsela autonomamente durante avventure affrontate a suon di black music; classico è il percorso di formazione che conduce l'antieroe, buono però d'animo, a mettere in gioco sé stesso attraverso una maturazione che ne sancisce la natura moralmente e socialmente positiva, secondo il canone dell'eroe disneyano. Un percorso simile compie però tutta la banda dei “guardiani” che lo affiancano, anch'essi meritevoli di rimandi e citazioni molteplici. Groot, l'albero umanoide, rimanda agli alberi combattenti del Signore degli Anelli. Rocket Raccoon, procione geneticamente modificato, è l'elemento “peloso” del gruppo (praticamente il Chewbecca del gruppo, anche se con molto più carisma e mordente: di fatto uno dei personaggi meglio riusciti). Drax il Distruttore è praticamente la “Cosa” dei “Fantastici 4” (altro film di evidente riferimento), mentre Gamora (Zoe Saldana) è la Tomb Raider/Nikita del gruppo, allevata fin da bambina ad uccidere ma vogliosa di redimersi da un'educazione improntata all'obbedienza e alla violenza.

Basato sugli omonimi personaggi della Marvel Comics, il soggetto viene rielaborato in una sceneggiatura briosa curata con successo in ogni dettaglio da Nicole Perlman e dal regista James Gunn (noto per Slither, 2006, e Comic Movie, 2010, oltre che per diverse sceneggiature), i quali riescono a conferire un adeguato taglio ironico e poco serioso nella costruzione dei personaggi (seguendo un po' la moda iniziata dagli “Amazing Spider Man”), pur non lesinando momenti drammatici e toccanti, quali ad esempio il legame di Quill con la madre morta di cancro.

Altro strumento potente ben maneggiato da Gunn è la colonna sonora, composta da musiche degli anni '70 e '80 (presenti Bowie, Runaways, Marvin Gaye e tanti altri) e costruita in modo da aggiungere leggerezza e dinamicità ad una fotografia e una scenografia spesso cupe e lugubri. Questo come altri voluti contrasti danno luogo ad un avvincente e divertente mix tra commedia ed avventura, in cui il taglio morale risulta, pur ben presente, attutito dalla capacità di narrare gli eventi attraverso una buona attenzione all'evoluzione psicologica dei personaggi. Da segnalare anche la presenza di Benicio Del Toro nei panni del Collezionista (gli appassionati del genere ricorderanno la ripresa del personaggio dal film Thor The Dark World) e una serie di gag e citazionismi spesso sorprendenti (la cagnetta sovietica Laika, il gustoso omaggio al cinema degli anni '80 nel cameo...).

 

V Voti

Voto degli utenti: 7,8/10 in media su 5 voti.
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1
alexmn 8/10

C Commenti

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alexmn (ha votato 8 questo film) alle 10:38 del 29 ottobre 2014 ha scritto:

non sono per nulla d'accordo con la prima recensione (tranne che per il parallelo con ian solo). tutti gli altri film marvel (ad eccezione di the avengers, anche se non per tutta la durata) si prendono davvero troppo sul serio, finendo per giocare pericolosamente sul filo del ridicolo involontario (vedi thor). qui gunn non solo caratterizza dei personaggi in modo davvero interessante e per nulla superficiale, ma scrive-e-realizza un'opera dove ogni evento è funzionale alla creazione e allo spessore dei personaggi. ne è prova il fatto che i combattimenti sono ridotti al minimo essenziale e non si sfiora mai la noia di scene action lunghe e funzionali soltanto a mostrare gli effetti speciali. di sicuro non si può dire che il lavoro di james gunn sia stato approssimativo o poco influente, anzi il film ha un'identità tutta sua che è decisamente figlia del suo regista-e-sceneggiatore, una personalità ben definita che spesso è mancata in altri film marvel. non gli chiuderei una porta in faccia solo perchè ha deciso una via più dissacrante per raccontare storie di fantascienza. una precisazione: james gunn è noto più per Super che per Comic movie (Movie 43), un aborto di film corale

tramblogy alle 8:49 del primo novembre 2014 ha scritto:

Brutto forte. L unica cosa bella di sto film sono i 10 secondi post titoli di coda, con il mitico howard the duck...Enrico troppo buono!