Heat - La Sfida regia di Michael Mann
AzioneUn noto rapinatore (Robert De Niro) contro un grande detective (Al Pacino).
In un mondo cinematografico in cui i grandi autori faticano a replicare i risultati raggiunti nel secolo scorso, Michael Mann non è un'eccezione, nonostante venga giustamente apprezzato anche per opere più recenti come Nemico Pubblico e Miami Vice. Il suo momento migliore rimane infatti la decade dei '90, quando il regista di Chicago realizzò Heat - La sfida, ad oggi il suo film più importante. Heat è un capolavoro che ha qualcosa da dire su più livelli. Il principale motivo di interesse è ovviamente il primo confronto diretto tra i due più grandi attori mai apparsi sul grande schermo. Al Pacino e Robert De Niro (invertite l'ordine a seconda dei vostri gusti personali) sono protagonisti di due sole scene in cui compaiono nella stessa inquadratura, entrambe complesse ed indimenticabili, intorno alle quali Mann crea un'attesa viscerale ed emozionante per un pubblico che implorava di vederli finalmente faccia a faccia. Ma bisogna avere pazienza, perchè Heat è un poliziesco, certamente, con un nucleo principale che ripercorre la classica sfida all'ultimo colpo di pistola sbirro contro criminale, ma il regista non ha intenzione di dare il via al duello personale troppo presto. Mann, che ha dato prova di un'incredibile qualità nella scelta del soggetti e nella stesura della sceneggiatura, costruisce un microcosmo infernale con innumerevoli personaggi secondari che riecheggiano le situazioni disastrate dei due protagonisti. Sia Al Pacino che Bob De Niro sono in rotta di collisione con le loro donne (rispettivamente Diane Venora e Amy Brenneman), benchè sia il Vincent di Pacino a trovarsi nella situazione più critica, con una figliastra (Natalie Portman) sull'orlo della disperazione emotiva e una moglie che lo tradisce perchè tanto "scopano e basta". Dinamiche che Mann riporta anche con Val Kilmer, nel ruolo di un uomo di fiducia di Neill, anch'egli vittima di una relazione tormentata (con Ashley Judd). Nella città degli angeli di Mann -significativamente ripresa di botte dall'alto, mentre le luci artificiali non bastano a penetrarne le morbose e violente dinamiche che esplodono tra le sue vie- trovano spazio anche Jon Voight e Tom Sizemore, non esattamente gli ultimi arrivati. Nel film ovviamente non manca l'azione, anche se a colpire maggiormente sono i dialoghi, costruiti su misura per ogni personaggio, con Pacino sempre pronto a saltare in aria e De Niro che recita più con la fronte che a parole. Ad ogni modo, benchè sia un capolavoro non propriamente giovane, lo dovete vedere senza preoccuparvi della sua età e della sua durata: i minuti passano, miriadi di situazioni si mischiano alla vicenda e il finale che è lì ad attendervi non tradisce le aspettative. Merita la nomina di vero classico.
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