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9/10

Drag Me To Hell regia di Sam Raimi

Horror
recensione di Gabriele Niola

Le pressioni sul lavoro e la forte volontà di fare carriera spingono una bancaria in aria da promozione a negare un prestito ad una vecchia signora che la implora. Ma umiliare pubblicamente una megera slava può essere molto dannoso e così, puntualissima, arriva la maledizione. Tre giorni e poi il demonio verrà a prendere la cinica bancaria a meno che non riesca a neutralizzare il demone o a trovare qualcuno da condannare a sofferenza eterna.

Quest'anno il capolavoro stagionale va cercato tra gli horror (salvo la solita prestazione sopra le righe che ci regala annualmente la Pixar), perchè quest'anno Sam Raimi torna al suo primo amore e lo fa con un film che forse è il migliore mai girato dal regista della serie di La Casa.

Con Drag Me To Hell si toccano vette di cinema puro, di utilizzo degli strumenti e della grammatica filmica rari. Abbiamo sempre definito Raimi un regista tecnico e molto abile, ma questo è troppo anche per lui! Su un canovaccio semplice da film di serie B che dispiega la trama in un lasso di tempo ridotto (solo tre giorni consecutivi), Raimi gira un horror perfetto, classico ma con echi moderni, pieno di stilemi hollywoodiani ma anche europei, personale e al tempo stesso innovativo senza dimenticare di emozionare sinceramente.

Tuttavia senza cambiare film o obiettivi Drag Me To Hell è anche una commedia esilarante e postmoderna (e il fatto che ormai il postmoderno sia al tramonto non infastidisce) in grado di giocare con quegli stessi segni horror di poche righe fa trasformandoli in strumenti da commedia e tutto questo senza mai nemmeno sfiorare l'idea di una parodia. Drag Me To Hell è un film dell'orrore e una commedia. Contemporaneamente.

L'impresa impossibile di conciliare con così tanta serietà d'intenti (il film ha anche una morale e un rigore di ferro sul destino delle banche nell'economia moderna) è raggiunta grazie ad una padronanza assoluta di ogni minimo elemento della messa in scena. E con virtuosismi invisibili di quelli che mandano in visibilio solo i nerd del cinema Raimi ottiene costantemente il doppio effetto (spaventoso e comico) lungo tutti i 90 minuti (la durata perfetta del film horror di serie B) di un film che andrebbe visto almeno 20 volte. Guardate come è delineato il personaggio protagonista, che modo fantastico di raccontare il suo passato e far intuire che tutto quel che ha l'ha conquistato con le unghie. Guardate la scena della mosca sul volto, come Raimi "parli" con il movimento di macchina e come dica cose esilaranti.

Se il pubblico saprà apprezzare una simile perla è un arduo predire, i toni di commedia lasciano pensare di sì, la pubblicità fatta al film anche ma la raffinatezza del gioco cinefilo fa pensare di no. Ma in fondo poco importa. Sam Raimi è tornato a fare cinema serio. Serissimo. E non è mai stato così in forma.

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Voto degli utenti: 7,3/10 in media su 16 voti.

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Peasyfloyd, autore, (ha votato 7 questo film) alle 1:10 del 20 settembre 2009 ha scritto:

finalmente visto

che dire, in effetti mi pare davvero un ottimo esempio del cinema di Sam Raimi, perfettamente in bilico tra l'horror e la commedia demenziale-caciarona, senza cadere nel parodico. E' un ottimo film d'intrattenimento e sono perfettamente d'accordo anche sull'attenzione certosina data alla tecnica registica, con quegli zoom improvvisi che sono sempre stati un suo marchio di fabbrica inconfondibile.

Insomma convincente, per quanto non mi paia un capolavoro. Gli amici con cui l'ho visto erano tutti abbastanza disgustati e perplessi, giudicandolo un film di serie B. In effetti credo che ad un giudizio un pò superficiale il film si presti ad una considerazione simile. Credo che se ne possa apprezzare l'efficacia quando si abbia quel minimo di cognizione tecnica e critica che consenta di godere della freschezza della regia. In un certo senso è un film difficile da godere appieno ecco...

SanteCaserio (ha votato 7 questo film) alle 1:24 del 22 settembre 2009 ha scritto:

Commento

a caldo, sono sicuro che altrimenti finirei per abbassare il voto. Condivido l'entusiasmo di ritrovare Raimi in splendida forma, meno gli apprezzamenti sul fronte tecnico. Di innovativo non c'è quasi niente e si potrebbe definirlo un giocattolo con cui il regista torna a divertirsi nel suo cortile, dopo l'incursione (da me non molto amata) tra le tele dell'Uomo Ragno. Sbaglierò ma non ho notato la complessità della sceneggiatura, anzi mi è sembrato fosse il punto più debole. La regia funziona, la storia meno. Troppo piatta, se non sul finale. La curiosità è la moneta, datata secondo l'anno della Grande Crisi. Condivido l'articolo di Nocturno: "dove la soddisfazione si inceppa è nella percezione di una passione giovanile (del regista) ormai irrevocabilmente slittata nella maturità e nella maniera", che finisce nell'"utilizzo di un astuccio di strumenti di (auto)controllo" [Giorgio Viaro]. Perfino il politicamente scorretto non è poi così scorretto... Piacevole e incalzante, funziona. Ma credo resti un giocattolo, per quanto efficace al suo scopo (divertire).

bargeld (ha votato 7 questo film) alle 13:08 del 14 marzo 2010 ha scritto:

Verissima la chiusa di Ale, difficile goderne appieno, divertente il giusto (vedi la parte della seduta spiritica), un po' dozzinale in alcuni effetti splatter (la scena dell'incudine che schiaccia la testa della vecchiaccia fa rimpiangere i tempi del ketchup), ma nel complesso piacevole e attentamente studiato.

Marco_Biasio (ha votato 7 questo film) alle 22:11 del 26 settembre 2010 ha scritto:

RE:

Quoto pienamente il commento di Daniele. E' la risata dell'assurdo, la catarsi esorcistica. La cultura del trash (credo che il primo Peter Jackson, "Splatters" in particolare, abbia aperto moltissime strade. Ed infatti noto che molti lo considerano un film "trash" nel senso negativo del termine, travisandone il significato). La punizione esemplare, del "ecco cosa succede a comportarsi così" e della ridicolizzazione del capitalismo. Venature ben presenti in quasi tutto il cinema di Raimi e che raggiungono comunque, anche in questo caso, risultati più che discreti, specialmente sul lavoro di camera e regia.

ffhgui (ha votato 5 questo film) alle 15:40 del 19 giugno 2011 ha scritto:

Non condivido i commenti positivi qui espressi, sinceramente sono troppo affezionato alla Casa e ai due surreali capitoli successivi. Questo è un tentativo di ritornare ai fasti di "Evil Dead" che riesce solo in parte, è un prodotto troppo legato al mercato, troppo Hollywoodiano, lontano dalla fantasia e l'inventiva di "Evil Dead" girato con 300.000 dollari appena e una voglia grossa così.

Ovviamente è un passo avanti rispetto i beceri Spiderman, tuttavia mi ha abbastanza deluso: qualche trovata visiva assurda e divertente tipica di Sam c'è, ma mi è sembrata stanca, forzata, seppur di sicuro effetto. Non male il finale invece, però i tempi di "Evil Dead" e di quelle assurde comiche trash di "Evil dead II" e "L'Armata delle Tenebre" mi sembrano lontani.

LOHENGRIN (ha votato 8 questo film) alle 18:00 del 27 marzo 2017 ha scritto:

Non è questa la sede per un approfondimento critico, faccio solo qualche osservazione. Premesso che si deve il massimo rispetto ai vostri commenti, ho la sensazione che il film non sia stato molto "capito". Focalizzarsi sulla commedia, sul demenziale, per non parlare del "trash".. significa individuare degli elementi, degli strumenti, contaminazioni e derive, ma non l'anima del racconto. Che invece è un ibrido in chiave solo parzialmente postmoderna. Si mescolano registri ma non si sforna un giocattolo. Né un passatempo. Ma un film profondissimo che ha il suo punto di forza nell'eclettismo senza frivolezza, nella mescolanza di registri senza qualunquismo, anzi con perizia e talento straordinari di resa del carattere multiforme delle situazioni e delle condizioni (anche interiori). C'è un risvolto drammatico inoltre che tiene testa sia alle spinte orrorifiche che a quelle demenziali. Sta a ciascuno trovarlo.... In questo film vivo e freschissimo "accade" qualcosa. Terrore, suggestione, tensione, follia, onirico, atavico, demenzialità, amarezza, realismo e contemporaneità, gioco, angoscia, salvezza, corruzione, repulsione, attrazione...... ec...(gli

opposti) trovano il loro magico equilibrio e una sorprendente ricchezza di senso. Raimi coie un prodigio: vincere il postmoderno sul suo stesso terreno.